venerdì 9 settembre 2022
Nelle nuove generazioni cresce l'interesse legato al rispetto dell'ambiente. Considerano il sindacato fondamentale per la tutela dei propri diritti. Ora le offerte arrivano sulla Carta nazionale
Un gruppo di universitari

Un gruppo di universitari - Archivio

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Dopo i difficili anni della pandemia, i giovani si attendono la realizzazione dei progetti contenuti nel Pnrr-Piano nazionale di ripresa e resilienza, finanziato dall’Unione Europea, in modo da mettere al centro «la valorizzazione del capitale umano delle nuove generazioni» e delle competenze per la transizione digitale e verde. Una sfida fondamentale per l'Italia, che deve fare i conti con la disoccupazione giovanile. Secondo Eurostat, infatti, il numero di disoccupati e inattivi under 35 risulta al 23%: oltre tre milioni dei nostri giovani non studia né lavora e nemmeno ne cerca uno ed è la percentuale più alta d'Europa. Tuttavia i giovani italiani - per oltre il 60% - hanno maturato «una visione dell’economia che inglobi inclusività, sostenibilità sociale e ambiente, valorizzazione delle diversità». È quello che emerge dal Rapporto Giovani 2022 dell’Istituto Giuseppe Toniolo di studi superiori, l’ente fondatore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. Si tratta dell’edizione numero nove dell’indagine sulla condizione giovanile in Italia curata dall’Osservatorio Giovani del Toniolo, nato nel 2011, e coordinato da Alessandro Rosina, che ha partecipato come esperto al Sinodo dei giovani del 2018. I dati del Rapporto sono stati raccolti in quattro indagini con interviste, tra l’aprile 2021 e il gennaio 2022, due su un campione di giovani dai 18 ai 34 anni di Italia, Francia, Gran Bretagna, Germania e Spagna e due su giovani italiani. Dopo il 2021, che è stato «l’anno della progettazione della nuova fase di sviluppo del Paese dopo l’impatto inedito e inatteso della pandemia – spiega Rosina nell’introduzione - il 2022 segna l’inizio di una nuova fase». E per non vanificare le tante speranze e aspettative suscitate dal Pnrr e dalle risorse che l’Ue, attraverso il fondo Next Generation Eu, ha destinato alla ripresa dell’Italia, aggiunge, «non si tratta di riprendere il percorso precedente, ma cogliere l’occasione per mettere le basi di un nuovo progetto di Paese». Che non sia preoccupato tanto della crescita del Pil, ma della «qualità dell’occupazione creata» e della crescita «degli indicatori di benessere e sviluppo sostenibile». Il Rapporto Giovani 2022, presenta nella prima parte i quattro fronti su cui si giocano le sorti di una ripresa che possa far leva sulle intelligenze, le energie e la vitalità delle nuove generazioni: le nuove modalità di formazione e le nuove competenze; i nuovi lavori; i nuovi nuclei familiari; le nuove forme di partecipazione sociale. Nella seconda parte si approfondiscono condizione e aspettative delle categorie alle quali il Pnrr si rivolge: oltre ai giovani, le donne, chi vive al Sud e nelle aree economicamente meno dinamiche del Paese. Si aggiunge un focus sulla componente straniera e immigrata. Visti i dati drammatici sull’attuale occupazione giovanile in Italia, che è l’unico Paese dell’Ue con un tasso di occupazione dei giovani tra i 25 e i 29 anni sotto il 60%, e dove è concentrato sotto i 35 anni il rischio di avere un reddito di lavoro basso e di non svolgere un’attività adeguata al proprio titolo di studio, i giovani vanno messi nelle condizioni di «accedere a un lavoro di qualità e abilitante». Nel capitolo dedicato alla risorsa scuola, si sottolinea il dato del 20 per cento di giovani «che sentono un basso coinvolgimento verso l’impegno scolastico». Una risposta può venire dal miglioramento dell’efficacia ed efficienza dei servizi formativi, di cui si occupa la missione 4 del Pnrr, ma anche da un «modo nuovo di intendere il curricolo scolastico, il percorso formativo e il ruolo dell’insegnante». Il secondo capitolo, che si occupa di come i giovani vedono le opportunità lavorative legate alla green economy e allo sviluppo sostenibile, sottolinea la crescita dei contratti di lavoro “verdi”, che a fine 2020 rappresentano il 35% delle nuove assunzioni. E anche nei giovani cresce l’attenzione alle tematiche ambientali e di sviluppo sostenibile: dalle interviste emerge come tendano a preferire, come datore di lavoro, «aziende socialmente responsabili, attente e impegnate in campo ambientale».

Sindacato fondamentale per i diritti sul lavoro
La tutela dei sindacati è fondamentale per la stragrande maggioranza dei giovani lavoratori (69%). Una cifra che sale al 71% tra le nuove professioni digitali e arriva al 75% tra gli under 25 e le donne. Quasi la metà dei giovani lavoratori (42%), infatti, denuncia di trovarsi ad affrontare criticità e problematiche nell’attuale contesto professionale (percentuale che sale al 55% proprio per i lavoratori digitali). È quanto emerge dal Rapporto realizzato dal Consiglio nazionale del giovani in collaborazione con Eures dal titolo: Nuove professioni e nuove marginalità. Opportunità, lavori e diritti per i giovani del terzo millennio. Lo studio parte da un’analisi delle grandi trasformazioni dei processi produttivi degli ultimi anni, in particolare l’automazione e la digitalizzazione, che stanno profondamente ridisegnando il mercato del lavoro e la domanda di competenze. Da un’analisi degli annunci di lavoro, emerge come il titolo o il testo declinino nella maggior parte dei casi al maschile il profilo richiesto, laddove per questo non sia utilizzato un termine anglofono (come “social manager” “web designer”, “promoter”) o ambigenere (“consulente” o “agente”). Più in particolare, il termine “addetto” è declinato al maschile nel 75% degli annunci (18 su 24), nel 21% dei casi, correttamente, è usata la doppia desinenza (“addetto/a”) e in un solo caso è presente soltanto al femminile (“addetta”). Analoga la situazione per gli annunci per “operatore”, “tecnico” e “venditore”. «Le nuove professioni hanno aperto a vecchie e nuove marginalità che colpiscono soprattutto i giovani e, tra questi le donne, che rappresentano una componente particolarmente vulnerabile dell’offerta di lavoro - spiega Maria Cristina Pisani, presidente del Cng -. I dati indicano, infatti, come in Italia tra gli under 35 solo il 32% gode di un contratto ‘stabile’, mentre il restante vive di lavoro precario che non permette la propria realizzazione personale e professionale e non conduce verso una vita autonoma. Un dramma che colpisce le nuove generazioni, sia a causa di retribuzioni mediamente più basse rispetto a quelle degli over 35, sia per l’indice di occupazione pari al 41% contro il 58% complessivo e l’indice di disoccupazione che raggiunge il 18% contro il 9,5% della media europea. E ancora una volta, le donne sono le più colpite, costrette a fare i conti con la discriminazione di genere sin da subito, negli annunci di lavoro, in cui la declinazione al femminile non viene quasi mai utilizzata, se non per mansioni come segretaria, a dispetto della legge 903/77 che vieta qualsiasi forma di discriminazione nell’accesso al lavoro anche nei requisiti di preselezione. È per questo indispensabile mettere in campo tutti gli strumenti necessari per invertire questa tendenza». Dallo studio si rileva, poi, che se oltre la metà dei lavoratori (54%) ritiene di essere pagato in misura complessivamente consona rispetto al lavoro svolto, una percentuale di poco inferiore (46%) esprime l’opinione contraria, ritenendo di ricevere una retribuzione inadeguata. Se infatti circa un giovane lavoratore su due (48%) percepisce una retribuzione fissa mensile, nella maggior parte dei casi si tratta di compensi in tutto o in parte variabili, che difficilmente possono sostenere la costruzione di progetti di vita o investimenti a medio-lungo termine. Le maggiori criticità si registrano, in particolare, tra i giovani lavoratori delle professioni digitali, tra i quali è maggioritaria la denuncia di un lavoro “sottopagato” (52%) mentre, sul fronte opposto, è “soltanto” il 37% dei lavoratori “qualificati” del terziario a condividere tale giudizio. Per poco più di quattro giovani intervistati su dieci (43%), infatti, la retribuzione mensile è inferiore a 1.000 euro, solo un terzo dei giovani (33%) riceve una retribuzione più dignitosa, compresa cioè tra 1.000 e 1.500 euro, mentre meno di uno su quattro (il 24%) supera i 1.500 euro netti mensili. «L’analisi evidenzia in maniera plastica la debolezza contrattuale dei giovani già al momento della ricerca del rapporto di lavoro: comunicazioni omissive o completamente disattese al colloquio sia in termini di impegno orario che di livelli retributivi - afferma Alessandro Fortuna, consigliere di presidenza del Cng -. Registriamo, poi, offerte di lavoro sotto la soglia di povertà e retribuzioni che, insieme alla precarietà diffusa, demotivano i ragazzi e le ragazze e non consentono alcun progetto di vita o investimenti a medio-lungo termine. È qui la causa dei tassi di denatalità del nostro Paese. Una mortificazione dei giovani che si traduce anche nel disallineamento tra percorso di studi e competenze richieste che troppe volte spinge i ragazzi a formarsi privatamente e li costringe a fare una scelta obbligata di fronte alla prima, o peggio unica, offerta utile. È l’ennesima testimonianza dell’urgenza di mettere all’agenda del Paese azioni concrete per dare risposte strutturali alle generazioni che più di tutte hanno pagato a caro prezzo la pandemia e le trasformazioni in corso dei lavori e del mercato».

Le offerte di lavoro sulla Carta giovani nazionale
Intanto le offerte di lavoro di Manpower sbarcano sulla Carta giovani nazionale e saranno così a disposizione di oltre due milioni di giovani under 35 iscritti al servizio dell'app IO. L'Agenzia per il lavoro ha infatti siglato un accordo con il Dipartimento per le politiche giovanili, ideatore della Carta. Quest'ultima è uno strumento in modalità totalmente digitale e via smartphone. È rivolto a tutti i residenti in Italia che abbiano tra i 18 e i 35 anni, scade al compimento del 36esimo anno d'età, fa parte del circuito Eyca (european youth card association), organizzazione non profit che si occupa di promuovere la mobilità e la cittadinanza attiva e ha un soggetto membro in ogni Paese europeo. Attraverso l'app IO la Carta permette l'accesso a beni, servizi, esperienze e opportunità. E da oggi, grazie a Manpower, a opportunità lavorative e formative. «Siamo la prima società del settore a iniziare questo tipo di collaborazione con la Carta giovani - dichiara l'ad di ManpowerGroup Anna Gionfriddo -. Con questa nuova collaborazione mettiamo a disposizione di questo importante segmento del mercato del lavoro, che rappresenta il 18% della popolazione pari a quasi 11 milioni di ragazze e ragazzi, una gamma allargata e completa di servizi per l'inserimento nel mondo del lavoro e per il percorso di carriera». Dalle proposte di stage agli annunci di lavoro fino ai consigli per presentarsi a un colloquio: sono i principali servizi attivi sulla pagina Manpower, raggiungibile sull'app dei servizi pubblici IO all'interno della categoria "Lavoro e tirocini" della sezione "Carta nazionale giovani". Qui si trovano tutti i servizi utili sia a un neomaggiorenne per affacciarsi sul mondo del lavoro sia a un trentenne per rafforzare le proprie competenze e migliorare la propria
posizione lavorativa. Si va dalle proposte di stage alle offerte di lavoro, dalle opportunità di formazione professionale a consigli per migliorare il modo di proporsi alle aziende. Tramite l'app è possibile entrare in contatto con altri settori del Gruppo Manpower. Per esempio, ci saranno le occasioni formative proposte da Experis Academy in ambito Ict, in collaborazione con le aziende più innovative del settore. Il servizio offerto da Manpower tramite la Carta offre poi strumenti più immediati per migliorare la propria occupabilità. Per esempio, le "pillole" video di MySkills sono incentrate sull'importanza delle soft skill, su quanto siano oggi ricercate dalle aziende e su come svilupparle. My Self Presentation invece dà consigli su come costruire la propria video candidatura. Presenti anche test di autovalutazione per valutare in completa autonomia la propria attitudine ad apprendere nuove competenze.

Tra corsi di formazione gratuiti e ricerca di personale

Al via il percorso formativo gratuito Esperto in social media e digital marketing per 20 giovani disoccupati. Finanziato da Camera di Commercio di Milano Monza Brianza Lodi nell’ambito del progetto Pid-Punto impresa digitale e realizzato da Formaper, il percorso si propone di formare una figura professionale completa e aggiornata, quella del digital marketing manager ed esperto di social media per l’impresa, che conosce e utilizza tutti gli strumenti di marketing digitale e i social network, sa valutare le potenzialità e limiti di ognuno, interpreta i bisogni delle aziende a cui si rivolge e li traduce in piani d’azione mirati, monitorati nei risultati e che ottimizzano tempi e costi. Requisiti: età 18 - 29 anni (30 anni non compiuti); disoccupati ai sensi dell’art. 19 DGLS 150/2015 e successive modifiche e integrazioni; con diploma di laurea triennale o specialistica; che non frequentano un regolare corso di studi (secondari superiori, terziari non universitari o universitari); non inseriti in alcun corso di formazione, compresi quelli di aggiornamento per l’esercizio della professione o per il mantenimento dell’iscrizione a un Albo od Ordine professionale; senza percorsi di tirocinio extra-curriculare in atto, in quanto misura formativa; senza servizio civile né interventi di politiche attive in corso; residenza o domicilio in Lombardia;in condizione di regolarità sul territorio nazionale (per giovani extracomunitari). Costituiranno titoli preferenziali: buona conoscenza della lingua inglese, esperienza pregressa o formazione specifica sul digital marketing. Al termine del percorso formativo, per i partecipanti che avranno garantito il 75% delle ore di frequenza, saranno organizzati dei colloqui con imprese selezionate, finalizzati all’inserimento lavorativo attraverso l’attivazione di tirocini extracurriculari, collaborazioni eccetera. Durata: dal 3 ottobre al 16 dicembre 2022. La domanda di ammissione dovrà pervenire entro e non oltre il 19 settembre 2022 – ore 13. Informazioni e iscrizioni al seguente link.

Mentre la filiale di Lucca dell'Agenzia per il lavoro Etjca ha aperto una selezione di oltre 350 risorse da impiegare durante il festival internazionale Lucca Comics & Games, in programma dal 28 ottobre al 1° novembre. Per l’occasione, si ricerca personale addetto alla gestione del controllo degli accessi (pedonali e veicolari), oltre che tecnici e facchini per i numerosi eventi che si svolgeranno durante le giornate della manifestazione. I candidati interessati possono visionare la pagina dedicata al seguente link: https://bit.ly/3PXI0Dl e contattare la filiale di riferimento per ricevere maggiori informazioni.


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