«Stiamo proteggendo la sacralità della vita e della famiglia al centro della nostra società». Intervenendo in videoconferenza alla Marcia per la vita di Washington – il primo presidente americano a farlo da quando l’evento è stato istituito, 45 anni fa – Donald Trump ha ieri ribadito la sua contrarietà all’aborto, legale negli Usa dal 1973.
«Sempre più americani sono sempre più pro-life. Sotto la mia Amministrazione difenderemo sempre il diritto alla vita», ha aggiunto il capo della Casa Bianca, che in 12 mesi in carica ha dimostrato in vario modo la sua determinazione nel proteggere i diritti dei nascituri. Uno dei primissimi atti di Trump alla Casa Bianca, un anno fa, è stata infatti la firma del bando ai finanziamenti americani per le organizzazioni non governative che praticano o promuovono l’aborto nel mondo.
Il capo di Stato Usa ha anche promulgato una misura che proibisce l’erogazione di fondi pubblici per l’aborto negli Stati Uniti, rendendo permanente il famoso emendamento Hyde, che dal 1976 doveva essere aggiunto ogni anno a leggi di spesa federale per entrare in vigore. Questa settimana inoltre il presidente ha creato un nuovo ufficio per «la libertà di coscienza e religiosa» per proteggere medici, infermieri e altri lavoratori del settore sanitario contrari a praticare aborti oppure operazioni per il cambio di sesso. E ieri Trump ha dichiarato il 22 gennaio – la data in cui, nel 1973, la Corte suprema statunitense dichiarò legale l’interruzione di gravidanza con la sentenza Roe vs Wade – «Giornata nazionale della sacralità della vita».
La marcia come ogni anno si è snodata per le vie del centro della capitale Usa, finendo di fronte alla Corte suprema. Qui lo speaker della Camera, il repubblicano Paul Ryan, è intervenuto di persona, dichiarando in un discorso il suo sostegno a fianco dei movimenti pro-life. Lo scorso anno era intervenuto il vicepresidente, Mike Pence.