mercoledì 18 dicembre 2024
Pubblicati in italiano alcuni dei migliori scritti ignaziani del direttore spirituale gesuita del futuro papa Francesco
A destra Jorge Mario Bergoglio  (terzo in piedi da sinistra) assieme  al maestro di Esercizi spirituali  Fiorito

A destra Jorge Mario Bergoglio (terzo in piedi da sinistra) assieme al maestro di Esercizi spirituali Fiorito - Web

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Papa Francesco ha sempre intravisto, anche quando era un “semplice” gesuita in formazione e prima di assurgere al ruolo apicale di provinciale dei gesuiti argentini nel confratello padre Miguel Ángel Fiorito (1916-2005) il suo primo «maestro del discernimento degli spiriti». Soprattutto quando si praticano in modo costante e lineare le quattro settimane degli Esercizi Spirituali, secondo il metodo di sant’Ignazio di Loyola.

E un libro ora edito da Àncora (pagine 240, euro 26) dal titolo evocativo Discernimento e lotta spirituale scritto proprio da Fiorito e riproposto in lingua italiana dalla casa editrice dei padri pavoniani ritorna sull’importanza dell’esercitante di come debba vivere e sperimentare i suoi colloqui con Dio. Attraverso la pratica ordinaria degli Esercizi.

Il volume in questione arriva dopo la pubblicazione monumentale, sempre portata avanti da Àncora nel 2021, di un altro testo di Fiorito Cercare e trovare la volontà di Dio. Guida pratica agli Esercizi spirituali di sant’Ignazio di Loyola (pagine 1076, euro 105) curato tra l’altro, in modo certosino, dal patrologo e nipote di papa Bergoglio il gesuita argentino Josè Luis Narvaja.

Il pregio di questo testo è quello di assaporare il tratto spirituale e molto paterno di Fiorito. Tanti sono i rimandi alla patristica a Giovanni Cassiano, ai padri del deserto come a Teresa d’Avila. Il testo custodisce anche la presentazione del già direttore de La Civiltà Cattolica Antonio Spadaro. Il volume ci regala anche una breve ed efficace presentazione scritta dall’allora gesuita Jorge Mario Bergoglio che ricorda questa piccola verità. Eccola: «Il tema di questo libro, in fondo, è l’uomo, l’uomo combattivo che non si scoraggia davanti ad alcun conflitto, ma combatte per conquistare ciò che più lo esalta e lo nobilita: per conquistare Dio». E in fondo leggendo questo libro si comprende il debito di Bergoglio verso il suo maestro e scelto, non a caso, per parecchi anni come suo personale direttore spirituale. Da accostare questo autore per grandezza, secondo il gesuita Santiago Madrigal Terrazas, ad altri due fari della spiritualità ignaziana del Papa: Hugo Rahner e Gaston Fessard.

Riecheggia prendendo in mano questo testo una delle massime attribuite ad Ignazio di Loyola da Jeronimo Nadal: «Trovare Dio in tutte le cose». Come ritornano spesso molto dei rimandi alla predicazione ordinaria del Vescovo di Roma quando mette in guardia dalla figura del demonio spesso melliflua che con il suo agire sotterraneo fatto di immagini e di «inganni» ci allontana da Dio e dal Suo desiderio di bene per noi e di salvezza eterna.

Ma il volume offre proprio come nei migliori manuali di spiritualità ignaziana (basti pensare ai capolavori di mistica scritti da Jean Joseph Surin e Louis Lallemant) al lettore la strada del superamento degli affetti disordinati per approdare a una vita perfetta e lontana da vizi come la vanità (tanti qui gli accenni all’Autobiografia di sant’Ignazio) e dall’«amor proprio». Ed è lo stesso autore a indicarci la via privilegiata da imboccare: «E dobbiamo contare sulla compagnia del direttore o padre spirituale, per aiutarci a “discernere gli effetti del buono o del cattivo spirito”, affinché impariamo così a prestare un identico aiuto agli altri».


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