Il commissario europeo all'Economia Paolo Gentiloni presenta le stime di crescita del Pil - Ansa
L’Unione Europea evita la recessione e supera il picco dell'inflazione: le stime di crescita del Pil sono oggi migliori rispetto a quelle dell'autunno scorso, anche se i rischi permangono, legati soprattutto alle tensioni geopolitiche e all'incertezza del mercato dell'energia e delle catene di approvvigionamento globali. Tuttavia, i numeri delle previsioni economiche d'inverno della Commissione Europea fanno tirare un piccolo sospiro di sollievo: l'eurozona nel 2023 crescerà dello 0,9% e dell'1,5% nel 2024. In autunno (l'11 novembre scorso) l'esecutivo europeo aveva previsto una crescita rispettivamente dello 0,3% e dell'1,5%.
Il miglioramento emerge in particolare confrontando le stime trimestrali: in autunno per il primo trimestre di quest'anno era prevista una recessione tecnica dello 0,1% (e una ripresa dello 0,2 nel secondo trimestre, +0,3 nel terzo e +0,4 nel quarto); le stime attuali indicano invece crescita zero nel primo trimestre e +0,2% nel secondo, +0,3% nel terzo e +0,4 nel quarto. Il quadro italiano conferma la tendenza, seppur con un rallentamento della ripresa nel 2024 (sarà il Paese a crescere di meno in tutta l’Ue). In autunno la Commissione stimava +3,8% del Pil nel 2022; +0,3 nel 2023; +1,1% nel 2024; le stime attuali sono queste: +3,9 l'anno scorso; +0,8% quest'anno e +1% nel 2024.
"Dopo la robusta espansione nella prima metà del 2022, lo slancio della crescita si è attenuato nel terzo trimestre, sebbene leggermente inferiore alle attese. Nonostante choc avversi eccezionali, l'economia dell’Ue ha evitato la contrazione del quarto trimestre prevista nelle previsioni autunnali", spiega la Commissione Europea. "Gli sviluppi favorevoli dopo le previsioni autunnali hanno migliorato le prospettive di crescita per quest'anno. La continua diversificazione delle fonti di approvvigionamento e il forte calo dei consumi hanno lasciato i livelli di stoccaggio del gas al di sopra della media stagionale degli anni passati ei prezzi all'ingrosso del gas sono scesi ben al di sotto dei livelli prebellici. Inoltre, il mercato del lavoro dell’Ue ha continuato a registrare ottimi risultati, con il tasso di disoccupazione rimasto al minimo storico del 6,1% fino alla fine del 2022. La fiducia sta migliorando e le indagini di gennaio suggeriscono che anche l'attività economica è destinata a evitare una contrazione nel primo trimestre del 2023".
Capitolo più doloroso è l'inflazione. "I consumatori e le imprese continuano a far fronte a costi energetici elevati e l'inflazione core (inflazione complessiva al netto di energia e alimenti non trasformati) è ancora in aumento a gennaio, erodendo ulteriormente il potere d'acquisto delle famiglie", ammette Bruxelles. "Tre mesi consecutivi di moderazione dell'inflazione complessiva suggeriscono che il picco è ormai alle nostre spalle, come anticipato nelle previsioni autunnali. Dopo aver raggiunto il massimo storico del 10,6% in ottobre, l'inflazione è diminuita, con la stima flash di gennaio scesa all'8,5% nell'area dell'euro. Il calo è stato guidato principalmente dal calo dell'inflazione energetica, mentre l'inflazione core non ha ancora raggiunto il picco", spiega l'esecutivo europeo.
La previsione di inflazione è stata rivista leggermente al ribasso rispetto all'autunno, riflettendo principalmente l'evoluzione del mercato energetico. Si prevede che scenderà dal 9,2% nel 2022 al 6,4% nel 2023 e al 2,8% nel 2024 nell’Ue. Nell'area dell'euro, si prevede un rallentamento dall'8,4% nel 2022 al 5,6% nel 2023 e al 2,5% nel 2024. Il dato italiano: 8,7% nel 2022; 6,1 quest'anno e 2,6% l'anno prossimo.