L’elogio delle donne georgiane che «continuano a custodire e tramandare la fede». L’avvertenza alle comunità cattoliche a non affidarsi ai «criteri del funzionalismo e dell’efficienza organizzativa». La denuncia del «teoria del gender» come «grande nemica del matrimonio» in quella che è una «guerra mondiale» in atto «per distruggere il matrimonio».
L’invito ai propri fedeli di non cadere nel «grande peccato contro l’ecumenismo» che è il «proselitismo» con i «fratelli» ortodossi. Papa Francesco ha parlato così al “piccolo gregge” dei cattolici incontrati oggi nella seconda giornata del suo viaggio in Georgia. Una giornata caratterizzata anche dal nuovo caloroso incontro, nella cattedrale patriarcale, con Ilia II che ha ribadito la «profondissima stima» per il vescovo di Roma. Momento ecumenico, questo, che non è stato oscurato dalla mancata presenza di una delegazione ortodossa – sarebbe stata la prima volta - alla messa presieduta in mattinata nello stadio Meskhi.
Nel pomeriggio il successore di Pietro ha incontrato sacerdoti, religiosi, consacrate e rappresentanti dei consigli pastorali delle varie denominazioni cattoliche in Georgia. Parlando a braccio a invitato tutti ad essere «saldi nella fede» e a fuggire la «mondanità», ha esortato i religiosi a custodire la «memoria» della prima chiamata. Ha ricordato che «il matrimonio è la cosa più bella che Dio ha creato», che quando si divorzia si «sporca» Dio perché si «sporca la sua immagine», e ha denunciato la «teoria del gender».
Ha indicato ai cattolici di evitare il «proselitismo» verso gli ortodossi che sono «fratelli e sorelle nostri».
Ultima tappa della seconda giornata georgiana del Pontefice è stata la visita alla cattedrale patriarcale di Svetyskhoveli di Mtskheta, cuore spirituale dell’ortodossia georgiana. Salutato con parole affettuose dal Patriarca Ilia II che ha ribadito la sua «profondissima stima» per il vescovo di Roma, Papa Francesco ha definito questo appuntamento come «culmine» del suo «pellegrinaggio» in Georgia. Come previsto non c’è stata una preghiera comune, ma il Pontefice ha ribadito «che davvero è molto più ciò che ci unisce di ciò che ci divide».
Il commovente canto in aramaico (Tv2000)dmvgqb6Di3U;430;242
Domattina il Papa si reca in Azerbaigian, seconda tappa di questo suo viaggio nel Caucaso che aveva avuto un primo atto a giugno in Armenia. In tarda serata il rientro a Roma.