lunedì 30 aprile 2018
Il pentastellato attacca i partiti e lancia un appello per le elezioni anticipate. L'ex segretario Renzi: sì a un incontro, no alla fiducia. Pd spaccato: Martina minaccia le dimissioni
Di Maio: chiederò il voto a giugno
COMMENTA E CONDIVIDI

Luigi Di Maio attacca i partiti e chiede elezioni anticipate. «È vergognosa la maniera in cui tutti i partiti stanno pensando ognuno al proprio orticello e ai propri interessi di parte. Non sono venuti neanche al tavolo per confrontarsi sui temi. Hanno pensato - scrive su Facebook - solo alle loro poltrone». Il leader dei 5 Stelle lancia quindi una sfida a Matteo Salvini: «Bisogna tornare al voto il prima possibile. Tutti parlano di inserire un ballottaggio nella legge elettorale, ma il ballottaggio sono le prossime elezioni. Quindi dico a Salvini, adesso chiediamo insieme di andare a votare, e facciamolo finalmente questo secondo turno a giugno». «È una cosa per me incomprensibile - aggiunge - mantenere una coalizione divisa su tutto, che è palesemente stata costruita per arraffare posti in Parlamento piuttosto che costruire qualcosa di buono per l'Italia», ha rimarcato il leader grillino. «A questo punto - aggiunge - per me non c'è altra soluzione. Bisogna tornare al voto il prima possibile. Poi ovviamente deciderà il presidente Mattarella».

Di Maio non risparmia però attacchi al leader leghista, colpevole di aver preferito Berlusconi all'alleanza con i Cinquestelle. Per il pentastellato,
Matteo Salvini «ha preferito gli interessi di un condannato incandidabile a quelli degli italiani. Io gli ho parlato in maniera sincera, a cuore aperto. Gli ho detto «sediamoci e troviamo una quadra, mettiamo nel contratto tutti i punti in comune del nostro programma e facciamo partire un governo che possa cambiare il Paese. Niente. Lui ha scelto Berlusconi», il quale «ha bloccato il Paese per 20 anni per i suoi interessi personali».


Poi l'attacco a Renzi
: «Dall'altra parte avevamo il Pd, un partito che ha preso una clamorosa batosta alle elezioni precipitando al suo minimo storico e che qualcosa sembrava stesse iniziando a capirlo, infatti aveva messo da parte Renzi relegandolo a senatore semplice. Ma ieri sera lo abbiamo visto addirittura riproporre una riforma costituzionale dopo che gli italiani gliene hanno già bocciata una un anno fa».

«Dopo il 4 marzo, con la mazzata presa, sembrava iniziasse a capire i suoi errori... sembrava. Ieri - insiste Di Maio parlando di Renzi - è andato da Fazio in tv e anziché chiedere umilmente scusa per i danni fatti dal suo governo ha attaccato me e il M5s chiudendo a qualsiasi ipotesi di contratto e difendendo ancora una volta il suo governo».

«Per lui un padre di famiglia che perde il lavoro va lasciato solo dallo Stato, senza alcun reddito... A tutti può capitare di perdere il lavoro, specialmente dopo il Jobs Act. Un Jobs Act che si ostina a difendere», incalza il leader del M5s criticando uno dei principali provvedimenti varati dal governo Renzi».

«Oggi è il 30 aprile e sono passati quasi 2 mesi dal giorno delle elezioni. Il M5s in modo serio, coerente e ripetendo lo stesso concetto dal primo giorno si è impegnato totalmente per rispettare il voto dei cittadini e dare un governo di cambiamento a questo Paese. Questa è una legge elettorale assurda, voluta dal Pd e dal centrodestra che permette anche a forze che perdono le elezioni, come Fi, di rivendicare una pseudo-vittoria in nome di una coalizione di comodo», accusa ancora.

Pd spaccato dopo l'uscita di Renzi in tv
La riunione della Direzione bruciata da Renzi in tv (ma confermata per il 3 maggio), l'ordine del giorno stravolto, la tensione che sale nel Pd. Non ci sta Maurizio Martina, che minaccia le dimissioni dalla guida dei Dem. «Ciò che è accaduto in queste ore è grave, nel metodo e nel merito. Così rischiamo l'estinzione e un distacco sempre più marcato con i cittadini e la società. Servirà una discussione franca e senza equivoci perché è impossibile guidare un partito in queste condizioni e per quanto mi riguarda la collegialità è sempre un valore, non un problema».

Renzi-Di Maio: salta l'intesa sul governo

L'ex segretario del Pd Matteo Renzi è tornato ieri in tv oltre un mese dopo le dimissioni per sbarrare la strada a qualsiasi apertura di dialogo con il M5s. Le parole di Renzi, che si è dimesso dopo débacle elettorale del suo partito il 4 marzo scorso, hanno provocato l'ira del leader del M5s Luigi Di Maio, secondo cui i democratici "la pagheranno". Ma il grillino ha anche annunciato "novità" per oggi: dalle 14 è in programma una diretta dalla sua pagina Facebook.

«Un incontro con Di Maio sì, magari in streaming... la fiducia a un governo M5s no», ha detto Renzi, ospite della trasmissione Rai Che tempo che fa. «Il Pd ha perso, io mi sono dimesso, sette italiani su dieci hanno votato per (il leader della Lega Matteo) Salvini o Di Maio. È così. Tocca a loro governare. Noi non possiamo entrare dalla finestra dopo che gli italiani ci hanno fatto uscire dalla porta». «Il governo lo deve fare chi ha vinto, se ne è capace», ha aggiunto l'ex premier, secondo cui l'unica possibile alternativa è un «governo del presidente» che potrebbe varare una riforma costituzionale ed elettorale, possibilmente a doppio turno.

L'uscita di Renzi, che ha anticipato di quattro giorni la riunione della direzione del Pd (dove l'ex segretario ha ancora la maggioranza), costringe ora il Quirinale a cercare un'altra soluzione, dopo il fallimento prima di una possibile intesa centrodestra-M5s e poi del dialogo tra grillini e democratici.

Il voto per le regionali in Friuli - dove lo spoglio delle schede comincia questa mattina - potrebbe intanto modificare i rapporti di forza nel centrodestra, con il sorpasso anche in quella regione della Lega su Forza Italia. Salvini ha escluso più volte la possibilità di rompere l'alleanza di centrodestra, ma l'uscita di scena del Pd potrebbe riaprire i rapporti con il M5s. Molto dipenderà anche dalle decisioni del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che aveva concesso tempo almeno fino al 3 maggio a M5s-Pd per verificare una possibile intesa.

Leggi anche: In Friuli Venezia Giulia la Lega primo partito

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: