Con il progetto "Cammini della Fede" la Cei vuole aiutare i pellegrini a vivere al meglio la loro esperienza spirituale. Focalizzando i tre bisogni fondamentali del viandante: pregare, mangiare, dormire - .
Milioni di pellegrini si accingono a raggiungere Roma per il Giubileo. E la stragrande maggioranza di essi lo farà in aereo, automobile, treno o pullman (senza dimenticare le navi che attraccano a Napoli e Civitavecchia). Ma il “caval di San Francesco” è un mezzo ancora usato. E forse più di quanto non si creda. Nel senso che sono ancora parecchi i pellegrini che si spostano a piedi, o tutt’al più in bicicletta (o anche a cavallo, quello vero) sulle antiche strade che da tutta Europa portavano – e ancora portano – nel centro della cristianità. Strade secolari e in alcuni casi millenarie che hanno visto il passaggio di re e imperatori, poeti artisti, mercanti e militari o addirittura di interi eserciti, nobiluomini e nobildonne, così come poveri e semplici pellegrini.
Per questo nasce “Cammini della Fede”, un progetto promosso dalla Cei per avviare un censimento degli itinerari presenti sul territorio nazionale. L’obiettivo è infatti quello di costruire una grande rete di antiche e nuove vie di pellegrinaggio, che andrà ampliandosi con l’aggiunta di ulteriori percorsi e con il coinvolgimento di altri soggetti. In occasione dell’Anno Santo 2025, vengono proposti i primi sette itinerari che per la loro prerogativa di giungere a Roma possono essere considerati come “Cammini Giubilari delle Chiese in Italia”. Si tratta della Via Francigena del Nord e del Sud (due delle più importanti arterie medievali, lungo le quali il continente europeo ha visto svilupparsi la sua storia e la sua spiritualità), della Via di Francesco (cioè l’itinerario che ricalca gli spostamenti del Poverello di Assisi), della Via Lauretana (così denominata perché passava per il Santuario di Loreto), della Via Amerina (il cammino della Luce), ricavata su antiche strade dell’Impero Romano, della Via Romea Strata (che dai Paesi Baltici porta fino a Roma attraversando l’Europa dell’est) e della Via Matildica, che deve il proprio nome a Matilde di Canossa, dato che ne attraversava i possedimenti.
Primo strumento di questo progetto sarà una WebApp (www.camminidellafede.it), pensata per sostenere i pellegrini con spunti di riflessione e informazioni utili, che sarà disponibile nelle prossime settimane. Sviluppata dal Servizio Informatico della Cei con alcune collaborazioni esterne, presenterà ogni cammino nel suo valore storico-spirituale proponendo dei Punti di Interesse Ecclesiale (Pie). Tali luoghi, che saranno georeferenziati per permetterne una fruizione immediata, saranno divisi in tre sezioni, che sintetizzano i bisogni fondamentali dei viandanti: pregare, mangiare, dormire.
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La proposta ai pellegrini è quella di percorrere almeno 100 km a piedi o 200 km in bicicletta, in uno qualunque dei Cammini giubilari, anche senza dover arrivare necessariamente a Roma. Al raggiungimento dei chilometri, la WebApp produrrà un certificato di percorrenza con il quale si potrà ricevere il Testimonium dalle autorità competenti (durante il Giubileo tramite il Dicastero per l’Evangelizzazione - Sezione per le questioni fondamentali dell’evangelizzazione nel mondo).
“Cammini della Fede”, grazie alla collaborazione con l’associazione “Ad Limina Petri”, permetterà di monitorare l’effettiva percorrenza dei pellegrini su queste vie; potenziare lungo tali percorsi i riferimenti spirituali e cultural; organizzare, soprattutto nelle località principali, un’accoglienza spirituale per i pellegrini; offrire agli operatori (compresi quelli commerciali) una formazione che aiuti a comprendere il fenomeno e la dimensione religiosa e spirituale dell’esperienza.
Pellegrini in arrivo a Roma sulla Via Francigena - foto Luca Merisio
A livello diocesano, inoltre, sarà possibile creare sinergie tra le realtà ecclesiali, individuare piste di azione comuni, supportare i processi di preparazione al Giubileo, in rapporto con le Istituzioni civili.
Il progetto è connotato anche da un logo che reinterpreta in chiave moderna l’arte del mosaico, combinando segni grafici e simboli significativi per i pellegrini di ogni epoca. Accanto ad elementi tradizionali come il sandalo, la bisaccia, la conchiglia e la bussola, ve ne sono alcuni contemporanei come la bicicletta e lo smartphone. Al centro della composizione, spiccano i due segni principali, colorati e distintivi: la croce e il pellegrino, cardini del messaggio del progetto. Che in definitiva vuole invitare anche i cristiani del terzo millennio a riscoprire la bellezza della spiritualità itinerante.
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