La presentazione in Vicariato - L.Liv.
Una città dall'economia in crescita, con un reddito Irpef medio secondo solo a Milano e Bologna. E comunque ben al di sopra della media nazionale. È Roma, la Capitale, che con una superficie pari a quella degli altri 9 comuni più grandi d'Italia messi assieme e una popolazione due volte quella di Milano nasconde enormi disuguaglianze e grandi fasce di fragilià sociale. Un dato per tutti: il reddito medio pro capite dei romani di 26.568 mila euro - superiore a quello medio nazionale di 23.650 euro - oscilla tra i 43 mila del II Municipio (quartieri Flaminio, Parioli, Pinciano, Nomentano, Trieste) e i 17.751 del VI Municipio "delle Torri" alla periferia orientale (tra cui Torre Maura, Tor Vergata, Torre Angela, Tor Bella Monaca, Ponte di Nona, Lunghezza, Borghesiana). E allora il dato sui romani a rischio povertà del 12,7%, pur ben al di sotto del 20,1% nazionale, si traduce comunque in circa 350 mila persone in grave affanno per lavoro, casa, salute.
È la realtà difficile e preoccupante che emerge dal Rapporto 2024 sulla povertà a Roma, "Tra indifferenze e speranze", stilato dalla Caritas della diocesi di Roma su elaborazioni non solo di dati Istat ma soprattutto di quelli di prima mano raccolti sul territorio, nei 3 centri di ascolto Caritas diocesani, nei 201 centri parrocchiali, nelle tre mense, negli sportelli dei diversi servizi dell'organismo pastorale. Il dossier è stato presentato stamattina, venerdì 22 novembre, nella sala Ugo Poletti del Vicariato dall'arcivescovo Baldo Reina, vicario del Papa per la Diocesi di Roma, dal direttore Caritas Giustino Trincia, dal vescovo ausiliare monsignor Benoni Ambarus, con l'intervento del sindaco di Roma e commissario di governo per il Giubileo, Roberto Gualtieri e del presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca.
L'arcivescovo Reina aprendo l'incontro parla delle povertà di Roma, in primis quella povertà abitativa. E lancia un appello alle istituzioni: «Ci piacerebbe tanto promuovere una moratoria perché durante il Giubileo non si facciano sfratti. Almeno sfratti per mancato pagamento, per i più deboli. Non per i furbi». L'arcivescovo sottolinea la costante «attenzione della Diocesi di Roma per i poveri: quest'anno abbiamo ricordato con quattro incontri il congresso sulla povertà del 1974 voluto dal cardinale Ugo Poletti e dal direttore della Caritas don Luigi Di Liegro», passato alla storia come "il convegno sui mali di Roma". «La nostra è una chiesa che ama i poveri - ribadisce l'arcivescovo Reina - con i fatti e con l'attenzione pastorale: vorrei che questo Rapporto fosse sulle scrivanie di tutti i parroci, assiema alla Bibbia e al Catechismo». Circa il recente appello del Papa agli ordini religiosi ad offrire spazi ai poveri, monsignor Reina spiega che «la settimana prossima incontreremo i superiori degli istituti religiosi e i 36 parroci prefetti per metterci all'opera».
La proposta sulla moratoria degli sfratti è raccolta immediatamente dagli amministratori locali presenti. «Sarebbe molto bello varare una moratoria - concorda il sindaco Gualtieri - circoscritta alle morosità incolpevoli, tutelando allo stesso tempo anche la fragilità dei piccoli proprietari. Ci sono aspetti tecnici da affrontare, ma accolgo e faccio mio l'appello. Mi farò portavoce nei confronti del governo perché penso sia giusto che nel Giubileo si vari una moratoria straordinaria sugli sfratti». Anche perché «col boom turistico del Giubileo temo ci sia il rischio che aumentino gli sfratti per destinare gli immobili agli affitti brevi».
«È chiaro che io sosterrò con il sindaco, già nella prossima riunione del tavolo sul Giubileo, l'istanza sulla sospensione degli sfratti per morosità incolpevole», dice anche il governatore Rocca. Con una puntualizzazione: «Sappiamo per certo che ci sono alcune aree intere nelle mani della criminalità. E poi ci sono le famiglie fragili che subiscono queste violenze. Dobbiamo avere un discrimine netto su questo».
Il sindaco Gualtieri poi conferma che per il Giubileo Roma avrà delle tensostrutture per ospitare persone senza dimora che dormono per strada: «Le tensostrutture si stanno facendo, saranno 4. Procediamo secondo i piani, in tempo per il Giubileo». Per Giustino Trincia, direttore della Caritas di Roma, «quella sulla tensostruttura è una polemica campata in aria. Dove le mettiamo queste persone? È chiaro che la soluzione non è una tensostruttura, ma intanto quelle persone stanno nelle tendine da campeggio in strada».
Il Rapporto sulla povertà a Roma è costruito sui dati raccolti nel 2023. E lo scorso anno, nei diversi servizi della Caritas diocesana di Roma e nelle parrocchie romane, sono state incontrate complessivamente 24.658 persone. Di queste ben 10.985 - cioè il 41% - per la prima volta. Nei Centri di Ascolto diocesani e parrocchiali sono state accolte 13.162 persone. Con una crescita notevole del 12% rispetto al 2022 (quando erano 11.714) e più di quelle incontrate durante l'emergenza Covid-19 (11.223). La Caritas di Roma specifica che circa 7 mila nuovi utenti preferiscono non farsi registrare nel sistema informatico. Questo dato, sommato al fatto che dietro a ogni ogni singolo contatto c'è quasi sempre una famiglia, porta il numero delle persone aiutate dalla Caritas ad un numero stimato di circa 50 mila.
Interessante il dato sull'aumento degli utenti delle mense (all'80% in convenzione con Roma Capitale), cresciuti del 21%, mentre è praticamente stabile, solo l'1% in più, il numero dei pasti erogati, pari a 322.058. Una contraddizione solo apparente: «Più persone si sono rivolte alle mense nel 2023 - spiega la Caritas - ma molti sono stranieri di passaggio, migranti che stanno a Roma poco tempo». Ai Centri di ascolto si rivolgono soprattutto donne, il 62% degli utenti, mentre alle mense vanno di più gli uomini, l'82%. Ma tra gli utenti oltre i 65 anni, le donne sono nella stessa percentuale degli uomini. E gli italiani diventano più degli stranieri. Le mense sono state frequentate anche da 731 minori, soprattutto bambini e ragazzi peruviani che vanno a mangiare con i genitori nei giorni in cui non vanno a scuola. Tra gli stranieri che si rivolgono alla Caritas al primo posto col 7,7% ci sono i romeni, seguiti a ruota dai peruviani, in aumento col 7,4%. Netta la diminuzione degli ucraini, al 5,5%.
A ogni singolo contatto corrisponde quasi sempre un nucleo familiare. A questi si aggiungono 11.124 persone incontrate nelle Mense sociali e altri 3.172, assistiti dai servizi sanitari gestiti in collaborazione con la Regione Lazio. Numeri senza precedenti, solo in parte spiegabili con l'aumento della rete diocesana dei Centri di Ascolto, sempre più capillarmente distribuiti nel territorio. L'aumento di persone che bussano alle porte dei servizi della Diocesi, si legge nel rapporto, «è da attribuirsi in modo particolare al progressivo venire meno del Reddito di cittadinanza e l'introduzione dell'Assegno di inclusione e del Supporto alla formazione, misure che solo in parte - si sottolinea - hanno sostituito i trasferimenti che ricevevano le famiglie più povere».
Tra le povertà di Roma, particolarmente grave è quella abitativa. Quasi 30 mila le richieste di contributo per pagare l'affitto pervenute a Roma nel 2023, ma il fondo statale non è stato rifinanziato dal governo, mettendo in crisi molti comuni. L'anno scorso le ordinanze di sfratto sono state 3.528, «l'85% per morosità incolpevole», afferma la Caritas. E sono stati 2.058 gli sfratti eseguiti. Sono poi 18.608 le famiglie in attesa di un alloggio popolare, di cui ben 7.259 in attesa dal 2013, mentre erano ancora 778 le famiglie assistite da Roma Capitale nei residence. Tra 2.000 e 2.500 gli alloggi occupati senza titolo. Circa 350 insediamenti abusivi (tende, baracche, giacigli) e 22.162 le persone a Roma senza tetto censite dall'Istat. Al 20 aprile 2024 nell'area comunale entro l'anello ferroviario sono state censite 2.204 persone grazie alla collaborazione tra Comune e Istat. Da non dimenticare che per i 70 mila universitari fuori sede l'offerta di alloggi pubblici dell'Ente regionale per il diritto allo studio è di appena 2.349. Dilagano invece gli affitti brevi, molto più remunerativi, che stanno stravolgendo il mercato della casa. In 10 anni la popolazione nel I Municipio, il centro storico, è scesa del 38%, oltre 20 mila persone trasferitesi altrove. La Caritas segnala anche «lo scandalo dei circa 200 mila appartamenti vuoti, non occupati da nessuno» .
«Sugli alloggi occupati vedo tanto moralismo - dice il direttore Trincia - con la criminalizzazione di chi occupa. Non dobbiamo giustificare l'illegalità, ma dobbiamo capire i motivi, chi occupa spesso non ha alternative. Servono risorse per dare sostegno alle famiglie in difficoltà e alla Regione chiediamo una legge di edilizia residenziale pubblica con un aiuto all'accesso. A Roma chiediamo che intanto recuperi i 1.820 alloggi definiti ruderi e sperimenti la figura dei tutor per gli affitti. E di disincentivare gli affitti brevi». Il governatore Rocca assicura che la Regione «sta lavorando ad una legge sull'edilizia residenziale pubblica, il cui testo è già pronto, e aumenterà il fondo per il sostegno agli affitti. Abbiamo 80milioni, vedremo come usarli contro la povertà alimentare e per il sostegno agli affitti».
«L'emergenza abitativa sta dentro a scelte sbagliate - afferma il sindaco Gualtieri - fatte per troppo tempo con l'addio alle politiche pubbliche, nella convinzione che il mercato avrebbe risolto tutto. Invece servono politiche pubbliche per la casa ed è quello su cui lavoriamo». Sulla piaga degli appartamenti trasformati in case-vacanza e B&B, drogando il mercato e cacciando i residenti dal centro, Gualtieri dice che «è necessario limitare e regolare gli affitti brevi, lo fanno tutte le grandi città europee, ma serve una base giuridica perché i sindaci possano porre dei limiti».