sabato 23 novembre 2024
Il capogruppo del Movimento alla Camera: «La costituente è il processo interno più democratico mai visto nel Movimento. Grillo, sceglierà lui che ruolo avere, ma più dei ruoli contano i contributi»
Silvestri (M5s): «Siamo forti, possiamo fare a meno di qualcuno»

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Francesco Silvestri, capogruppo M5s alla Camera, oggi termina il percorso costituente, cosa si aspetta?

A prescindere dal risultato, mi aspetto il percorso costituente più democratico che ci sia mai stato nel M5s. Sono entrato nel 2005 e non credo di aver mai vissuto un progetto del genere. Il risultato rappresenterà la vera volontà degli iscritti.

Il voto potrebbe bocciare il nuovo corso di Conte. Se così fosse dovrebbe farsi da parte?

Questo lo ha già fatto capire lui e credo sia uno dei pochi leader che davanti a un risultato elettorale non soddisfacente, decide di mettersi in discussione con un processo democratico. Una cosa rarissima in politica e ne siamo orgogliosi. In ogni caso, vedendo l’affetto che cìè nei suoi confronti, credo che non ci saranno scelte drastiche sulla leadership.

Che ruolo dovrebbe avere Grillo?

Più dei ruoli contano i contributi che si danno. Nel corso di questi anni Grillo ha fatto degli errori, su tutti la partecipazione al governo Draghi. Ma non voglio immaginarmelo in qualche ruolo che magari non desidera: spero che faccia la scelta che gli è più congeniale. Da parte mia c’è grande rispetto della sua storia.

Ma è possibile un M5s senza Grillo o con Grillo contro?

Dopo 15 anni di storia credo che il M5s possa camminare da solo. Non è fatto più di volti, ma di battaglie politiche consolidate. Mi auguro che tutte le figure storiche legate al Movimento si appassionino a questa nuova progettualità, ma non vedo il M5s così debole da non poter fare a meno di qualcuno.

Che ne pensa del limite dei due mandati?

È solo una piccola parte del nodo principale, che è la selezione della classe dirigente. In questo senso abbiamo fatto passi falsi in passato. Ma non dipende tutto dal secondo mandato. Il ragionamento va ampliato a tutte le forme di partecipazione alla scelta della nuova classe dirigente. I percorsi di esperienza territoriale, le consultazioni online e via dicendo.

Le due cose però sono legate: una classe dirigente riconoscibile deve o no essere spendibile anche in più tornate elettorali?

Certamente la forza del singolo contribuisce anche alla progettualità comune ed è un valore da tutelare.

Ma il M5s è una forza di sinistra?

E una forza progressista e c’è differenza. Il M5s ha una prateria politica davanti a sé nel campo che ha scelto. Pensi alle politiche di pace, che creano contraddizioni sia destra sia a sinistra. Per noi il vero nemico è la povertà che avanza, non la Russia. Siamo inoltre convinti della necessità di rilanciare le politiche industriali del Paese, rispetto a un’economia che è sempre più scalabile dalle multinazionali straniere. A destra declinano un sovranismo di tipo etnico e territoriale. Noi guardiamo a un sovranismo industriale, che è alla base della libertà di un popolo.

Il Pd di Elly Schlein si è intestato diverse battaglie che erano vostre e che i dem osteggiavano apertamente, come è potuto accadere?

È così, i resoconti parlamentari parlano chiaro. Purtroppo la politica è anche nelle mani dei narratori e viene raccontato un M5s succube piuttosto che la verità, cioè un M5s che ha fatto cambiare idea al Pd sul Reddito di cittadinanza, come su molte altre cose. Ma se la narrazione nei nostri confronti continuerà a essere così distorta sarà difficile affermarsi.

In queste regionali avete vinto quando uniti. Siete ancora convinti di poter costruire un’alternativa di governo senza aprire a Renzi e a Iv?

La sfido a trovare una Regione in cui abbiamo vinto dove c’era il simbolo di Iv.

C’erano però candidati civici espressione di Iv.

Qualcuno. E in liste civiche. Di fatto le uniche vittorie sono arrivate senza il simbolo di Iv. Credo che la Sardegna, l’Umbria e l’Emilia Romagna ci dicano che una vittoria senza contraddirsi si può ottenere. In politica la coerenza è un valore che si è perso. Quel pezzo di elettorato a cui si riferisce si può trovare anche dentro Azione, per esempio, o nello stesso Pd. Non credo ci sia qualcuno che stia lì ad aspettare che Renzi si candidi per votare il campo progressista: è una narrazione giornalistica. Non siamo contrari ad allearci con soggetti che la pensano diversamente da noi, ma bisogna che abbiano credibilità.

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