sabato 14 ottobre 2023
Gli operatori si muovono con le offerte. Si punta a rendere il mercato più competitivo (come fu per la telefonia), ma è dura scegliere le tariffe più convenienti Il governo pensa a un rinvio
A tre mesi dalla fine del mercato tutelato cresce l'opzione proroga

IMAGOECONOMICA

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Tre mesi per scegliere il mercato libero e tentare di contenere il carobollette previsto alla luce del nuovo conflitto israelo-palestinese. È partito il conto alla rovescia per la fine del mercato tutelato e il completamento della liberalizzazione del settore. Ovvero il tramonto di quelle forniture di energia elettrica e gas naturale con prezzi e condizioni contrattuali definite (e tutelate) dall’autorità per l’energia, l’Arera.

Un countdown che interessa circa 9 milioni di utenze per le bollette della luce e 6 milioni per quelle del gas; famiglie e micro imprese che non hanno ancora scelto un venditore nel mercato libero. Ma cosa succede in concreto il 10 gennaio 2024 (per il gas) e il 1 aprile (per l’elettricità)? Al netto di eventuali proroghe, si entra nel mercato libero per cui, tutti i contratti (e la relativa spesa), cambieranno in base all’offerta del momento, proposta dall’operatore che andremo a scegliere. Chi al 10 gennaio non sarà già migrato verso un nuovo operatore, o non avrà aderito a una nuova offerta dello stesso operatore, sarà assegnato al servizio a tutele graduali. Arera ha definito il funzionamento di questo regime transitorio che entrerà in vigore subito dopo la fine del mercato tutelato che prende il nome di «Sistema a tutele graduali» (Stg). Ai clienti che finiranno in questo regime sarà assegnato in automatico un nuovo fornitore, individuato tramite un’asta territoriale. Il meccanismo dovrebbe rendere il sistema più competitivo (come è stato per la telefonia) e portare a una riduzione dei prezzi nel lungo periodo. Il governo sta però valutando se sia davvero così. In vista di questa deadline gli operatori si stanno comunque muovendo per cercare di acquisire clienti con offerte dedicate. Da Enel a Edison passando per Eni, Sorgenia, Poste, A2a, Iren, Hera, E.On, Engie.

Tutti i player hanno messo in campo le loro offerte per il mercato libero. C’è chi garantisce un prezzo fisso per 12 o 24 mesi e chi permette di svincolarsi senza oneri. Allo scopo di scegliere e confrontare le offerte Arera ha messo a disposizione un sito ad hoc che si chiama “portale offerte”. Facendo una simulazione possiamo confrontare le offerte e verificare che rispetto al mercato tutelato attuale c’è un leggero aggravio di costi in media di 50 euro l’anno. Non scegliere, però, potrebbe essere molto più dispendioso nella nuova fase di assegnazione tramite aste. Per questo, dato il nuovo allarme che interessa le bollette, sul tavolo del governo, resta comunque la possibilità di una proroga. Nell’ultima settimana ci sono stati diversi interventi del governo sul tema. «Prevedremo una proroga di qualche mese. Stiamo lavorando», ha sostenuto il viceministro dell’Ambiente Vannia Gava. «Stiamo lavorando su un approfondimento serio, tecnico, realistico sulle modalità di uscita. Il nostro dovere è che la fine del mercato tutelato sia più liscio, informato e semplice possibile», ha rimarcato il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin.

Per le associazioni dei consumatori urge rinviare la fine del mercato tutelato. E la risalita dei prezzi del gas gli darebbe ragione. «L’Istat ha reso noto negli ultimi dati disponibili, quelli definitivi di luglio 2023, che il gas del mercato libero è rincarato del 28,3% su luglio 2022, a fronte invece di un crollo del prezzo del gas del mercato tutelato, nello stesso periodo di riferimento, del 34,6%. Un divario tra mercato tutelato e libero di ben 62,9 punti percentuali. Deve, quindi, essere mantenuto il mercato tutelato che in questi mesi ha dato un contributo decisivo sia per contenere i rincari quando i prezzi sono esplosi sia per intercettare subito le riduzioni di prezzo quando queste si sono verificate nei mercati all’ingrosso», ha sottolineato Marco Vignola, responsabile del settore energia dell’Unione Nazionale Consumatori. Gli eventi degli ultimi giorni stanno poi esercitando una profonda pressione sui prezzi tanto che per il prossimo anno è atteso un rincaro di 2000 euro annui a famiglia.

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