L'arcivescovo ha scritto una lettera agli adolescenti. Una bussola per l'Anno Straordinario loro dedicato dalla diocesi e aperto, il 30 settembre, da un incontro con il presule al quale hanno partecipato, da remoto, 60 oratori e 1.200 ragazzi - foto Itl - Stefano Mariga
«Gesù non sempre dà risposte, non impone precetti, ma solo un comandamento: amare come lui ha amato. Suggerisce uno stile, piuttosto che di fare questo o quello». Ecco la via per «non essere solamente "uno che segue"» ma «quel compagno di viaggio che gli amici e i tuoi educatori hanno avuto la fortuna di incontrare». Se vuoi vivere da fellower e non da follower, sappi che Gesù «ti è sempre vicino: esplora la via della gioia e porta a compimento la tua vocazione». E proprio così, Fellowers. Compagni di viaggio, s’intitola la lettera che l’arcivescovo di Milano Mario Delpini ha indirizzato agli adolescenti ambrosiani. Una bussola per l’«Anno straordinario Adolescenti» che la diocesi di Milano ha aperto la sera di giovedì 30 settembre, alla presenza di Delpini, con un incontro svoltosi al Teatro Argentia di Gorgonzola e al quale si sono collegati via Zoom 60 oratori e 1.200 ragazzi.
Con questo «Anno straordinario» la diocesi vuole rilanciare e rinnovare la sollecitudine delle "comunità educanti" verso gli adolescenti, dopo il tempo della pandemia che ha messo a dura prova i ragazzi, i loro educatori, i loro oratori. «Di come la vostra vita sia stata un po’ stravolta, di come avete saputo resistere e ripartire» l’arcivescovo è consapevole. Eccolo, dunque, prendere l’iniziativa e scrivere questa lettera – rivolta a due ragazzi immaginari, Sofia e Leonardo – «per proporvi compagni di viaggio per il tempo dell’adolescenza». E quanto c’è bisogno di trovare i compagni giusti, mentre la vita torna a svolgersi sempre più "in presenza". Perché «non ogni presenza è un’amicizia». Ci sono amicizie «che rendono peggiori» e altre che, invece, «rendono migliori. Sono le amicizie che rendono più facile fare il bene desiderabile». Queste amicizie «non si costruiscono perché uno lo vuole, ma per una speciale grazia di Dio», spiega il presule. Che non si stanca di ripetere ai ragazzi: «non dovete sottovalutarvi», «ciascuno di voi è prezioso». E «quello che vi rende importanti, belli, preziosi è che voi siete capaci di amare!».
L’adolescenza è tempo di domande, inquietudini, insoddisfazioni, crisi. A volte radicali. «C’è una terra promessa per cui vale la pena di fare tanta fatica?». Sì, c’è. Ma il cammino da fare richiede amici veri. Come Gesù. Che sull’amicizia «non si è limitato a fare discorsi». Ed ecco Delpini aprire il Vangelo di Giovanni là dove il Signore lava e asciuga i piedi dei discepoli. È «l’immagine dell’amicizia che rende migliori: lavarsi i piedi gli uni agli altri, correggere e lasciarsi correggere, servire e lasciarsi servire».
«Preziosi compagni di viaggio» sono, in particolare, «i saggi consiglieri». Possono essere amici più grandi, preti, suore, educatori, i genitori stessi. Cosa li accomuna? L’«avere una specie di fissazione: ricordarti che la vita è una vocazione!». Con la sua «parola saggia» il consigliere ti aiuterà ad affrontare i «problemi che sembrano senza soluzione» e a capire che «non sei tanto sbagliato o sbagliata se ti poni questioni su Dio, sui sentimenti, sul sesso, sulla vita e sulla morte». I saggi consiglieri «sono coloro che, docili allo Spirito Santo, aiutano a entrare nella verità». E a comprendere che «vocazione» significa che «la vita ha senso in rapporto con il mistero di Dio».
Un mistero inconoscibile? No: «Il Figlio, Gesù, ce lo ha rivelato». Ecco, dunque, l’invito a coltivare «l’amicizia con Gesù». Rimanere con Lui e in Lui «è la condizione per fare le scelte giuste, per portare molto frutto, per sperimentare la gioia». «La testimonianza degli apostoli – riprende Delpini – propone di chiedere a Gesù di essere compagno di viaggio per compiere le scelte giuste nei momenti importanti della vita come nella quotidianità». Vivere la vita come vocazione significa fare le proprie scelte «dialogando con Gesù». Il Signore «vive sempre con noi, perché nella vita quotidiana dimora la gloria di Dio». Che «non è uno spettacolo clamoroso» ma «è l’amore che rende capaci di amare. E proprio qui e ora, come dappertutto e in ogni tempo, abita l’amore che rende capaci di amare: la terra è piena della gloria di Dio», spiega Delpini, evocando il suo stesso motto episcopale, Plena est terra gloria eius. Per diventare amici di Gesù «c’è bisogno di pregare». E nella fatica, «non disperare mai. Ogni peccato può essere perdonato. È importante imparare quale grazia sia la confessione». Com’è importante «scrivere una regola di vita», per dare un ritmo e un ordine al proprio viaggio. E non trascurare la Messa: «non possiamo rinunciare al pane del cammino». E sempre: «Fai quello che ti sembra adatto a te! Importante è che fai per amore».
Ecco come e dove trovare la lettera di Delpini
«Fellowers. Compagni di viaggio» è il titolo della lettera scritta dall’arcivescovo di Milano, Mario Delpini, per l’«Anno straordinario Adolescenti». Edita da Centro Ambrosiano (32 pagine, 2 euro) è disponibile dai primi giorni di ottobre presso la Libreria dell’Arcivescovado (piazza Fontana 2, Milano) e presso tutte le librerie cattoliche della diocesi. Info e prenotazione: Itl Libri, tel. 02.67131673; libri@chiesadimilano.it.
Don Guidi (Fom): un Anno per affrontare l’emergenza educativa
Un «Anno straordinario Adolescenti» per rilanciare e rinnovare la sollecitudine delle «comunità educanti» verso una delle categorie che più ha sofferto durante la pandemia. È l’anno aperto dalla diocesi di Milano che prevede, ogni mese, fino a maggio, un evento da vivere a livello locale, decanale o diocesano. Come, il prossimo 31 ottobre, la «Notte dei Santi» al quartiere CityLife di Milano. Con questo «Anno» si intende affrontare quella «emergenza educativa» richiamata dall’arcivescovo Delpini in un messaggio del 21 febbraio scorso in cui si parlava dello «“strazio dell’impotenza educativa” che tante nostre comunità percepiscono – ricorda don Stefano Guidi, direttore della Fondazione oratori milanesi –. C’è una situazione di allarme sul vissuto degli adolescenti. Perciò non partiamo dai programmi, ma dall’attenzione a loro, dalla condizione reale che stanno vivendo». Chiamando i ragazzi a essere, per primi, protagonisti nel cammino delle comunità.