Quando lo spirito religioso di
Madre Teresa supera qualsiasi barriera, anche quelle del
carcere Regina Coeli.
Come? Attraverso il linguaggio universale della
pace e i valori di
solidarietà, partecipazione e condivisione, che Madre Teresa ha promosso nel mondo: sono stati questi i temi affrontati nell’incontro seminariale che si è tenuto all’interno del carcere romano di Regina Coeli. Nell’anno giubilare l’iniziativa ha rappresentato uno dei momenti forti di promozione del valore della misericordia anche a coloro che vivono in regime di detenzione.
Interesse e commozione hanno caratterizzato l'incontro a cui hanno preso parte i
detenuti che, insieme alle autorità dell’Istituto di pena, alle religiose, al Cappellano e ai volontari, hanno assistito alla proiezione di un documentario sugli aspetti salienti della vita della
fondatrice delle Missionarie della Carità. Le motivazioni dell’incontro, che ha visto la partecipazione di tanti ospiti di etnie e religioni diverse sono state spiegate in un'intervista alla
Radio Vaticana da Maria Falcone, docente del penitenziario e organizzatrice dell’evento.
«Abbiamo voluto organizzare questo evento per dare forza al valore della pace in un luogo come il
carcere, dove la pace ha necessità e bisogno di essere rafforzata, ribadita, riproposta su più livelli e in varie forme. Dall’altra parte, abbiamo voluto fare un omaggio a
Madre Teresa di Calcutta» ha spiegato Falcone.
«Questi incontri hanno essenzialmente una funzione pedagogica, perché mettono le persone - ha proseguito la docente - nella condizione di apprendere i
valori universali di
umanità, di
solidarietà,
partecipazione e
condivisione che
Madre Teresa di Calcutta ha esteso a tutti. All’incontro erano presenti
detenuti di tutte le etnie e di tutti i credo religiosi, tutti pronti ad abbracciare quello che è stato per noi il linguaggio universale della
pace. Per loro è stato particolarmente toccante, particolarmente commovente. Quello che più mi ha colpito è stato il fatto che si avvicinassero spontaneamente a salutare le suore di
Madre Teresa, in segno di devozione, e questo è stato importante, perché i
detenuti partono da un percorso di sofferenza».