mercoledì 3 aprile 2024
Un'attività efficace e personalizzata è un fattore chiave nel sostegno alle condizioni sociali e occupazionali dei giovani e nel contrasto al fenomeno dell'abbandono e dei Neet
Anche l'orientamento può contrastare l'abbandono scolastico

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L'orientamento strutturato sta diventando sempre più la chiave di volta del futuro. La riforma riguarda la scuola, che deve lottare anche contro gli abbandoni, ma coinvolge pure le imprese. Con l’anno scolastico 2023/24, infatti, sono diventate obbligatorie 30 ore dedicate all'orientamento e qui il ruolo delle aziende è imprescindibile. Le visite aziendali e gli incontri con esperti sono le attività più frequenti sia nelle scuole secondarie di I grado sia in quelle di II grado, dimostrando ancora l’attaccamento a un approccio “tradizionale” delle azioni intraprese che necessiterebbe forse di un’evoluzione innovativa. Purtroppo nel 2022 i giovani che in Italia hanno abbandonato la scuola prematuramente sono stati 465mila, pari all’11,5% della popolazione presente nella fascia di età compresa tra i 18-24 anni. Sempre nello stesso anno, invece, i cosiddetti “cervelli in fuga” che se ne sono andati dal nostro Paese per trasferirsi all’estero sono stati 55.500. In buona sostanza i primi sono un numero otto volte superiore ai secondi e vanno ad aumentare il bacino dei Neet, ossia chi non studia e non lavora. Sono due problematiche estremamente delicate che, tuttavia, continuano ad avere, da parte dell’opinione pubblica, livelli di attenzione molto diversi. Se la dispersione scolastica non è ancora avvertita come una piaga educativa con un costo sociale spaventoso, la “fuga” all’estero di tanti giovani invece lo è, sebbene il numero della prima criticità sia molto superiore a quello della seconda. A dirlo è l’Ufficio studi della Cgia.

Se a queste specificità che caratterizzano il mondo giovanile aggiungiamo anche la crisi demografica in corso e la “rivoluzione digitale” ormai alle porte, tutto ciò avrà delle ricadute pesantissime anche per le nostre imprese. Con sempre meno giovani e per una parte importante di essi con un livello di istruzione insufficiente, per tantissime pmi trovare del personale preparato da inserire nei processi produttivi sarà una missione impossibile. L’Italia, rispetto ai principali Paesi dell’Unione Europea, nel campo dell’istruzione/formazione scolastica presenta due grossi problemi:
1) un basso numero di diplomati e di laureati, soprattutto in materie scientifiche. Se in tempi ragionevolmente brevi non riusciremo a recuperare il divario, corriamo il pericolo di un impoverimento generale del sistema Paese;
2) una elevata povertà educativa che, secondo gli esperti, va di pari passo con la povertà economica. Le cause che determinano la “fuga” dai banchi di scuola sono principalmente culturali, sociali ed economiche: i ragazzi che provengono da ambienti socialmente svantaggiati e da famiglie con un basso livello di istruzione hanno maggiori probabilità di abbandonare la scuola prima di aver completato il percorso di studi che li porta a conseguire almeno il diploma di maturità.


Va altresì segnalato che talvolta l’abbandono scolastico può essere causato da una insoddisfazione per l’offerta formativa disponibile. In questo senso va sottolineato lo straordinario lavoro inclusivo svolto dagli Iefp-Istituti di istruzione e formazione professionale. Queste realtà sono diventate un punto di riferimento per gli allievi di nazionalità straniera, per quelli con disabilità e per gli studenti reduci da insuccessi scolastici precedenti. Scuole che spesso operano in aree caratterizzate da un forte degrado urbano e sociale che, grazie allo straordinario lavoro “antidispersivo” svolto, andrebbero sostenute con maggiori risorse di quante ne sono state messe a disposizione finora.

A livello territoriale sono le regioni del Sud che presentano i livelli di abbandono scolastico più elevati. Pertanto, dal confronto tra la dispersione scolastica e la “fuga di cervelli” è la Campania a presentare il gap più elevato (la prima è numericamente 16 volte più grande della seconda). Seguono la Puglia e la Sicilia con 14, e la Toscana e la Sardegna con otto. Sebbene la “fuga” dai banchi di scuola sia in calo in tutta Europa, tra i 20 Paesi dell’Eurozona nel 2022 l’Italia era al terzo posto per abbandono scolastico dei giovani tra i 18 e i 24 anni (11,5% sulla popolazione corrispondente). Solo la Spagna (13,9%) e la Germania (12,2%) presentavano un risultato peggiore del nostro. La media dell’Area Euro era il 9,7%.

Come professionista con una esperienza nel settore del lavoro e della formazione, Franco Ferrazza (https://omny.fm/shows/ferrazza-consulting/playlists/podcast) ha affrontato quotidianamente sfide legate all'istruzione e all'inserimento nel mondo professionale. La sua figura professionale, svolta sul campo per oltre 20 anni, ha visto impegni come direttore del personale, consulente aziendale, recruiter, orientatore e formatore e come coach professionista, consentendogli di vivere pienamente e quotidianamente queste problematiche. «Nella mia lunga collaborazione come volontario presso il Cso-Centro Sviluppo Occupazione e con Cometa di Como, un'organizzazione impegnata da sempre nella formazione professionale e nella lotta contro la dispersione scolastica, ho avuto l'opportunità di applicare le mie competenze per sostenere giovani in difficoltà e promuovere l'inclusione sociale attraverso l'istruzione e la formazione - spiega Ferrazza -. La mia esperienza nell'accompagnamento e nella formazione di stranieri nel loro percorso di integrazione nel mercato del lavoro in Italia mi ha permesso di comprendere a fondo le sfide che possono influenzare il loro percorso educativo e professionale. Questa esperienza mi ha portato a contribuire attivamente alla progettazione e all'implementazione di strategie mirate per contrastare la dispersione scolastica e favorire l'integrazione sociale e lavorativa. Ritengo che un approccio personalizzato e orientato al successo degli studenti, integrato con la promozione della formazione continua e la creazione di opportunità concrete nel mondo del lavoro, sia fondamentale per affrontare efficacemente la dispersione scolastica. Attraverso un impegno costante e coordinato tra istituzioni, docenti, famiglie e comunità possiamo sperare di creare un sistema educativo più inclusivo, equo e orientato al successo di tutti gli studenti, contribuendo così a ridurre le disuguaglianze socio-economiche e culturali presenti nel Paese».


«Nella lotta contro la dispersione scolastica - aggiunge - è cruciale mantenere un'attenzione costante alla velocità con cui il fenomeno evolve, adattando costantemente le strategie e le politiche educative alle nuove sfide e alle esigenze emergenti della società. Solo attraverso un impegno congiunto e coordinato possiamo sperare di ridurre significativamente la dispersione scolastica e creare un sistema educativo più inclusivo, equo e orientato al successo di tutti gli studenti. La dispersione scolastica e il fenomeno dei Neet sono strettamente correlati poiché entrambi riguardano i giovani che si trovano al di fuori del sistema educativo e lavorativo. La dispersione scolastica rappresenta il momento in cui gli studenti abbandonano prematuramente la scuola, mentre i Neet sono coloro che non sono impegnati né nell'istruzione, né nell'occupazione o nella formazione. La dispersione scolastica è spesso un fattore che contribuisce alla condizione di Neet, poiché gli individui che lasciano la scuola senza un'adeguata qualifica hanno minori opportunità di trovare lavoro o di accedere a programmi di formazione. Allo stesso tempo, i giovani Neet possono essere a rischio di dispersione scolastica se non sono adeguatamente supportati nel reinserimento nel sistema educativo o nell'accesso al mercato del lavoro. Questi due fenomeni creano un circolo vizioso in cui la mancanza di istruzione e formazione può portare alla disoccupazione o alla precarietà lavorativa, mentre l'assenza di occupazione o formazione può aumentare il rischio di abbandono scolastico. Pertanto, è essenziale adottare approcci integrati che affrontino le cause sottostanti di entrambi i fenomeni, fornendo sostegno educativo, formazione professionale e opportunità di lavoro per i giovani vulnerabili, al fine di rompere questo ciclo e facilitare una transizione positiva verso l'occupazione e l'istruzione».


Le sfide del futuro
Ma le Generazioni Alpha e Zeta riusciranno a orientarsi in un mondo in continua trasformazione? A rendere il pianeta un luogo più sostenibile? A usare in modo etico il potere generativo dell'intelligenza artificiale? A promuovere cambiamenti basati sull’inclusione andando oltre gli stereotipi? A fare più e meglio di noi? Perché superino queste sfide, gli adulti hanno la responsabilità di fornire a bambine e bambini, ragazze e ragazzi, fin da oggi, gli strumenti più innovativi e le competenze necessarie per iniziare il loro cammino verso il futuro. È una responsabilità che chiama in causa tutto il tessuto sociale e produttivo del Paese e che passa necessariamente dal dialogo tra scuole e aziende. Del resto, è a scuola che le nuove generazioni si stanno formando e sarà nelle aziende di domani che troveranno lavoro e continueranno a crescere e imparare.

A conferma di ciò, arriva la voce delle e dei docenti che, dalle primarie alle superiori, chiedono “più impresa”, evidenziando il ruolo delle aziende per ampliare l’offerta didattica e portare innovazione. E ancora, più ore “on the job”, più didattica laboratoriale, più aule Steam per orientare alle professioni del futuro, ma anche più collaborazione sul fronte dell’educazione civica per diffondere buone prassi a sostegno dell’ambiente o contrastare fenomeni come il bullismo e gli stereotipi di genere. È quanto emerge dalla ricerca Il rapporto scuola-azienda. Un dialogo attuale e necessario, realizzata da La Fabbrica, agenzia di comunicazione educativa associata Una, e Fondazione Sodalitas, network di riferimento per le aziende leader nella Sostenibilità Sociale d’Impresa. La ricerca ha coinvolto un campione di 500 docenti rappresentativo di tutti i gradi scolastici: per l’86% il rapporto tra scuola e impresa ha un grande valore, a dimostrazione di una vicinanza che si è consolidata negli anni e di una collaborazione considerata oggi un punto di forza.

L’intervento delle aziende assume forme diverse, le principali sono: fornitura di materiali educativi gratuiti (23% delle risposte), concorsi creativi (20%), visite aziendali (14%), Pcto (ex alternanza scuola-lavoro, 13%), attività integrative con esperti aziendali (11%). La sinergia tra i due mondi prevede anche modalità che consentono alle studentesse e agli studenti di mettersi in gioco, vivere esperienze concrete e imparare facendo.

Dalle interviste emerge che, nelle scuole primarie e secondarie di I grado, gli interventi aiutano ad affrontare in modo più completo argomenti attuali e rilevanti, come lo sviluppo sostenibile, l’Agenda 2030, il digitale, l’intelligenza artificiale, integrando così i curricula scolastici con importanti riferimenti alla realtà. Nelle scuole del secondo ciclo, invece, le azioni delle aziende coincidono soprattutto con interventi di orientamento, che permettono a ragazze e ragazzi di incontrare il mondo del lavoro e confrontarsi da vicino con le sue dinamiche.

Tra le novità del rapporto scuola-azienda si segnala il tema dell’educazione civica, insegnamento che dal 2020 è diventato obbligatorio. Per raggiungere gli obiettivi formativi previsti, il 42% delle scuole ha accolto iniziative promosse da aziende che hanno permesso di approfondire un ampio ventaglio di temi: dall’ambiente e sostenibilità (14%) al bullismo, cyberbullismo e violenza in generale (12%), dall’alimentazione e salute (11%) alla cittadinanza digitale e uso responsabile delle tecnologie (10%), senza tralasciare l’educazione stradale (10%).

La richiesta di nuove competenze
Le nuove competenze conseguenti alle transizioni digitale e green, le twin transition secondo la definizione della Commissione Europea, sono al centro della ricerca Rethinking competencies in twin transitions di Intesa Sanpaolo. La capacità di anticipare i grandi cambiamenti portati da queste due transizioni e di adattarvisi rapidamente è uno degli elementi su cui si giocherà l'orientamento dei giovani e la competitività delle imprese e delle economie dei Paesi nei prossimi anni. Su impulso di Carlo Messina, ceo e consigliere delegato di Intesa Sanpaolo, la banca è all’avanguardia nella formazione continua e nella riqualificazione delle persone verso le nuove professioni richieste dall’introduzione della tecnologia digitale e nello sviluppo delle nuove modalità di lavoro attente alle esigenze delle persone, al potenziamento delle soft skill e a un approccio collaborativo. Il Gruppo supporta le imprese clienti in queste delicate transizioni che stanno ridefinendo gli scenari competitivi a livello globale e che richiedono nuovi modelli interpretativi e predittivi anche rispetto al mondo del lavoro e della formazione. In questo contesto si inserisce il report di Look4ward, l’Osservatorio permanente sulle competenze del futuro che la banca conduce in collaborazione con l’Università Luiss Guido Carli e in partnership con Siref Fiduciaria, Accenture e Digit’Ed, con l’obiettivo di individuare i fabbisogni di nuove competenze e di rigenerazione di figure professionali in ambiti distintivi per il Paese. Lo studio ha analizzato l’approccio strategico di amministratori delegati e responsabili Hr di pmi e grandi imprese in otto settori: ospitalità, agrifood, energia, sociosanitario, bancario, It, silver economy, blue economy. Lo studio intende fornire una guida alla comprensione delle sfide e delle opportunità delle twin transition e dei suoi impatti sui profili professionali a supporto delle decisioni aziendali, nell’individuazione di percorsi formativi e nelle strategie di passaggio generazionale.

Le gerarchie rigide non sono più adatte a un contesto in continua evoluzione e le nuove competenze devono potersi esprimere in contesti caratterizzati da modelli organizzativi flessibili e collaborativi, che favoriscano l'apprendimento continuo, le capacità relazionali e l’autonomia, anche attraverso la formazione continua e lo sviluppo di nuove competenze. Fondamentale poi è l’esercizio di una nuova leadership, la capacità di un/una manager di agire come facilitatore, prestando attenzione alla cura delle relazioni, attraverso una leadership basata sul “potere del noi” piuttosto che sulla centralità del singolo. Solo un approccio di questo tipo permetterà l'accesso a nuovi mercati che la transizione green e digitale apriranno per le aziende capaci di innovare e adattarsi. Le aziende che si impegnano nelle twin transition sono più attrattive per i clienti, per gli investitori e per i giovani, grazie a una maggiore efficienza e produttività dei processi aziendali.

Le buone prassi

Sessioni personalizzate di orientamento disponibili gratuitamente tutti i giorni, dal lunedì al venerdì e per tutto il 2024, con cui i ragazzi e le ragazze che frequentano il triennio delle scuole superiori potranno ricevere supporto qualificato per trovare la propria strada da intraprendere al termine degli studi. È l’opportunità offerta da Fondazione Gi Group e Gi Group Holding, che quest’anno – per essere ancora più vicine agli studenti e alle studentesse in questo importante momento di passaggio - hanno deciso di rafforzare l’impegno del progetto Destination Work, in collaborazione con Skuola.net, rendendolo disponibile su base continuativa e gratuita fino alla fine dell’anno. Sarà possibile prenotare la propria sessione di orientamento, fino a esaurimento posti, accedendo alla piattaforma dedicata: gli incontri, della durata massima di un’ora ciascuno, si svolgeranno in modalità virtuale dalle 16 alle 18. Gli incontri saranno innanzitutto momenti di ascolto attivo, in cui ogni partecipante avrà l’opportunità di raccontarsi ed esprimere le proprie attitudini, desideri e passioni. A partire da qui, si approfondiranno le opportunità formative, lavorative e universitarie post-diploma con cui poter valorizzare il talento e le passioni di ognuno, dando ai partecipanti uno stimolo concreto per iniziare fin da subito a costruire il proprio domani con maggior consapevolezza. L’iniziativa valorizza il ruolo cruciale dell’orientamento nel percorso biografico di ogni individuo. Come evidenzia il recente studio di Fondazione Gi Group e Gi Group Holding condotto a livello internazionale Insieme per un futuro sostenibile: giovani e lavoro, un orientamento efficace e personalizzato è infatti un fattore chiave nel sostegno alle condizioni sociali e occupazionali dei giovani e nel contrasto al fenomeno dei Neet. Orientamento che è oggi quantomai necessario inquadrare e valorizzare nella sua dimensione più ampia, e spesso trascurata, di strumento di conoscenza di sé e costruzione consapevole di un percorso di vita. «Il passaggio dalla scuola superiore al futuro post-diploma rappresenta un momento di scelta fondamentale nella vita dei giovani, che proprio per questo devono disporre di tutti gli strumenti e tutto il supporto necessari per compiere una scelta consapevole – sottolinea Chiara Violini, presidente di Fondazione Gi Group –. Per essere ancora più vicini a loro in questo percorso, quest’anno abbiamo deciso di mettere in campo un impegno continuativo, aprendo la piattaforma di Destination Work e offrendo momenti di dialogo e confronto per tutto l’anno. Di questo sono veramente orgogliosa, così come lo sono dell’entusiasmo e della passione con cui le nostre persone si mettono a disposizione e confronto con le nuove generazioni, scommettendo su di loro per aiutarle ad andare incontro al loro futuro. Questo riflette concretamente la nostra missione, come Fondazione e come Gruppo, di supportare la piena realizzazione di ciascuno a livello personale e professionale, a cominciare proprio dalle nuove generazioni, e di promuovere il lavoro sostenibile».

Catania, Udine e Torino ospiteranno le nuove edizioni di NeetON, il progetto di formazione che ha l’obiettivo di favorire l’occupabilità dei Neet attraverso specifici corsi di formazione. Partito nel 2019, il progetto conta già sedici edizioni completate a cui si andranno ad aggiungere le tre previste nel corso di quest’anno. Secondo i dati Eurostat riferiti al 2022, in Italia la percentuale di Neet, giovani tra i 15 e i 29 anni che non si formano, non studiano e non lavorano, è la più alta in Europa per quanto riguarda la popolazione maschile. Per le donne, invece, si registra il secondo peggior risultato. Per questo, Bosch Italia, in collaborazione con LabLaw, ManpowerGroup, Fondazione Human Age Institute e la Corporate Academy Bosch Tec, ha deciso di avviare anche nel 2024 NeetON, il progetto nato con l’obiettivo di trasferire competenze tecniche e trasversali che consentano ai Neet di entrare ed essere competitivi nel mondo del lavoro. Sono stati oltre 230 i Neet che hanno partecipato alle sedici edizioni precedenti, durante le quali sono state erogate più di 2.400 ore di formazione suddivise tra lezioni, incontri di orientamento e pillole formative in presenza e online, con la possibilità per gran parte dei partecipanti di consolidare il percorso con un’esperienza lavorativa. Circa l’80% dei partecipanti al progetto, infatti, ha avuto l’opportunità di intraprendere una carriera professionale dopo sei mesi dal termine del progetto. Il 2024 vedrà tre nuove edizioni che coinvolgeranno in totale più di 50 ragazzi. Si punterà su due figure professionali: tecnico dell’automazione industriale e operatore Industry 4.0. A partire dal 18 marzo, Catania ospita per la prima volta NeetON presso Isola Catania, l’Innovation Hub di cui ManpowerGroup, con Experis, è partner, con l’obiettivo di creare sinergie per la crescita del territorio e l’incontro tra le persone che cercano lavoro, formazione e le realtà tecnologiche e industriali che caratterizzano quest’area, una delle “Tech Cities” secondo una ricerca di ManpowerGroup. In questa sede il corso NeetON ha l’obiettivo di formare giovani tecnici dell’automazione industriale. Il 3 aprile partirà poi una nuova edizione a Udine per diventare operatori Industry 4.0. Per partecipare, i ragazzi disoccupati da almeno 12 mesi, entro i 35 anni di età e residenti in Italia, possono inviare la propria candidatura sul sito Manpower al seguente link. Infine, in autunno, NeetON tornerà nella città di Torino, chiudendo gli appuntamenti del 2024. I partecipanti seguiranno lezioni in presenza e potranno consultare contenuti e approfondimenti tramite piattaforma digitale. A questo, si aggiungeranno i project work, grazie ai quali avranno l’opportunità di applicare concretamente le nozioni apprese, confrontandosi con le aziende per facilitare così il processo di ingresso nel mondo del lavoro. Per maggiori informazioni: https://www.manpower.it/it/trova-lavoro/aziende/neeton.

The Adecco Group, per celebrare la decima edizione del talent program Ceo for one month, realizzerà un tour di otto tappe in giro per alcun dei migliori Atenei d’Italia. Tra le città in cui il van farà sosta anche Roma, Urbino, Ancona, Roncade, Brescia e Castellanza. Gli studenti avranno l’opportunità di seguire numerose attività di orientamento al lavoro, tra cui momenti di cv check e interview tip, affiancati a sessioni dedicate alla preparazione alla selezione del programma, guidati da oltre 25 esperti Hr di Adecco. I partecipanti all’iniziativa, inoltre, potranno iscriversi in anteprima alla decima edizione di Ceo for one month 2024, oltre che accedere a contenuti esclusivi. L’obiettivo dell’iniziativa, che dalla sua nascita ha coinvolto oltre 60mila giovani, è quello di scovare e valorizzare i migliori talenti a livello globale e nazionale, fornendo opportunità di crescita personale e professionale. Superando le varie sfide, i partecipanti avranno la possibilità di mettersi alla prova, sviluppando le proprie hard e soft skill. Inoltre, i candidati potranno incontrare i manager di alcune delle più prestigiose aziende nazionali e internazionali ed entrare in contatto con numerose opportunità professionali, per provare così a lanciare la loro carriera nel migliore dei modi.


Aristoncavi, azienda leader nel panorama internazionale del settore dei cavi elettrici speciali, dopo l’avvio di The cable ACademy 4.0 che ha visto l’inserimento di nuove giovani risorse in azienda, potenzia il proprio progetto formativo tramite Nice to meet you: una collaborazione tra l’Academy e le scuole volta a certificare le importanti ed ormai indispensabili sinergie con il mondo scolastico, puntando sul coinvolgimento diretto degli istituti e dei loro studenti. Diversi professionisti di Aristoncavi hanno incontrato i ragazzi presso gli istituti coinvolti al fine di far conoscere la propria realtà durante un evento multidisciplinare in grado di esaltarne la valenza formativa, culturale ed educativa di questo progetto. A termine del ciclo di incontri, gli studenti hanno visitato lo stabilimento produttivo per toccare con mano la realtà dell’impresa. Sono stati poi avviati dei Pcto-Percorsi per le competenze trasversali e l'orientamento per dare la possibilità ai ragazzi di svolgere le ore di alternanza scuola/lavoro all’interno di Aristoncavi e sperimentare concretamente il mestiere, il tutto si è concluso in un Talent Camp estivo rivolto ai neodiplomati che hanno apprezzato l’esperienza desiderano approfondire il proprio percorso di formazione nel settore. Nello specifico, i percorsi Pcto hanno coinvolto di più di 120 ragazzi di scuole di formazione tecnica del territorio: gli studenti delle classi quinte degli indirizzi meccanici, elettrici e meccatronici degli istituti tecnici Iss Ceccato di Montecchio Maggiore e l’Iss Marzotto-Luzzatti di Valdagno. Il progetto si inserisce infatti nella più ampia strategia di Aristoncavi per tramandare e preservare il know how e la cultura aziendale che risiedono nei propri collaboratori, con l’obiettivo di dare vita ad un percorso di formazione strutturato che faciliti la trasmissione delle competenze tra i lavoratori senior e i giovani colmando la distanza che esiste tra i percorsi scolastici e il mondo del lavoro. L’impegno è quello di affiancare le diverse generazioni favorendo la contaminazione e allo stesso tempo valorizzando chi in azienda ha dato un contributivo fondamentale attraverso il proprio lavoro.

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