martedì 8 novembre 2016
Arriva in Italia Amazon Dash Button, il pulsante per comprare con la massima rapidità da casa detersivi, pasta o pannolini. Così l'e-commerce semplifica la vita ma forse non la migliora
L'Amazon Dash Button per la carta igienica Scottex

L'Amazon Dash Button per la carta igienica Scottex

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Immaginate una casa con uno, due, tre, 10, 20 pulsanti sparsi nelle stanze. Una casa piena di pulsanti. Ogni pulsante ha impresso il logo di una marca ed è associato a un prodotto: la pasta preferita, l’acqua minerale che si compra regolarmente, il solito detersivo, il caffè di cui non si può fare a meno. Quando il prodotto sta finendo… “clic”, si preme il pulsante giusto e il pacco arriva a casa il giorno dopo, senza costi aggiuntivi.

Amazon Dash Button arriva in Italia

È tutto qui il concetto di Amazon Dash Button, il rivoluzionario pulsante che gli utenti del colosso americano degli acquisti via internet ha introdotto anche in Italia. Dove sarà disponibile dal 15 novembre solo per i clienti Prime. Ogni apparecchio associato a una marca – sono una trentina al momento, da Barilla a Pellini, da Lines a Dash, da Gillette e Pampers - costa 4,99 euro, rimborsati dopo il primo acquisto. Perché facciano il loro dovere i pulsanti vanno prima impostati dallo smartphone, il collegamento avviene grazie alla rete wi-fi, e il consiglio è appiccicarli nei punti-chiave, sulla lavatrice o nel mobiletto del caffè.


Lo shopping con un clic è un’idea di futuro. Che divide. La marca non è più sugli scaffali fisici o elettronici, ma viene ad abitare con noi. Pagano bene, le aziende, per ottenere da Amazon il privilegio di installarsi nelle nostre case, conoscere le nostre abitudini, cancellare la “frustrazione” – così dice il direttore di Amazon Dash, Daniel Rausch – di terminare le scorte di prodotti che consideriamo essenziali. La seduzione di una vita “mai più senza” è tale che diventa persino superfluo conoscere o confrontare i prezzi nel momento del bisogno. Il clic è un gesto liberatorio: il pulsante promette la fine dell’ansia da dispensa vuota, l’uscita dalla schiavitù delle corse affannose per l’acquisto di un bene indispensabile che sta finendo. Ordinare in modo ordinato.


L'invasione dei pulsanti

All’invasione dei pulsanti non si sfugge. Presto arriveranno lavatrici capaci di acquistare il detersivo da sole, lavastoviglie che ordineranno pastiglie, sale e brillantante quando è necessario, stampanti capaci di far arrivare il toner prima che finisca. E’ l’internet delle cose che – hacker russi permettendo – sta diventando realtà grazie ai nuovi dispositivi connessi in rete o dotati di pulsanti all’origine. Alcuni dei principali produttori di elettrodomestici hanno già siglato accordi con Amazon nel programma “Dash Replenishment”, che consentirà alle macchine di ordinare al posto nostro, dopo essere state “istruite”, s’intende.

La rivoluzione del pulsante è nell’Internet, ma anche nella logica delle cose. Un film di animazione nelle sale in questi giorni, “Cicogne in missione”, immagina un futuro nemmeno troppo lontano in cui pennuti hanno smesso di consegnare bambini, perché è molto più comodo e redditizio consegnare pacchi per il leader mondiale degli acquisti via internet. Nel racconto i pacchi hanno preso il posto dei figli (e i genitori trattano i pochi figli come gadget). Ma qualcosa a un certo punto succede, la “fabbrica” dei bambini – lettura peraltro ambivalente, con un fondo non del tutto rasserenante - si rimette in moto e le cicogne riprendono a fare il loro lavoro: consegnare bambini anziché pacchi. E tutti tornano spettinati e felici.

Che cosa faremo di questo tempo "libero"?

C’è, in effetti, una leggera incompatibilità tra l’idea di una casa ordinata e invasa da pulsanti per lo shopping e un’abitazione popolata da bambini. Cosa faremo del tempo che resta dopo aver programmato tutti gli apparecchi pensati per renderci più comoda la vita? Forse avremo voglia di uscire con i figli a fare la spesa in bici, salvo scoprire che la strada è invasa da furgoni in doppia fila. Clic.



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