lunedì 25 settembre 2017
In un comunicato della Sala Stampa vaticana la replica all'ex revisore generale Libero Milone che denuncia di essere stato costretto alle dimissioni lo scorso 19 giugno: "contro di me false accuse".
La Santa Sede: da Milone comportamenti illeciti
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ll comunicato della Sala stampa vaticana è perentorio. «La Santa Sede prende atto con sorpresa e rammarico delle dichiarazioni rilasciate dal dottor Libero Milone, già Revisore Generale. In questo modo egli è venuto meno all’accordo di tenere riservati i motivi delle sue dimissioni dall’Ufficio. Si ricorda che, in base agli Statuti, il compito del Revisore Generale è quello di analizzare i bilanci e i conti della Santa Sede e delle amministrazioni collegate. Risulta purtroppo che l’Ufficio diretto dal dottor Milone, esulando dalle sue competenze, ha incaricato illegalmente una Società esterna per svolgere attività investigative sulla vita privata di esponenti della Santa Sede». È questa la perentoria risposta con cui la Santa Sede replica all’intervista rilasciata domenica scorsa dallo stesso Milone. Un colloquio, con Corriere della Sera, Wall Street Journal, agenzia Reuters e Sky Tg24, in cui l’ex revisore generale dei conti vaticani dichiara di non essersi dimesso volontariamente lo scorso 19 giugno ma di esservi stato costretto sulla base di false accuse. In particolare nell’intervista Milone denuncia di non aver potuto parlare col Papa come avrebbe voluto e racconta che gli furono mostrate due fatture in cui lo si accusava di «avere compiuto una distrazione di fondi: dunque un peculato, come pubblico ufficiale» e gli si attribuivano «conti per indagini ambientali, per 28 mila euro, per ripulire gli uffici da eventuali microspie». L'altra accusa nei suoi confronti, con tanto di decreto del Tribunale, era «di avere cercato informazioni impropriamente su esponenti vaticani». Ipotesi di comportamento illecito ribadite dalla nota vaticana in cui si evidenzia che «oltre a costituire un reato» questo «ha irrimediabilmente incrinato la fiducia riposta nel dott. Milone, il quale, messo davanti alle sue responsabilità, ha accettato liberamente di rassegnare le dimissioni». Il tutto – conclude il comunicato della Sala stampa vaticana – a seguito di «indagini condotte con ogni scrupolo e nel rispetto della persona».
Da parte di Milone, comunque, nessuna accusa nei confronti del Papa definito anzi una «grande persona», partito «con le migliori intenzioni» di riforma. «Ma temo – aggiunge Milone – sia stato bloccato dal vecchio potere». Una denuncia, come detto, non solo respinta ma rispedita al mittente dalla Santa Sede, con la nota pubblicata domenica 24 settembre.

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