domenica 25 febbraio 2024
Cosa concretamente possiamo fare verso la net zero? Servono misure chiare su trasporti, energia, immobiliare, territori e un riequilibrio fiscale che si rivolga ai grandi gruppi internazionali
La cooperazione e una grande Bad Bank per salvare l’umanità

IMAGOECONOMICA

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La crisi climatica incombe, i conflitti armati si moltiplicano, e la sola strada che l’umanità ha a disposizione per evitare la catastrofe passa per il dialogo e la cooperazione, sostenuti da una finanza responsabile. Sul sistema finanziario e sulla società pesa negativamente, infatti, un’eredità imposta da decenni di scelte precise. Con l’Istituto Rousseau abbiamo pubblicato un rapporto nel 2021 nel quale emergeva che l’esposizione di una manciata di colossi bancari europei (solo 11) verso la filiera delle energie fossili ammontasse a 530 miliardi di dollari: cioè, in media, il 95% del totale dei fondi propri di quegli istituti di credito, capitali di riserva, utili per fronteggiare eventuali perdite. Ma se si andrà velocemente verso la transizione ecologica, quei business diventeranno stranded assets (asset incagliati che rischiano di trasformarsi in gravi perdite). Ed è per questo che, di fronte a una debolissima presa di coscienza da parte di molti azionisti delle banche, e all’azione schizofrenica di operatori che finanziano al contempo imprese green e petrolio, rendendo difficile per gli investitori sfuggire al greenwashing, dobbiamo trovare una via per “salvare” le banche - e la società - dagli ultimi quarant’anni dei loro (e dei nostri) investimenti.

Da un lato penso dunque che serva una nuova regolamentazione, una Basilea IV, che imponga alle banche accantonamenti di fondi propri proporzionali ai rischi climatici che si assumono nei loro business (e credo anche che la maggior parte degli istituti sia pronta al dialogo in proposito). Dall’altro bisogna superare l’attuale mancanza di una separazione tra banche d’investimento e banche retail, che rappresenta una minaccia per i risparmiatori, obbligando gli Stati - come è già accaduto in passato - a intervenire per salvare le banche in caso di crollo della divisione investment. Una soluzione potrebbe essere che la Banca centrale europea fungesse da bad bank: in questo modo non si graverebbe subito sul debito pubblico degli Stati. Certo, per percorrere questa via, occorre un grande dibattito che coinvolga anche altre banche centrali e soggetti come il Fondo monetario internazionale.

Ci sono però alcuni elementi che inducono alla speranza. Oltre al modello dei network internazionali della finanza etica e valoriale, con numeri in crescita ma non ancora abbastanza grandi, e al mondo della riassicurazione, che considera seriamente i rischi legati al riscaldamento globale, dobbiamo investire sullo strumento della Conferenza delle parti, che delude ma esiste, ed è ben organizzata. La domanda è come riuscire a creare in quella sede una vera discussione tripartita, con Stati, imprese e società civile alla pari. Inoltre, occorre sostenere le nazioni pronte a cambiare strada: il Sudafrica alla Cop27 ha lanciato un’ottima iniziativa di “scambio” tra debito e azione climatica. Dobbiamo concentrarci, insomma, su cosa concretamente possiamo fare verso la net zero, con misure chiare su trasporti, energia, immobiliare, territori e un riequilibrio fiscale che si rivolga ai grandi gruppi internazionali, banche incluse, anche se sappiamo che tassarli non potrà bastare (per completare la transizione ecologica servirà il 2,3% del Pil dell’Eurozona fino al 2050). Se alla fine di questo percorso saremo usciti dal capitalismo, non lo so. Ma l’alternativa è una scomparsa silenziosa degli organismi deputati alla cooperazione internazionale e una terza guerra mondiale combattuta a pezzi. Dobbiamo mantenere aperto un dialogo o trionferà un nuovo tribalismo.

Economista, sacerdote, gesuita, Gaël Giraud interviene lunedì mattina all’Università di Padova all’inaugurazione del sedicesimo meeting annuale della Global Alliance for Banking on Values, ospitato e organizzato da Banca Etica, che proprio quest’anno festeggia i suoi primi 25 anni.

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