lunedì 2 ottobre 2023
Giovanna Boggio Ropbuttim direttrice generale FEduF: un passo decisivo, nelle scuole si affrontano finalmente i temi legati alla gestione del denaro
Giovanna Boggio Robutti

Giovanna Boggio Robutti - Imagoeconomica

COMMENTA E CONDIVIDI

Un approccio ludico, con fiabe e costruzioni per i più piccoli e giochi a quiz per i più grandicelli, ma anche informazioni “semplici” su temi complicati quali inflazione, pagamenti digitali e criptovalute, passando per il “tema dei temi”. Vale a dire la gestione del denaro, dalla paghetta al primo conto corrente, con la quale i giovani hanno, probabilmente per colpa dei genitori, poca dimestichezza. Sono tante le iniziative che in occasione del mese dell’educazione finanziaria la FEduF (la fondazione istituita dall’Abi nel 2014) porterà nelle scuole, in continuità con un percorso che è ormai strutturale. La direttrice Giovanna Boggio Robutti spiega che saranno affrontati temi concreti, partendo dall’attualità, ma che ci sarà spazio anche per approfondimenti sui temi etici, dalla giustizia sociale all’economia circolare.

Da quest’anno l’educazione finanziaria è entrata nelle scuole in maniera strutturale all’interno dell’educazione civica, come si è arrivati a questo traguardo?

Più che di traguardo si tratta di un passo decisivo, richiesto e atteso da chi da tempo si batteva per questo a partire proprio dalla Fondazione per l’Educazione Finanziaria e al Risparmio. Si tratta di una decisione di grande rilievo, presa d’intesa da governo e Parlamento, che fa entrare ufficialmente a scuola temi che nella vita di tutti i giorni sono diventati predominanti, basti pensare a cosa ha scatenato nelle famiglie o nei notiziari televisivi il ritorno dell’inflazione dopo oltre 40 anni. È ragionevole pensare che i ragazzi sapessero poco o nulla di questo fenomeno e della sua immediata ricaduta sul costo della vita - aumento dei prezzi sui prodotti di consumo, carburante, mutui e bollette - e dunque sui conti e la capacità di spesa delle persone e delle famiglie.

Come si posizionano gli studenti italiani in una ipotetica classifica europea sulle competenze finanziarie?

Questo tipo di classifiche restituisce una visione parziale del fenomeno, poiché si basano su una serie di domande che non riescono a misurare tutti gli aspetti collegati a questa competenza. Quello che è certo è che serve un progetto di medio-lungo periodo al quale l’industria finanziaria e le istituzioni pubbliche possono contribuire mettendo a punto dei progetti e delle iniziative come il mese dell’Educazione finanziaria, utili per avere una visione neutrale e non ideologica dell’economia, strumento di crescita e di benessere per tutti.

Su quali temi in particolare FEduF metterà l‘accento in questa edizione del mese dell’educazione finanziaria?

Nei 30 appuntamenti ad oggi pianificati nel mese di ottobre, che ci attendiamo coinvolgeranno almeno 3.000 partecipanti tra studenti, docenti e comuni cittadini, FEduF propone contenuti declinati sui tanti aspetti, differenziati in base alle diverse età del pubblico. Dai temi di base come la relazione con il denaro, la gestione della paghetta, gli stili di consumo, il risparmio, i pagamenti digitali, si passa ad argomenti più evoluti quali economia e sostenibilità, lotta agli stereotipi e alle differenze di genere in economia, nuovi paradigmi economici (economia civile, economia condivisa, economia circolare, ecc.), finanza etica. Alcuni eventi prevedono anche attività pratiche in cui gli studenti devono affrontare situazioni finanziarie reali, ad esempio con simulazioni di budget familiari, giochi e quiz per testare le conoscenze acquisite, imparando così dal fare.

Ci sono delle differenze rispetto all’ultima edizione? Ad esempio, legate a temi di attualità quali inflazione e tassi di interesse?

La capacità di coinvolgimento dei ragazzi è centrale perché gli argomenti proposti non siano percepiti come lontani dalla loro esperienza di vita, per questo cerchiamo di partire da temi attuali e l’inflazione è uno di questi. Quest’anno parleremo ancora di più degli aspetti etici legati alla relazione con il denaro: la consapevolezza del suo valore, la legalità, il diritto costituzionale al risparmio, l’equità, la condivisione. Lo faremo, come sempre, con format divulgativi e informali, utilizzando un linguaggio semplice e dialogando il più possibile alla pari con i pubblici ai quali ci rivolgiamo. La stessa modalità si declina sul pubblico dei più piccoli con laboratori creativi che attraverso il racconto di fiabe, il gioco di ruolo e le costruzioni con i mattoncini trasmettono insegnamenti e valori collegati all’uso del denaro, al risparmio, all’equità e alla sostenibilità.


© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: