mercoledì 28 luglio 2021
La corte ha accolto alcune eccezioni sollevate dalle difese. Si torna in aula il 5 ottobre. Il porporato ha denunciato per calunnia monsignor Alberto Perlasca e Francesca Chaouqui
La prima udienza del processo per la gestione dei fondi della Segreteria di Stato, svoltasi nella Sala polifunzionale dei Musei Vaticani, allestita come Aula di Tribunale

La prima udienza del processo per la gestione dei fondi della Segreteria di Stato, svoltasi nella Sala polifunzionale dei Musei Vaticani, allestita come Aula di Tribunale - Ansa / Vatican Media

COMMENTA E CONDIVIDI

Il Tribunale vaticano ha aggiornato al prossimo 5 ottobre la prosecuzione del processo sul famigerato immobile di Sloane Avenue a Londra che vede tra gli imputati anche il cardinale Angelo Becciu. La decisione è stata presa ieri al termine della prima udienza che è durata sette ore. Molte le eccezioni e le istanze presentate dagli avvocati dei dieci imputati e su cui il tribunale presieduto da Giuseppe Pignatone si è riservato di decidere. Nelle ordinanze finali i giudici hanno anche revocato il mandato di custodia cautelare emesso nei confronti dell’imputato R.M. il 19 giugno 2020. Una decisione dovuta al fatto che si è in una nuova fase del processo e quindi il mandato di cattura per M. è superato.

In aula erano presenti soltanto due imputati - il cardinale Becciu e monsignor Mauro Carlino -, mentre risultavano assenti gli altri otto, che sono stati rappresentati dai rispettivi avvocati. Se per il broker Gianluigi Torzi è stato riconosciuto il legittimo impedimento a essere presente ieri mattina, per gli altri sette imputati che non si sono presentati la corte ha stabilito di procedere con il giudizio in contumacia. Il porporato, invece, si è presentato in clergyman e croce pettorale e al suo ingresso c’è stato un attimo di silenzio. Ha preso posto accanto ai suoi avvocati nell’ultima fila dell’aula del Tribunale che è stata allestita nella Sala polifunzionale dei Musei Vaticani, visto l’alto numero di imputati e di avvocati di tutte le parti in causa.

L’udienza è iniziata poco dopo le 9.30 e si è conclusa alle 16.45. Gli avvocati degli imputati hanno contestato soprattutto lacune e scarsa leggibilità degli atti allegati alla citazione in giudizio formulata dall’accusa presieduta dal promotore di giustizia Gian Piero Milano.

Contestata anche la decisione dell’Apsa e dello Ior di costituirsi come parte civile, mentre non si sono sollevate obiezioni per l’analoga decisione presa dalla Segreteria di Stato, di costituirsi come parte civile. A difendere le parti civili (Segreteria di Stato, Apsa e Ior) sono gli avvocati Paola Severino e Roberto Lipari.

L’avvocato Fabio Viglione, in particolare, legale del cardinale Becciu, ha contestato la mancanza degli atti, soprattutto della trascrizione degli interrogatori di monsignor Alberto Perlasca, suo principale accusatore: «Vorremmo avere la possibilità di ascoltarli – ha detto –. Esiste una registrazione ma non è stata depositata agli atti». «Il diritto alla difesa è stato leso – ha aggiunto –. Non c’è alcuna registrazione che riguarda il cardinale Becciu». Il porporato è accusato di peculato, abuso di ufficio e subornazione (perché secondo l’accusa avrebbe cercato di indurre lo stesso Perlasca a testimoniare il falso).

L’avvocato del banchiere Enrico Crasso (per lungo tempo gestore di investimenti vaticani, ora accusato tra l’altro di peculato, corruzione, riciclaggio e autoriciclaggio), Luigi Panella, ha fatto notare che questo procedimento si è avvalso di 4 rescritti del Papa, definendo il rescritto «un atto amministrativo che non può modificare la legislazione in corso». Per Panella dunque, si verrebbe e a configurare un «tribunale speciale» e «un processo penale ad hoc che vanifica il diritto e contrasta con il principio del giusto processo».

Obiezioni contestate dal promotore di giustizia aggiunto, Alessandro Diddi, che ha dichiarato: «Se abbiamo commesso degli errori, siamo pronti a rimediare. Rispettiamo i diritti della difesa». Mentre il promotore di giustizia Milano ha fatto notare che il rescritto del Papa «è un atto legislativo, giurisdizionale, il cui uso va correlato al contesto di riferimento, ed è espressione suprema della potestà del Papa. C’è il rischio di travisare gli atti, se lo si guarda solo da un’ottica laica».

Al termine dell’udienza il cardinale Becciu, tramite il suo avvocato Viglione, ha rinnovato «la propria fiducia nei confronti del Tribunale, giudice terzo dei fatti ipotizzati soltanto dal promotore di giustizia, finora senza alcuna confronto con le difese e nell’ottica della presunzione di innocenza». Il porporato ha dichiarato di attendere «con serenità il prosieguo del processo e la dimostrazione delle numerose prove e testimoni indicati che dimostreranno la sua innocenza rispetto ad ogni accusa». E «con dolore e con fermezza» ha confermato di aver dato mandato di denunciare monsignor Alberto Perlasca e la signora Francesca Immacolata Chaouqui per «le gravissime e completamente false dichiarazioni» rilasciate agli inquirenti.

Infine ha ribadito di essere «obbediente al Papa che mi ha rinviato a giudizio, sono sempre stato obbediente al Papa, mi ha incaricato di tante missioni nella mia vita, ha voluto che venissi a processo e sto venendo al processo. Sono sereno, mi sento tranquillo in coscienza».

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: