“
Negro”, “
Vattene ad Auschwitz”. Sono questi gli
insulti xenofobi rivolti a
don Olivier Ndjimbi-Tshiende, 66 anni, originario del
Congo, che domenica 6 marzo ha annunciato le sue
dimissioni da parroco di San Martino a
Zorneding, paese di 8.500 abitanti nella
Baviera meridionale (
Germania). Come riportato dal
Sir, è dallo scorso autunno che il
sacerdote con cittadinanza tedesca aveva iniziato a ricevere ripetuti
insulti razzisti e
minacce di morte attraverso lettere anonime, su cui si è aperta un'indagine della polizia locale.In una
nota ufficiale dell’arcidiocesi di Monaco-Frisinga in cui è incardinato il parroco, che esprime “profondo dolore per questa decisione”, “condivisione e vicinanza” al sacerdote.Anche
Famiglia Cristiana ha aggiunto dettagli alla vicenda, spiegando che le minacce nei confronti del parroco sono cominciate lo scorso ottobre, quando don Olivier aveva contestato un documento della Csu (il ramo bavarese della Cdu, il partito cristiano democratico della cancelliera Angela Merkel) in cui si deplorava “l'invasione” dei migranti in Baviera. Johann Haindl, uno dei firmatari del testo contro gli immigrati, dirigente locale della Csu, aveva replicato al parroco dandogli del “negro”. In seguito Haindl è stato espulso dal partito, ma il clima per don Olivier è rimasto pesante, con accuse e minacce di morte. Ed è così arrivata la decisione di lasciare il proprio servizio di parroco a San Martino a Zorneding. Mentre la polizia di Zorneding sta indagando sull'origine e il mandatorio delle minacce di morte ricevute da don Olivier, il ministro presidente della Baviera e leader della Csu, Horst Seehofer ha condannato gli insulti xenofobi: "Tolleranza zero verso questi episodi razzisti".Nella cittadina bavarese, sempre secondo il “
Süddeutsche Zeitung”, da alcuni mesi si sono registrati numerosi “comportamenti di estremismo radicale, segnalati anche alle autorità pubbliche”. Sul sito della parrocchia di San Martino a Zorneding si legge: “Siamo scioccati e rattristati per queste minacce”. Tutti sono stati invitati a firmare una
petizione - che ha già raccolto
65mila firme - perché “il nostro parroco deve rimanere a Zorneding”. Questa sera, 9 marzo, è prevista una
manifestazione anti-razzista nella cittadina della Baviera e una
fiaccolata a cui parteciperanno sia cattolici sia protestanti, in segno di solidarietà verso
don Olivier Ndjimbi-Tshiende.