Oltre sei ore di Consiglio per quantificare il costo effettivo di Santorini, Alexandria e Nota Italia, le tre operazioni messe in piedi sotto la gestione dell’ex presidente, Giuseppe Mussari, per puntellare il bilancio negli anni in cui Mps era impegnata a digerire l’onerosissima acquisizione da 9,3 miliardi di Antonveneta. Sono questi i prodotti finanziari che hanno spinto i nuovi vertici – il presidente Alessandro Profumo e l’amministratore delegato Fabrizio Viola – a chiedere al Tesoro ulteriori 500 milioni di euro di Monti Bond, facendo salire il totale dei prestiti governativi a 3,9 miliardi. Un «cuscinetto», ha spiegato il Monte in più occasioni, che dovrebbe assicurare «un’adeguata copertura prudenziale» alle tre operazioni, dalla cui analisi dovrebbe peraltro scaturire una rettifica dei bilanci passati. Questa mattina Viola illustrerà alla comunità finanziaria i risultati dell’analisi alla quale hanno collaborato, per la ricostruzione della vicenda, Eidos Partners e Pwc. Ma già ieri sera ha anticipato che le perdite potenziali scatenate dallo scandalo derivati ammontano a 730 milioni. L’impatto dell’operazione Santorini sui conti Mps, al 31 dicembre 2012, è pari a 305 milioni di euro mentre quello di Alexandria è pari a 273 milioni e «Nota Italia» 151,76 milioni. «Ci andremo a riprendere quelli e altri, se dovessero essercene», ha poi risposto Viola ai giornalisti che gli chiedevano se l’istituto cercherà di riprendere i 40 milioni di euro che la Gdf ha sequestrato ad alcuni funzionari e ad altre persone. «La banca è stata danneggiata», ha concluso. Il Cda di Mps ha dato inoltre mandato ai vertici per fissare la data d’emissione dei 3,9 miliardi di Monti bond, e ha autorizzato il pagamento degli interessi per l’esercizio 2012 dei Tremonti bond per un ammontare di 171 milioni di euro (pagamento che avverrà con ulteriore Monti bond).Il timore che il «conto derivati» potesse essere più salato era stato espresso da Standard & Poor’s, Moody’s e Fitch nei loro interventi sul rating di Siena. Mentre la valutazione fatta a metà ottobre da Viola stimava un impatto di 700 milioni di euro. Smentite in ogni caso le indiscrezioni che parlavano di un onere complessivo superiore al miliardo di euro, da spalmare comunque su diversi esercizi. Santorini e Alexandria sono relative infatti al 2008 e 2009. Negli ultimi mesi, tuttavia, proprio dai nuovi vertici, sono state scoperte perdite occulte, fuori bilancio e nascoste agli stessi organi della banca oltre che all’autorità di vigilanza.