giovedì 22 luglio 2010
La commissione Agricoltura propone il «no» al congelamento delle multe e la Lega lascia l'aula. L'uscita del Carroccio blocca, almeno per il momento, il via libera alla manovra finanziaria. Il Partito democratico va all'attacco: i lumbard così "sfiduciano" il ministro Galan.
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Quote latte. È sceso ormai il gelo tra Lega Nord e Pdl. «Ormai siamo alle ripicche», dicono alcuni uomini del Carroccio. Ieri, infatti, la Commissione politiche comunitarie ha approvato la manovra elaborata dal ministro Giulio Tremonti, bocciando però la deroga al pagamento delle multe per gli allevatori che hanno superato i tetti di produzione del latte. E non solo. In serata è arrivato il secondo strappo, con la maggioranza che va sotto 18 contro 17 in commissione Agricoltura, per colpa della Lega Nord che non ha partecipato alla votazione, sull’approvazione del documento sulla manovra, al quale erano state aggiunte delle critiche proprio sulle deroghe. «Ormai la Lega Nord ha sfiduciato il ministro Galan», ha tagliato corto il vice segretario del Pd Enrico Letta. Ma il peggio, e cioè lo scontro vero e proprio, è stato sul territorio, proprio nelle regioni in cui il Carroccio è forte. In Lombardia per esempio, il Pdl, con in testa il suo presidente di Regione Roberto Formigoni e molti assessori regionali ex An come Romano La Russa e Carlo Maccari, ha attaccato il Carroccio richiamandolo «al rispetto delle regole», dopo che la settimana scorsa i consiglieri leghisti, capeggiati dal figlio del senatur, Renzo Bossi, avevano appoggiato, senza riserva, le proteste di quelle sigle sindacali del settore agricolo che invece chiedono al governo di intervenire a sanare le situazioni debitorie, nei confronti della Ue.Il doppio strappo a RomaLa manovra deve passare a tutti i costi. «E se qualcosa non piace, bisogna farsela piacere lo stesso». Sono questi gli ordini di scuderia dettati dal ministro Giulio Tremonti e dai vertici di Pdl e Lega Nord alle rispettive delegazioni in Parlamento a riguardo dell’iter che dovrà portare al prossimo varo della Finanziaria. Ieri per esempio è toccato al Carroccio mandar giù un boccone amarissimo a Montecitorio, restituito però poi al Pdl in serata. Prima la commissione Politiche comunitarie della Camera ha infatti dato parere favorevole alla manovra, ma a condizione che venga soppresso l’articolo 40-bis, che prolunga fino al 31 dicembre 2010 il termine per il pagamento delle sanzioni. Una norma molto contestata, perché metterebbe in salvo tutti gli allevatori (vicini alla Lega Nord e appartenenti ad alcune sigle sindacali di base, ndr.), che fino ad oggi non hanno versato quanto richiesto dall’Unione europea. Pure il ministro delle Politiche agricole, Giancarlo Galan (Pdl), nei giorni scorsi si espresso più volte contro il provvedimento, peraltro voluto dal ministro Tremonti e da altri esponenti della Lega. Poi in serata la rinvicita del Carroccio con la maggioranza che sulla manovra va sotto in commissione Agricoltura, con i parlamentari leghisti che lasciano l’aula senza votare parlando apertamente di «strumentalizzazioni fatte al nostro partito».Battaglia a MilanoE sempre ieri nel capoluogo della Regione, sotto al Grattacielo Pirelli, dopo l’appuntamento di martedì a Roma, gli allevatori lombardi e del nord Italia, in tutto quasi tremila, si sono radunati, sotto l’ombrello della Coldiretti, per protestare contro l’emendamento «congela multe» inserito nella Finanziaria e «per sensibilizzare sulla trattativa ancora aperta sul prezzo fisso del latte alla stalla». Simbolo della protesta degli allevatori è stata la mucca “Onestina”. Ad un certo punto il presidente della Lombardia Roberto Formigoni è sceso a dare il suo appoggio agli agricoltori, simpatizzando con i manifestanti e accettando, indossandole, le insegne della Coldiretti. Una fatto che non è andato giù al presidente del Consiglio regionale, il leghista Davide Boni, che ha definito l’atteggiamento di Formigoni «di parte». Ma assieme a Formigoni sono scesi dal Pirellone a dare il loro sostegno diversi assessori della sua giunta regionale (tra l’altro è stato intravisto pure il titolare all’Agricoltura il leghista Giulio De Capitani). I più “scatenati” sono stati però gli ex di An, come Carlo Maccari e Romano La Russa che hanno attaccato a testa bassa la Lega Nord e gli allevatori considerati «non in regola». Un attacco al quale si sono uniti diversi consiglieri regionali del Pdl, come Carlo Saffiotti e Franco Nicoli Cristiani, oltre a Filippo Penati e ai gruppi dell’Udc e del Pd, guidati rispettivamente da Giamarco Quadrini e Luca Gaffuri.
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