Il Fmi prevede per l'Italia un deficit delle partite correnti del 2,9% quest'anno e del 2,7% il prossimo e la necessità di emettere titoli di Stato per un valore superiore al 20% del pil fra l'ultimo trimestre 2010 e il 2011. "I bisogni di rifinanziamento nell'ultimo trimestre del 2010 e nel 2011 saranno ampi. Per esempio fra le economie avanzate, il Giappone dovrà effettuare emissioni lorde di titoli di Stato per un valore superiore al 40% del pil. In Francia, Italia e Stati Uniti il valore supererà il 20% del pil. Con un così elevato volume sul mercato, anche piccole turbolenze potrebbero propagarsi rapidamente nel mercato dei debiti sovrani, portando a modifiche della fiducia dei consumatori e a uno stallo della ripresa". Per la Germania il Fmi prevede una crescita del 3,3% quest'anno e del 2,0% il prossimo, mentre per la Francia il pil è stimato salire crescere dell'1,6% sia quest'anno sia il prossimo. "Nonostante il buon andamento delle esportazioni manifatturiere negli ultimi mesi, per la Germania è attesa una crescita moderata vista la debolezza dei suoi partner commerciali. In Francia la crescita è prevista modesta, con i consumi privati indeboliti dall'elevato tasso di disoccupazione e dal ritiro delle misure di stimolo. In Italia la ripresa è prevista ancora più contenuta, con problemi alla competitività che persistono e limitano la crescita delle esportazioni e il risanamento di bilancio che indebolisce la domanda privata. Con squilibri competitivi e ristrettezze di bilancio, la crescita di Grecia, Irlanda, Portogallo e Spagna è prevista ancora più bassa".La disoccupazione resta una delle più pesanti eredità lasciate della crisi economico-finanziaria che ha colpito soprattutto le economie avanzate. Un problema rilevante sia dal punto di vista della coesione sociale e sia dal punto di vista della ripresa economica. Senza un solido recupero del mercato del lavoro difficilmente si avrà un solido recupero della domanda, specialmente quelle legata ai consumi e al settore immobiliare. È l'analisi che emerge dal World Economic Outlook del Fondo Monetario Internazionale. Secondo le stime del Fondo, ci sono oltre 210 milioni di disoccupati a livello globale, "un aumento di 30 milioni dal 2007. E circa 3/4 di questo aumento è avvenuto nelle economie avanzate", spiega il Fondo.