Persone al mercato di Helsinki sotto un cielo pieno di nubi - CC Pxhere
C’è un equivoco sulla classifica mondiale della felicità che i ricercatori della Sustainable Development Solutions Network pubblicano da nove anni con il loro World Happines Report. Ed è un equivoco grosso, perché riguarda proprio la felicità, cioè la protagonista dell’ambizioso rapporto nato sull’impulso della “risoluzione bhutanese” con cui, nel giugno del 2011, l’assemblea generale delle Nazioni Unite ha invitato i governi «a dare maggiore importanza alla felicità e al benessere nel determinare come raggiungere e misurare lo sviluppo economico e sociale».
La felicità misurata dai ricercatori coordinati dall’economista Jeffrey Sachs non è quella delle persone che normalmente definiremmo contente, allegre o “solari”, ma quella di individui “soddisfatti della propria vita in generale”. Più precisamente è la felicità di persone che hanno dato un voto alto alla propria vita rispondendo a una domanda dei sondaggisti di Gallup che gli chiedevano di dire dove si collocherebbero lungo una scala di undici gradini numerati, in cui il gradino zero è la peggior vita che possono immaginare e il gradino dieci è la miglior vita possibile.
È una felicità molto relativa: dipende, prima di tutto, dall’ideale di vita soddisfacente o insoddisfacente che l’individuo è capace di immaginare in base alla propria esperienza. Con una domanda posta in questo modo, da nove anni emerge che nessuno è “felice”, o meglio, “soddisfatto della propria vita”, come gli scandinavi. Finlandia (prima da tre anni di seguito), Danimarca, Norvegia, Svezia e Islanda sono sempre arrivate tra le prime dieci nella classifica del World Happiness Report. Altri due Paesi che risultano sistematicamente “felici” sono Svizzera e Paesi Bassi.
Risultati del genere hanno costretto i ricercatori a cercare di capire quale sia il “segreto” di questa “felicità” nordica: sono arrivati alla conclusione che è il frutto di una combinazione di qualità delle istituzioni, welfare efficiente, poca corruzione, democrazia ben funzionante, fiducia reciproca ed elevata sensazione di libertà. Il buio e il freddo scandinavi contano poco, in una felicità misurata in questo modo, perché le persone sono abituate al clima in cui sono cresciute e non ci badano quando sono chiamate a giudicare la propria vita. Gli stessi ricercatori aggiungono che quello dell'alto tasso di suicidi tra la popolazione della Scandinavia è un mito, o meglio una storia passata: solo tra gli anni Settanta e Ottanta il tasso di suicidi del Nord Europa era significativamente superiore a quello di altri Paesi europei, mentre oggi non è molto diverso da quello registrato in Spagna o in Germania.
I ricercatori sono stati costretti a indagare
Il metro usato per la classifica produce comunque qualche altro risultato quantomeno curioso: l’Arabia Saudita è 28° nella classifica della "felicità", davanti a Spagna e Italia (rispettivamente 24° e 25°). Grecia e Portogallo sono rispettivamente 51° e 53° (in mezzo c’è la Cina), più tristi, tra gli altri, di Kosovo (31°), Kyrgyzstan (33°) e Kazakhstan (36°). Per l’Italia c’è da dire che comunque il 2020 ha segnato un miglioramento, nonostante il Covid, dato che nel 2019 era 28esima.
Per fare comparazioni internazionali non si è ancora trovato un modo di misurare la felicità migliore di questo parametro della soddisfazione personale.
Nella stessa analisi del World Happiness Report c'è comunque un altro metro di misurazione: quello che riguarda le emozioni positive. I sondaggisti di Gallup in questo caso hanno chiesto alla popolazione quanto il giorno precedente hanno provato felicità, hanno sorriso e hanno riso. La classifica mondiale secondo questo parametro cambia molto. La Finlandia scivola dal primo al 53esimo posto e la classifica è dominata dall'America Latina che occupa sette delle prime dieci posizioni. Le altre tre sono di nazioni del Sudest asiatico. Al primo posto c'è Panama, seguita da Indonesia, Guatemala, Laos e Honduras.
L'Italia, che quest'anno è 25esima in classifica per la soddisfazione di vita, crolla alla 104esima posizione nella felicità misurata come emozioni positive provate, a parità di punteggio con la Liberia. ll povero Afghanistan, invece, è ultimo al mondo in entrambe le classifiche.