Sono centinaia i presepi esposti in queste settimane lungo le strade di Portico di Romagna. Nella foto: una originale rappresentazione della Natività - .
Gli abitanti di Portico di Romagna, un caratteristico borgo medievale sull’Appennino romagnolo a 35 chilometri da Forlì e 70 da Firenze, sono rimasti in 350, ma i presepi realizzati nelle vie, nelle piazze e negli angoli del paese sono molti di più. Ogni famiglia e ogni abitante sono autori di varie decine di presepi, tanto che ormai è diventato da oltre 50 anni “Portico il paese dei presepi”. La rassegna dall’8 dicembre al 12 gennaio attira ogni anno oltre diecimila visitatori che arrivano da Emilia Romagna, Marche, Toscana e Veneto, fra cui scolaresche, gruppi parrocchiali e giovanili, famiglie con i bambini.
Ma che cosa c’è da vedere? Intanto il paese è un presepe di per sé dal punto di vista architettonico (costruito su tre piani: i borghi in basso, i palazzi signorili in mezzo e castello e pieve in alto), con le case medievali a torre, le viuzze strette, le antiche chiese, il mastio del castello dei conti Guidi, i palazzi del XIV secolo (fra cui quelli dei Traversari di Ravenna e dei Portinari di Firenze; Folco, il padre della Beatrice di Dante, nacque qui e Dante fu accolto in esilio). Ma la caratteristica che sorprende i visitatori è che tutti gli abitanti partecipano alla realizzazione di centinaia e centinaia di presepi fuori dalla porta di casa, come fosse un tutt’uno con chi abita dentro, un prolungamento degli auguri di Buon Natale a tutti quelli che passano, ai visitatori, chiunque essi siano, giorno e notte, perché la visita è sempre aperta e libera. Il paese è una Betlemme 24 ore su 24.
Veduta aerea di Portico di Romagna, borgo di 350 abitanti a 35 chilometri da Forlì e 70 da Firenze, le cui vie in queste settimane si "popolano" di presepi - .
Inoltre, i presepi sono di tutte le grandezze, realizzati con i materiali più diversi (legno, materiali di riciclo, tronchi, sassi e vecchi attrezzi artigianali) e gli stili personali, da quelli artigianali agli artistici, fino a quelli stilizzati o “teologici”. Qualche esempio? Nei borghi medievali, dove la tradizione è nata, quando 50 anni fa due donne aprirono le porte di casa per costruire il presepe in strada, si trovano i presepi artigianali della tradizione. Salendo nella via centrale dei palazzi nobiliari, le varie Natività si presentano negli stili più moderni e con gli attrezzi dei vecchi mestieri: della vecchia cantina (davanti ad una moderna enoteca), una serie infinita di cesti di Natale vuoti che si arrampicano su per il muro da terra fino alle finestre del secondo piano, formando una bella stella cometa da riempire di luce, oppure una teoria di libri della “Biblioteca dei Libri Liberi” (dove ognuno può entrare a portare o prendere testi usati).
Una bambina osserva con curiosità uno dei presepi allestiti lungo le strade di Portico di Romagna - .
In cima alla via centrale fan bella mostra di sé i “Presepi contadini”, realizzati in stile misto: materiali semplici, ma chiaramente allusivi al Natale. Qui la stella cometa è formata da un mazzo di spighe di grano alludendo all’Eucaristia; le zappe raffigurano Maria, Giuseppe e il Bambino, per sottolineare il continuo lavoro e l’impegno a far fruttificare i talenti; il Bambino deposto nel mestolo che serviva per attingere l’acqua dal secchio (“chi beve dell’acqua che io gli darò, non avrà mai più sete”).
Nella parte alta si trovano due mostre. Nella torre del castello “Oro e Avvento”: una trentina di opere di tre artisti e pittori di Forlì presentano il Natale, ispirati dai mosaici bizantini delle basiliche di Ravenna, attraverso decorazioni in oro, per richiamare il “simbolo del divino”, com’è nelle icone orientali.
La Santa Famiglia fra mobili e attrezzi da lavoro del passato - .
Infine, la rassegna si conclude nella chiesa parrocchiale dedicata all’Assunta e a San Giacomo Apostolo, dove il “Presepe del Cammino” (realizzato dai parrocchiani) sviluppa in cinque scene il tema del Giubileo “Pellegrini di speranza”: gli scarponi del cammino (nell’altare di San Francesco e Santa Lucia, in riferimento al dantesco “Nel mezzo del cammin di nostra vita”), gli zaini (nell’altare del patrono San Giacomo di Compostela), il Presepe di Greccio (sull’altar maggiore, copia dell’opera di Giotto a grandezza naturale), la sosta (con un grande pane e un fiasco di vino sull’altare dell’Ultima Cena) e le valigie “da riempire proseguendo il cammino della vita”. Durante l’ultima settimana, anche il vescovo di Forlì-Bertinoro, Livio Corazza, in visita pastorale nella zona, ha fatto tappa a “Portico il paese dei presepi”.
Il vescovo di Forlì-Bertinoro, Livio Corazza, in visita a Portico di Romagna e ai suoi presepi - .