lunedì 2 settembre 2013
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"La via di soluzione dei problemi della Siria non può essere l'intervento armato. La violenza non ne verrebbe diminuita. C'è, anzi, il rischio che deflagri e si estenda ad altri Paesi. Il conflitto in Siria contiene tutti gli ingredienti per esplodere in una guerra di dimensioni mondiali": così monsignor Mario Toso, del dicastero vaticano Giustizia e Pace."Le società civili e le loro organizzazioni sollecitano i loro rappresentanti per un verso a lasciare definitivamente da parte il conflitto armato - "Mai più la guerra" - e per un altro verso a lavorare, con convinzione ed intensamente, per la pace", dice il segretario di Giustizia e Pace alla Radio Vaticana all'indomani dell'appello di papa Francesco contro la guerra in Siria."Non è mai l'uso della violenza che porta alla pace - spiega -. La guerra chiama guerra anche perché intrappola i popoli in una spirale mortale: porta in sé una visione distorta del potere inteso come sopraffazione e dominio e, inoltre, accentua il pregiudizio che tutti cercano di distruggere gli altri. Su tali presupposti l'"altro" rimane sempre un antagonista, un nemico da sconfiggere, non sarà mai un fratello. La guerra non finisce mai e le ragioni della giustizia sono disattese".Secondo mons. Toso, "come ha fatto intendere Papa Francesco", in Siria "occorre essere angosciati per i drammatici sviluppi che si prospettano, alla luce di come si stanno muovendo i grandi della terra. La via di soluzione dei problemi della Siria non può essere quella dell'intervento armato. La situazione di violenza non ne verrebbe diminuita. C'è, anzi, il rischio che deflagri e si estenda ad altri Paesi"."Il conflitto in Siria - prosegue - contiene tutti gli ingredienti per esplodere in una guerra di dimensioni mondiali e, in ogni caso, nessuno uscirebbe indenne da un conflitto o da un'esperienza di violenza. L'alternativa non può essere che quella della ragionevolezza, delle iniziative basate sul dialogo e sul negoziato".
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