martedì 3 dicembre 2024
Il 3 dicembre la Giornata internazionale. Da un'indagine del Garante per l'infanzia: 6 alunni su 10 dicono che la propria classe non è inclusiva
Scuola, inclusione in salita. La Fism: non dimenticate i nostri bambini
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È ancora tutta in salita, la strada per la piena inclusione dei disabili a scuola. E quelli più a rischio sono gli iscritti alle scuole paritarie. Sono molto preoccupanti i dati diffusi dall’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza in occasione della Giornata internazionale delle persone con disabilità, che si celebra il 3 dicembre. Così come è drammatico l’appello al Governo della Fism, la Federazione delle scuole materne di ispirazione cristiana, che lancia l’allarme sulla mancanza di fondi adeguati a garantire il sostegno nelle scuole dell’infanzia paritarie.

Se, a livello individuale, gli studenti italiani tra i 14 e i 19 anni (oggetto dell’indagine promossa dal Garante con il portale Skuola.net e pubblicata nel documento “Scuola e inclusione: dico la mia”) si dichiarano «abbastanza accoglienti» verso i disabili (55%), ben il 58% (quasi sei su dieci), considerano la propria classe «poco inclusiva». E il 62,1% è convinto che vi siano momenti che tendono a escludere gli alunni con disabilità. Inoltre, il 43,5% ha assistito o è venuto a conoscenza di episodi di bullismo nei confronti di studenti con disabilità e il 36,5% ha dichiarato di non sapere come comportarsi o a chi rivolgersi. E ancora. Il 22% pensa che il compagno o la compagna con disabilità disturbi il normale svolgimento delle lezioni, al contrario il 46,5% ritiene che non influisca, mentre il 10,4% è convinto che la presenza sia di supporto alle lezioni. Il 21% ha scelto di non esprimersi perché «non ha mai avuto studenti con disabilità in classe».

«Uno degli aspetti che più mi colpisce nel leggere i risultati della consultazione – commenta l’Autorità garante, Carla Garlatti – è quello della discrepanza di percezione che i ragazzi hanno del proprio comportamento come singoli e come parte del gruppo di appartenenza. Se oltre il 70%, infatti, dichiara di essere individualmente “abbastanza o molto accogliente” verso i compagni con disabilità, quando si prende in considerazione il carattere inclusivo del gruppo il 58% trova la propria classe poco inclusiva. Questo aspetto rende quanto mai necessario rafforzare nei ragazzi il senso di appartenenza a una comunità e il senso di responsabilità individuale all’interno del gruppo».

Un lavoro che chiama direttamente in causa anche la responsabilità degli insegnanti. A questo proposito, si legge sempre nel documento del Garante, sei su dieci tra i partecipanti alla consultazione non hanno mai chiesto ai docenti come comportarsi con un compagno con disabilità. Alla domanda “Gli insegnanti ti hanno mai dato indicazioni su come comportarti?” il 38,2% dichiara di averle avute, mentre il 33,4% afferma di non averle ricevute. Rispetto alla preparazione degli insegnanti di sostegno la metà (50,5%) pensa che quelli preparati siano pochi.

Sono gli stessi ragazzi, infine, a indicare alcune piste di lavoro per rendere più accogliente la scuola. Oltre la metà (52,9%) ritiene necessario investire nella formazione dei docenti, mentre l’11,9% ritiene sia necessario aumentare il numero degli insegnanti di sostegno. Contano per gli studenti anche le campagne di sensibilizzazione e i momenti di confronto (25%), gli investimenti sugli psicologi scolastici (26,5%) e in edilizia scolastica (30,4%).

A questo riguardo, la ministra per le Disabilità, Alessandra Locatelli, ha dichiarato: «Il ministro Valditara sta lavorando tantissimo per garantire un miglior supporto da parte degli insegnanti di sostegno: più velocità nelle nomine e per dare più continuità. Certo c’è tanto lavoro da fare perché i numeri ci dicono che sono sempre più in crescita le presenze di bambini con disabilità o con un disturbo del comportamento, anche complesso. La strada per il futuro è anche rivedere l’approccio con questi numeri» come «c’è ancora molto da fare dal punto di vista delle barriere architettoniche e sensoriali».

Della necessità di maggiori investimenti parla anche la Fism, che rappresenta novemila realtà educative paritarie, con oltre mezzo milione di bambini tra 0 e 6 anni. «Chiediamo che la legge di Bilancio non dimentichi i nostri alunni disabili», è l’appello al Governo del presidente nazionale, Luca Iemmi. La richiesta è motivata dal fatto che, tra gli emendamenti “supersegnalati” alla Legge di Bilancio, in discussione alle Camere, non sono compresi quelli per aumentare i finanziamenti al sostegno nelle scuole paritarie.
Secondo i dati più recenti sono circa 16mila i casi di alunni con disabilità nelle scuole non statali e in aumento di anno in anno del 10%: la richiesta proveniente da queste realtà che fanno parte dell’unico sistema pubblico di educazione e istruzione è quella di un segnale di forte attenzione. «Servono almeno 30 milioni di euro per supportare l’assistenza specialistica prevista», ricorda Iemmi. «L’inclusione di questi alunni, grazie al prezioso lavoro di tanti insegnanti di sostegno, è un diritto contemplato dalla nostra Costituzione e, al contempo, costituisce una leva per lo sviluppo di comunità capaci di reale accoglienza», aggiunge. Confidando che nella manovra di bilancio tale «obiettivo» resti «prioritario e irrinunciabile», come chiedono migliaia di scuole paritarie, già attanagliate da tante difficoltà che continuano a decretarne le chiusure.

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