Confronto in Rai solo per loro: Enrico Letta e Giorgia Meloni. Azione e Italia Viva chiedono un confronto a quattro, M5s compreso - Immagine d'archivio Ansa
Alle 14 e 46 arriva sulle agenzie la conferma Rai: giovedì 22 settembre Porta a porta ospiterà in prima serata un confronto di un’ora tra Enrico Letta e Giorgia Meloni. La prima reazione è quella di Carlo Calenda. Indignata. Rabbiosa. «Neanche in Russia la televisione pubblica organizzerebbe un confronto due giorni prima del silenzio elettorale escludendo due coalizioni. E piegandosi di fatto a un diktat. Ora intervenga subito l’Agcom, il Cda Rai e Fuortes. E a Enrico Letta dico: è questa roba qui che insegnavi in Francia? Vergogna».
Anche Renzi alza la voce: «Il confronto tv va fatto a quattro: Meloni, Letta, Calenda e Conte. Gli italiani hanno dovere di sapere tra M5s, terzo polo, Pd e alleati, e centrodestra chi è più credibile». Il pressing è deciso ma le cose (per ora) non cambiano. E l’unica novità è un timido tentativo di mediazione di Porta a porta. «Il 22 settembre sono invitati a partecipare anche Matteo Salvini, Giuseppe Conte, Silvio Berlusconi, Luigi Di Maio e Carlo Calenda. Ciascuno sarà intervistato per mezz’ora con modalità da stabilire. Porta a Porta è pronta poi ad ospitare altri confronti nella stessa serata se ne maturassero le condizioni». Un tentativo che pare maldestro almeno a sentire +Europa: «C’é un evidente refuso: l’assenza di Emma Bonino».
Sale la protesta e Michele Anzaldi, il deputato vicino a Renzi che più di ogni altro conosce le dinamiche Rai, spiega che cosa si sta muovendo dietro le quinte. «Oggi il leader del Terzo Polo, Carlo Calenda, denuncia pubblicamente che i leader delle coalizioni di sinistra e destra, Enrico Letta e Giorgia Meloni, starebbero esercitando pressioni sulla Rai, in particolare su un conduttore affermato e autorevole come Bruno Vespa, per mettere in onda un confronto elettorale riservato esclusivamente a loro due. Se fosse confermato, sarebbe una gravissima ingerenza sull’autonomia del servizio pubblico e costituirebbe una violazione pesante della par condicio», scrive Anzaldi in una lettera inviata al presidente della commissione di Vigilanza, Alberto Barachini. E insiste: «Invitare solo due coalizioni su quattro significa falsare la corretta rappresentazione della campagna elettorale ed escludere chi rappresenta, sia in Parlamento che nei sondaggi, una quota molto rilevante di elettorato».
È un coro di no contro questo tentativo di polarizzare la campagna elettorale. Non ci sta il Terzo polo, ma non ci stanno nemmeno i 5stelle e la sinistra. Eppure tutto va avanti. Letta e Meloni (sempre loro due) si confronteranno una prima volta il 12 settembre sul sito del Corriere della sera dove a moderare sarà il direttore Luciano Fontana. Il copione è identico.
Un’ora di "faccia a faccia" stretto su programmi, candidati e "opposta visione dell’Italia". Una doppia sfida "all’americana" contro cui, ora dopo ora, si alza la voce contraria del Terzo Polo. Manca ancora più di un mese alla sfida Rai e senza vere novità il pressing non sembra destinato a calare. E quando è quasi sera sulle agenzie si anticipa la mossa del presidente della Commissione parlamentare di Vigilanza Rai Alberto Barachini che chiederà all’Agcom una verifica sulla parità di condizioni garantite dal Servizio Pubblico nei confronti televisivi tra i leader politici. E dunque non soltanto spazi equivalenti ma anche di pari rilevanza mediatica e visibilità oraria.