venerdì 22 novembre 2024
Politici europei e americani e pensatori radunati per due giorni sulla laguna dal filantropo Usa. Marsili: «Il declino Usa sul mondo rende la questione di come governare la Terra più urgente che mai»
Palazzo Diedo, a Venezia

Palazzo Diedo, a Venezia - Per concessione di Berggruen Arts&Culture - photo Alessandra Chemollo

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Un "Planetary Summit", una fabbrica delle idee, un simposio (e un luogo) per cercare risposte alle sfide, sempre più globali, del nostro tempo. È l'evento che il 23 e 24 novembre animerà Palazzo Diedo, il nuovo hub culturale di Venezia e una delle due sedi (assieme alla Casa dei Tre Oci) delle iniziative di questo centro di ricerca globale, creato dall'investitore cosmopolita Nicolas Berggruen, 63 anni, filantropo e mecenate dalla doppia cittadinanza (Usa e tedesca), che ha preso gusto alla politica e alla filosofia durante l'adolescenza a Parigi, dove è nato. Un evento che riunisce intellettuali, artisti, politici e scienziati per affrontare un tema cruciale: la transizione verso una mentalità planetaria sui mega processi del nostro tempo: crisi climatiche, evoluzione tecnologica e trasformazioni geopolitiche.

Per l'edizione 2024, tra i relatori figurano, a esempio, il francese Pascal Lamy, già direttore generale del Wto (Organizzazione mondiale del commercio) e, dal 1999 al 2004, commissario europeo al Commercio, oggi figura chiave del Paris Peace Forum; Zhao Tingyang, filosofo della Cina contemporanea; Frank Biermann, esperto di governance globale della sostenibilità all’Università di Utrecht; Anne-Marie Slaughter, politica statunitense ex direttrice al Dipartimento di Stato (con Barack Obama), oggi leader di New America, un "think-tank" liberale

Con il "Planetary Summit", il Berggruen Institute chiama a raccolta esperti per riflettere insieme sulle dimensioni politiche, filosofiche e pratiche di una nuova visione “planetaria”. L’obiettivo è avviare un dialogo profondo su come le società possano radicarsi meglio nel loro rapporto con il pianeta e, allo stesso tempo, plasmare nuove forme di interazione e governance per affrontare con efficacia le sfide del presente e costruire un futuro sostenibile e condiviso. L’Italia, e in particolare Venezia, sono al centro degli investimenti dell'istituto, che riconosce in questa città non solo un simbolo, ma un luogo strategico per unire Oriente e Occidente. Nella "due giorni" la discussione ruoterà attorno all’urgenza di ridefinire il nostro rapporto con il pianeta, superando i limiti dei tradizionali paradigmi geopolitici basati sugli "stati-nazione". Il concetto di “planetario” non si limita a descrivere la Terra, ma si configura anche come un imperativo politico, necessario per affrontare le crisi ambientali, tecnologiche ed epidemiologiche del nostro tempo. Secondo il Berggruen Institute, la successione di crisi climatiche, sanitarie ed economiche degli ultimi anni ha reso evidente l’inadeguatezza degli attuali modelli di governance. Diventa quindi indispensabile un ripensamento radicale delle strutture decisionali. «Queste riflessioni potrebbero sembrare fuori luogo - dice Lorenzo Marsili, direttore delle attività dell'istituto in Europa - alla luce dell'attuale clima di irrequietezza nazionalista, specie dopo la rielezione di Trump negli Usa. Gli ultimi due secoli hanno rappresentato un'aberrazione della storia, in cui il divenire del pianeta è stato determinato dalle scelte fatte in America e nell'Europa. Ma proprio il tramonto dell'egemonia americana sul mondo rende la questione di come governare il pianeta più urgente che mai».

Il Berggruen Institute, organizzazione non profit con sedi già attive a Los Angeles e Pechino, ha scelto Venezia come cuore pulsante delle sue attività in Europa Con le sue due sedi, appunto: Palazzo Diedo, trasformato in un nuovo hub per l’arte contemporanea, e i Tre Oci, alla Giudecca. Quest’ultima struttura si dedica a un obiettivo ambizioso: sviluppare idee innovative per ripensare e trasformare le istituzioni politiche, economiche e sociali.


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