"La violenza sugli anziani è disumana, come quella sui bambini,
ma Dio non vi abbandona, è con voi, con il suo aiuto voi siete e
continuerete ad essere memoria per il vostro popolo e anche per
noi". Il Papa lo ha detto domenica mattina rivolto in particolare a
Mubarak e
Aneesa, 74 e 68 anni, sposi da 51 anni, con 10 figli e dodici
nipoti. Sono profughi dal Kurdistan iracheno, e hanno raccontato
le sofferenze del loro popolo, in piazza San Pietro, davanti a
circa 30mila persone, in occasione dell'incontro dei nonni del
mondo.
Anche
Benedetto XVI ha partecipato alla prima parte
dell'incontro, e a lui il Papa ha dedicato non solo parole,
ricordando che lo considera un consigliere e che è bello averlo
in Vaticano, ma anche gesti: un abbraccio caldo, con Benedetto
XVI che sembrava aggrapparsi al successore, all'arrivo in
piazza, e ancora al momento in cui papa Ratzinger si è
congedato. E forse era dedicata in modo particolare al
predecessore la riflessione che papa Francesco ha inserito a
braccio: "Gli anziani, i nonni, hanno una capacità di pregare
per le situazioni più difficili, una grande capacità, e quando
pregano per queste situazioni, la loro preghiera è forte".
Nelle risposte agli anziani prima della Messa papa Francesco
ha sviluppato molto concretamente la
condanna della cultura
dello scarto e del "dio denaro", e nella Messa il tema della
alleanza tra le generazioni, essenziale per la vita di un
popolo, e antidoto contro il "totalitarismo". Nell'Angelus
infine, anche con la richiesta semischerzosa di pregare per il
card. Baldisseri, "il principale responsabile" del Sinodo sulla
famiglia, ha puntato l'attenzione sull'"importante evento", in
agenda dal 5 al 19 prossimi, con all'ordine del giorno temi
complessi, primo fra tutti quello dei divorziati risposati, e a cui ieri
la Chiesa universale ha dedicato una giornata speciale di preghiera.
"Non sempre un nonno o una nonna - ha detto tra l'altro -
hanno una casa, allora ben vengano le case per gli anziani, ma
che siano veramente case e non prigioni, e che siano per gli
anziani, che siano per gli anziani e non per l'interesse di
qualcuno altro, non ci devono essere istituti dove gli anziani
vivono nascosti e dimenticati". "Quante volte - ha ribadito -
si scartano gli anziani con atteggiamento di abbandono che sono
una vera e propria eutanasia, si scartano i bambini, i giovani
perché non hanno lavoro e si scartano gli anziani con la pretesa
di mantenere un sistema economico equilibrato al centro del
quale c'è il dio denaro". "Ci sono talvolta generazioni di
giovani che, per complesse ragioni storiche e culturali, vivono
in modo più forte il bisogno di rendersi autonomi dai genitori,
quasi di 'liberarsì del retaggio della generazione precedente.
È come un momento di adolescenza ribelle. Ma, - ha sottolineato
- se poi non viene recuperato l'incontro, se non si ritrova un
equilibrio nuovo, fecondo tra le generazioni, quello che ne
deriva è un grave impoverimento per il popolo, e la libertà che
predomina nella società è una libertà falsa, che quasi sempre si
trasforma in totalitarismo".
Nella omelia anche la sottolineatura del fatto che "Gesù non
ha abolito la legge sulla famiglia, ma l'ha portata a
compimento". Prima della Messa l'incontro è stato animato anche
da esecuzioni di Andrea Bocelli, Massimo Ranieri e Claudio
Baglioni. Alla fine del rito il Papa ha donato ad alcuni anziani
copie del Vangelo scritto in caratteri molto grandi, per
facilitarne la lettura. Sul sagrato, la icona che sarà portata
nell'aula dei lavori sinodali e che raffigura la famiglia di
Gesù.