
La Basilica di San Carlo al Corso a Milano - Dal Web
Cent’anni di preghiera, di servizio alla città e alla diocesi, di attenzione ai poveri. I Servi di Maria festeggiano un secolo dal ritorno a Milano dopo le soppressioni napoleoniche ad asburgiche. E nell’occasione ricevono il caldo abbraccio dell’arcivescovo di Milano monsignor Mario Delpini che domenica 23 febbraio presiede l’Eucaristia alle 19 nella Basilica di San Carlo al Corso. La celebrazione sarà animata dal Coro degli studenti del Liceo musicale “C. Golgi” di Breno (Brescia) diretto dal maestro Daniele Ferrari. Seguirà un breve momento musicale con brani organistici e vocali di W.A.Mozart, J-M.Plum, C.Saint-Saëns, A.Vivaldi.
La presenza a Milano
I Servi di Maria sono a Milano dal 1288, sin dalla prima espansione del centro-nord Italia del piccolo Ordine fiorentino dei frati "Servi di Santa Maria", organizzatosi attorno ai sette primi padri nel 1233.
Il convento milanese tra il Due e il Trecento si trovava appena fuori le mura della città (secondo l'uso dei frati mendicanti del tempo), a porta Orientale ove poi sorse la chiesa di San Pier Celestino. Dopo il 1317 i Servi portarono la loro dimora entro la cinta muraria, provvedendo alla costruzione di un nuovo convento sull'area dell'attuale Basilica di San Carlo. La nuova chiesa fu intitolata Santa Maria dei Servi. Il figlio più illustre del convento milanese resta il beato Giovannangelo Porro (1451-1505), entrato tra i Servi a Milano e passato poi in Toscana, ove rimase per alcuni decenni (due dei quali passati all'eremo di Monte Senario), prima di rientrare in Lombardia. Morì, infatti, a Milano il 23 ottobre 1505. Soppresso il convento dalle ordinanze napoleoniche, Santa Maria dei Servi divenne sede parrocchiale in luogo di altre piccole circoscrizioni del centro della città: Santa Maria Passerella, San Vito in Pasquirolo, San Pietro all'Orto, San paolo in Compito, San Giorgio al Pozzo Bianco. Tra i battezzati illustri della nuova parrocchia figurano i nomi di Federico Ozanam (13 maggio 1813), del beato Contardo Ferrini (5 aprile 1859) e di Armida Barelli (10 dicembre 1882).
I Servi fecero ritorno ufficiale nella loro antica sede dopo la Prima guerra mondiale (1926) e successivamente, nel 1944, fu loro affidata anche la nuova parrocchia dell'Addolorata, in San Siro. Durante questo periodo prestò la sua opera il Servo di Maria padre David Maria Turoldo, il frate poeta che nelle drammatiche giornate dell’occupazione nazista salvò centinaia di perseguitati ebrei e capi della Resistenza, lasciandoci pagine indimenticabili di struggente amore a Dio e agli ultimi. Tra i suoi gesti più significativi l’istituzione della Messa della carità, iniziativa di solidarietà concreta diretta a favore di casi di particolare indigenza, che vengono vagliati e quindi presentati nell'ultima domenica di ogni mese. Sin dal suo avvio la Messa della carità, che punta all’autosufficienza delle persone assistite, è espressione di espressione di tre realtà: la comunità dei frati, Servi di Maria; un gruppo di volontari laici che dedicano capacità, risorse e tempo ai fratelli più poveri; i fedeli che frequentano la chiesa di San Carlo e qui vivono la dimensione liturgica e caritativa della loro fede, inscindibilmente servizio a Dio e agli uomini.
Anche da questa scelta di impegno si evidenzia come sin dal momento del loro ritorno nella metropoli milanese i frati, insieme alle sorelle Serve di Maria, si sono inseriti nella vita della Chiesa locale e della città con vivacità di proposta evangelica.

I Sette Fondatori dell'Ordine - Visentin
La storia dell’Ordine
I Servi di Santa Maria sono un ordine di frati nato nell'atmosfera giovane e vitale delle nuove città del centro Italia, in quella fine del Medioevo caratterizzata da una primavera della cristianità paragonabile alla prima Pentecoste. Correva l'anno 1233 quando i primi Sete fratelli un tempo mercanti, iniziarono a Firenze il loro lungo itinerario di radicalità evangelica, riunendosi a vivere insieme in una piccola casa fuori le mura della città. Erano trascorsi pochi anni dalla morte di san Francesco ad Assisi (1226) e di san Domenico a Bologna (1221).
Da questo luogo iniziale i Sette fiorentini si spostano poi, verso il 1240, su Monte Senario, a 18 chilometri dalla città. In solitudine e povertà, essi imperniano ora la loro vita sulla contemplazione. Verso il 1250 i Sette, cui nel frattempo si sono aggiunti molti compagni, ridiscendono a Firenze, aprono la prima chiesa urbana (la santissima Annunziata), vivono di mendicità.

La Fondazione dei Servi di Maria rilsale al XIII secolo - Visentin
Tre le caratteristiche essenziali delle origini. Innanzitutto la pietà mariana: i Sette fanno parte di un gruppo di devoti di "nostra Donna ", come era allora chiamata la Madre del Signore; ne diventeranno, dice la Cronaca di fra Pietro da Todi, i "Praecipui amatores", i grandi innamorati. Altro elemento fondamentale della vita dell’Ordine è la misericordia: il gruppo dei Servi aveva cura di un ospedale, lo spedale di Fonte Viva, luogo dell'amore fattivo e della tenera pietà verso ogni creatura. Terza caratteristica fondamentale è l’amicizia. L’origine dell’Ordine, infatti, fu un evento di comunione. I Sette fratelli sono amici tra loro. L'origine dei Servi è sotto il sigillo dell'amicizia. In principio, quindi, c’è la fraternità.
Lungo la sua storia l'Ordine dei Servi, scrivono oggi i religiosi, è sempre stato una microrealizzazione (oggi sono circa 1000 frati, sparsi in 39 nazioni). È un Ordine dei piccoli numeri, non avrà mai né grandi poteri né grandi masse: un Ordine, insomma a misura d'uomo e di fraternità.