Un A330 di Alitalia decolla a Fiumicino (Eric Salard, https://flic.kr/p/FQBgkv)
Confermare pubblicamente l’esistenza di un’offerta di Air France per Alitalia, come ha fatto Carlo Calenda a Otto e mezzo lo scorso venerdì, non sembra essere stata un’idea felice. Prima ancora che il ministro dello Sviluppo economico spiegasse in televisione che per la ex compagnia di bandiera ci sono «tre offerte: Lufthansa, Cerberus, easyJet-Air France», un membro del consiglio di amministrazione del vettore francese aveva chiarito al Figaro che non c’era nessuna offerta, a meno che qualcuno non l’avesse avanzata violando le norme interne all’azienda, che impongono di sottoporre al Cda qualsiasi idea di acquisizione.
Lo stesso ministro italiano deve avere capito subito di essersi spinto un po’ troppo in là. Già lasciando lo studio di Otto e mezzo Calenda chiariva con i giornalisti che «la presenza di Air France non è sicura» e andava verificata. Troppo tardi, però: ieri mattina Air France-Klm ha inviato una smentita formale ai media francesi. Il vettore ha ricordato di non avere partecipato al processo avviato dal governo per la vendita di Alitalia e di non avere nessuna informazione confidenziale sullo stato di salute della compagnia italiana.
In un articolo ben informato pubblicato sabato sul sito del settimanale finanziario la Tribune emerge tutta l’irritazione che l’uscita del ministro italiano ha provocato nei manager della compagnia francese. È da giovedì, quando l’indiscrezione sull’interesse di Air France-Klm e Delta a fianco di easyJet è stata lanciata dal Sole 24 Ore, che a Parigi lavorano su come gestire con cautela la vicenda. Costretti a uscire allo scoperto, i manager di Air France non hanno potuto che smentire e rimandare alle spiegazioni che a maggio l’Ad Janaillac ha dato agli azionisti: l’idea di tornare a una presenza diretta in Italia tramite il controllo di Alitalia non convince. «Soprattutto perché le quote di mercato di Alitalia, in Italia, in Europa e a lungo raggio, sono molto piccole sia perché possiamo conquistare il mercato italiano attraverso i nostri hub di Roissy e Schiphol» aveva detto il manager.
L’interesse non è inesistente ma neanche molto forte. E c’è il sospetto che Calenda voglia usare lo spauracchio di un’offerta di Air France-Klm per spingere Lufthansa a migliorare la sua proposta. «Se questo è il caso – scrive la Tribune – il tentativo è puerile. Pensare che Lufthansa si sarebbe fatta carico delle sue richieste e avrebbe buttato altri 200 milioni nella spazzatura per paura di vedere passare alitalia ad Air France-Klm è un’illusione». Anzi, questa strategia potrebbe avere l’effetto contrario di irritare i tedeschi, che già con la lettera inviata al governo hanno spiegato che sono disposti a comprare Alitalia soltanto dopo un significativo piano di riduzione dei costi.
Domani pomeriggio Calenda vedrà i commissari e discuterà tutto quanto. In ogni trattativa c’è un certo spazio naturale per bluff e pre-tattiche. Gli ultimi sviluppi fanno però temere che l’ottimismo sulla cessione di Alitalia sia un po’ eccessivo.