Agenzia Romano Siciliani
A un mese esatto dall’apertura della Porta Santa il bilancio è già positivo. «Il banchetto è pronto, adesso aspettiamo gli invitati», sintetizza con una battuta monsignor Rino Fisichella, pro-prefetto del Dicastero per l’evangelizzazione e principale organizzatore dell’Anno Santo ordinario del 2025 (come già di quello straordinario della Misericordia). «I programmi sono stati ultimati – afferma l’arcivescovo –, i grandi eventi sono pubblici da tempo e anche le diocesi in Italia e nel mondo sentono l’importanza di vivere pastoralmente il Giubileo, perché stiamo ricevendo tante iscrizioni per i pellegrinaggi diocesani e parrocchiali. La dimensione spirituale dell’Anno Santo è viva e cresce l’attesa per l’apertura della Porta Santa. Certo ci sono ancora alcuni cantieri aperti, ma le autorità italiane hanno promesso che almeno nella zona del Vaticano, entro la metà di dicembre, tutto sarà sistemato in modo da accogliere i pellegrini nel migliore dei modi».
Accennava all’attesa che cresce. Ci può fare qualche esempio?
In America Latina ho notato molta vivacità, così come anche negli Usa e in molte parti dell’Asia, Filippine in testa. Ma anche dall’Europa ci sono arrivate moltissime iscrizioni e con grande anticipo. Il Giubileo è un evento che il popolo sente in maniera particolare, perché è una scadenza venticinquennale che invita al confronto con se stessi e con la propria fede, oltre che con il desiderio di mettersi in cammino verso Roma per incontrare il Papa. Ci sono molte iniziative che sono state prese dalle singole diocesi e devo ringraziare tanti vescovi di tutto il mondo, perché hanno dedicato la lettera pastorale al tema della Speranza e del Giubileo.
Visto l’andamento delle iscrizioni, le stime di decine di milioni di pellegrini saranno dunque rispettate?
A me non preoccupano i numeri, che certamente saranno significativi. La cosa più importante è l’esperienza spirituale che ci preme far vivere ai pellegrini. Proprio in questi giorni a via della Conciliazione stanno allestendo il percorso privilegiato che accompagnerà da piazza Pia alla Porta Santa di San Pietro. Ci interessa che attraverso quel breve tragitto si possa con la preghiera, la riflessione e il canto raggiungere la Porta Santa come un vero momento di incontro con la misericordia del Signore.
Ci può anticipare qualcosa sullo svolgimento del rito di apertura della Porta Santa di San Pietro?
Il rito è molto semplice: il Pontefice chiederà che gli venga aperta la porta e così avverrà e lui la attraverserà per primo. Si è pensato di dare l’annuncio dell’apertura con un breve concerto di campane eseguito dalla Pontificia Fonderia di Agnone perché quello è il suono della gioia, che ricorda gli appuntamenti festivi. Questo suono dirà al mondo intero l’inizio dell’anno giubilare.
Il fatto che la seconda Porta Santa che il Papa aprirà sarà nel carcere di Rebibbia che significato ha?
Il Papa lo ha spiegato nella Bolla Spes non confundit. Egli va tra i detenuti per dare a ciascuno di loro, in ogni parte del mondo, il segno della Speranza che non può venire meno. Anche in una situazione di privazione della libertà, a volte perfino nella negazione dei requisiti minimali della dignità umana a motivo delle condizioni di detenzione, non bisogna mai perdere la speranza. Sappiamo che nelle carceri ci sono situazioni tali che le persone non resistono e si tolgono la vita. Ma anche là dove tutto sembra venir meno, la speranza diventa la forza per continuare ad andare avanti.
Quali altri segni di speranza ci si può augurare di vedere in questo anno?
Bisogna accogliere gli appelli che il Papa fa nella Bolla di indizione: la remissione del debito pubblico, l’abolizione della pena di morte, l’aiuto agli ultimi (siamo reduci dall’VIII Giornata mondiale dei poveri dove il Papa ha benedetto 13 chiavi come parte del progetto “13 case” in altrettanti Paesi del mondo). Durante l’anno sono sicuro che il Papa troverà il modo di coniugare sempre l’annuncio e la speranza.
Acutis e Frassati saranno canonizzati nell’Anno Santo. Questo Giubileo avrà un volto giovane?
I primi attori di speranza sono i giovani e gli adolescenti. Ecco perché Francesco ha voluto dare un segno, come è avvenuto anche in precedenti giubilei attraverso canonizzazioni simbolo: Madre Teresa nel Giubileo della Misericordia, suor Faustina nel Grande Giubileo del 2000, santa Maria Goretti nel 1950. Così il Giubileo diventa proposta di vita attraverso la te testimonianza di alcuni santi. Carlo Acutis per i nostri adolescenti che vivono in un contesto particolarmente difficile e Piergiorgio Frassati il grande scalatore della vetta della santità, lui che scalava le montagne.
E uno degli eventi più attesi sarà il Giubileo dei giovani.
In tutte le diocesi il Giubileo dei giovani si sta preparando con grande entusiasmo. E verranno in tanti a Tor Vergata. Il kit è pronto e sono stati mantenuti bassissimi i prezzi per far sì che non sia la dimensione economica a impedire la partecipazione a un evento così bello e gioioso. Proprio in questi giorni c’è stato un altro sopralluogo a Tor Vergata per stabilire le priorità di accoglienza e di sicurezza. E per parafrasare san Giovanni Paolo II, sono sicuro che anche nel 2025 Roma non dimenticherà la presenza festosa di tanti giovani di tutto il mondo.