Stefano Paleari, Enrico Laghi e Luigi Gubitosi: i tre commissari Alitalia prendono tempo (Ansa)
Non è arrivato ancora il momento di sciogliere le riserve per decidere con chi andare a trattare. La riunione di ieri tra il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, e il collega dei Trasporti, Graziano Delrio, e il trio di commissari straordinari – Luigi Gubitosi, Enrico Laghi e Stefano Paleari – ha stabilito che servirà un’ulteriore riflessione prima di scegliere la rotta da seguire per Alitalia. Nelle ultime ore lo scenario sarebbe cambiato, almeno stando ai rumors, con l’interesse di Air France sul vettore tricolore che ci sarebbe nonostante le smentite ufficiali. Restano assolutamente in corsa la tedesca Lufthansa – che ha però posto condizioni di tagli massicci (2.000 esuberi) –, e in seconda fila il fondo americano Cerberus (interessato all’intera compagnia per cui propone la creazione una newco con la partecipazione dello Stato e dei dipendenti). Sullo sfondo c’è anche la compagnia americana Delta Air Lines, che si è fatta avanti nel manifestare interesse senza escludere di aggregarsi in un secondo tempo a una delle cordate. Possibile quindi che Delta (che detiene il 10% del capitale di Air France) e la compagnia francese decidano di agire insieme, in un secondo momento, in alleanza con easyJet. In pratica non si può ancora escludere nulla. A maggior ragione dopo che al vertice sulle offerte si è deciso di prendere altro tempo.
Le manifestazioni di interesse per l’acquisto di Alitalia devono essere «ulteriormente approfondite prima di poter procedere ad una negoziazione in esclusiva », è la versione fornita al termine dell’incontro. «I ministri hanno dato istruzione ai commissari di procedere velocemente in presenza di un’offerta solida e credibile», viene spiegato in un comunicato. Sulla carta, dunque, non c’è il timore che alla fine non si trovi qualcuno disposto a investire sul futuro della compagnia nazionale. Anzi, Calenda e Delrio sembrano convinti che la svolta sia a portata di mano e proprio in virtù di tale certezza chiedono di accelerare. La scadenza per la cessione è fine aprile, ma il governo punta a chiudere assolutamente entro le elezioni politiche del 4 marzo. I commissari hanno riferito a Calenda e Delrio che nel primo trimestre dell’anno Alitalia presenterà ricavi in crescita rispetto all’anno precedente e che il prestito ponte da 900 milioni elargito dallo Stato «non è stato sostanzialmente intaccato». Un’affermazione, quest’ultima, che suona come una rassicurazione nei confronti dell’Europa. Bruxelles, dopo una serie di richiami, ora sarebbe sul punto di aprire un’indagine volta a valutare la compatibilità del «prestito ponte» con le regole europee.