sabato 13 febbraio 2021
Aborto e identità di genere funzionano come un richiamo irresistibile, finendo puntualmente per compattare un fronte aggressivo
Il caso del liceo di Roma: il riflesso condizionato che acceca

Ansa

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Non possiamo assuefarci, anche se ogni volta siamo daccapo: quando su alcuni temi – sempre gli stessi – spunta un’idea diversa dalla vulgata ritenuta prevalente, è quasi inevitabile che parta il disco rotto della polemica frontale e del discredito gettato su dissenzienti, fatti passare per impresentabili diffusori di bugie e pregiudizi, negando loro persino il diritto di replica. Aborto e identità di genere, al centro della vicenda del liceo di Roma, funzionano come un richiamo irresistibile, finendo puntualmente per compattare un fronte aggressivo che imbraccia slogan e pregiudizi per muovere all’assalto di chi non si riconosce nell’applicazione di una libertà ritenuta insindacabile, contestando questo nuovo dogma quando si traduce in proposta educativa. Negare a priori ogni confronto, però, è una pessima scelta, specie per chi dice di credere in una società inclusiva: si finisce infatti con il non accorgersi che l’'avversario' di turno altro non fa che applicare la legge dello Stato, oltre a quella del buon senso. E se si ricorda che la scuola deve coinvolgere le famiglie e non scavalcarle, si dà voce a una evidenza universalmente condivisa. Altro che censura.

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