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Il primo sì in Aula alla Camera, per il decreto cosiddetto “salva Milano” divide le opposizioni e rompe già l’idillio nel campo largo dopo la vittoria in Emilia-Romagna e Umbria. Il via libera alla proposta di legge in materia di urbanistica e ristrutturazione edilizia condivisa dal sindaco Beppe Sala, arriva dalla maggioranza, ma anche dal Pd, partito del primo cittadino milanese, oltre che dai centristi di Iv, Azione e +Europa. Si tirano fuori invece, nel merito, l’Alleanza Verdi e Sinistra e il Movimento 5 Stelle, questi ultimi anche nel metodo: «Questo provvedimento nasce dall’inciucio delle destre con il Pd», accusa il deputato 5s Agostino Santillo. Accusa subito rispedita al mittente dalla dem Silvia Roggiani: «Nessun inciucio con la destra, votiamo a favore perché il centrodestra è venuto sulla nostra posizione», sostiene.
E questo proprio nel giorno in cui, nel pieno di difficoltà interne nei rapporti Conte-Grillo e di strascichi per il magro risultato elettorale, prende il via Nova, il gran finale dell'Assemblea costituente del Movimento 5 Stelle, in programma domani e domenica al Palazzo dei Congressi, a Roma. Beppe Grillo sarebbe già arrivato nella Capitale, ma non sarebbe intenzionato a partecipare alla kermesse. Mentre con Il Pd i 5s sono in polemica aperta: «Con Sala, Milano è diventata un porto franco del cemento», accusa la senatrice pentastellata Elena Sironi. «Siamo oltre la tragicommedia - aggiunge -, questa legge sdogana la sostituzione edilizia come se fosse ristrutturazione». Per i 5s, «l’assurdo inciucio» tutela e salva «gli speculatori, coloro che stanno facendo di Milano un far west della cementificazione, i palazzinari e gli affaristi. Questo sodalizio destre-Pd, - conclude Sironi - è semplicemente irricevibile e vergognoso».
Dura anche Avs, anche se si evita il “fuoco amico” verso il Pd: «Si introduce - dice in Aula Devis Dori - una mega sanatoria edilizia a posteriori: è un testo che farà male all’Italia». «Una vergogna, un grande regalo alla speculazione immobiliare», interviene Angelo Bonelli di Europa Verde. Che, per protesta, canticchia in Aula “il ragazzo della via Gluck” di Adriano Celentano, dedicata alla speculazione degli anni Sessanta a Milano.
Per i dem, invece, la proposta è solo «una norma interpretativa che dà certezza normativa e rilancia lo sviluppo urbanistico». Roggiani respinge l’accusa di «condoni e sanatorie», e spiega: «Abbiamo costruito l’emendamento insieme all’Anci, la casa di tutti gli italiani». Nel centrodestra, compatto a sostegno del provvedimento, fra i più attenti e attivi Maurizio Lupi, che viene dato come possibile candidato della coalizione.
Ma, tornando al M5s, la divaricazione con il Pd diventa anche un modo per sgombrare il campo dal senso di marginalità conferito dagli ultimi esiti elettorali. Sono 88.943 gli iscritti in regola per partecipare alla consultazione online che intende rilanciare il partito. Tutti d’accordo sull’idea di non essere sudditi del Pd. Lo sostiene Giuseppe Conte, che chiuderà domenica «Ci sono dei quesiti che sono offerti al voto e alla valutazione dei singoli iscritti, che riguardano le alleanze, il collocamento. Ho parlato di “forza progressista”, e questa è una scelta di campo, ma non significa che ci mettiamo sotto l'ala protettiva del Pd, non ho mai parlato di alleanza organica o strutturata col Pd», ribadisce, replicando a Chiara Appendino, potenziale antagonista. «Voterò per mantenere il nostro nome e il nostro simbolo, rappresentano sì il nostro passato ma devono orgogliosamente accompagnarci anche nel prossimo futuro. Voterò per confermarci progressisti perché è quello che sono e sono sempre stata», annuncia anche l’ex sindaca di Torino. «I rapporti col Pd? I problemi ci sono , ma non dipendono da questo», assicura Roberto Fico.