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I fondatori staccano la spina, ma il M5s va avanti lo stesso, prova a svoltare con l’entusiasmo dei circa 2mila militanti che si sono dati appuntamento, questo fine settimana, al Palazzo dei Congressi dell’Eur, per Nova, il raduno con relativa consultazione online che intende segnare la ripartenza del Movimento. E la prima buona notizia, Giuseppe Conte può darla già in serata: «Il quorum è superato, la maggioranza qualificata, cioè il 50% più uno degli aventi diritto, su 88.943 iscritti chiamati al voto è stato raggiunto. È la vittoria di chi ha deciso di decidere». Al di là di quelli che saranno quindi gli esiti della consultazione online sui temi cruciali, di cui si saprà solo domenica, il nuovo Movimento può prendere il largo, con tutti i crismi giuridici.
L’inizio non era stato dei migliori. Arrivato con il sorriso stampato sul volto, fra selfie e foto ricordo, una volta salito sul palco, ecco la sgradita sorpresa: un gruppo di una ventina di contestatori con una maglietta con la faccia di Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio circonda il palco urlando «Dimissioni, dimissioni!». Allontanati, continuano a contestare: «Avete dimenticato tutto»; «Siete come il Pd».
Conte archivia il caso con filosofia: «Lo avevamo previsto, è fisiologico e siamo aperti anche al dissenso». Molto più dure la reazione del rappresentante del network giovani Lorenzo Di Russo: «Abbiamo dato la possibilità a tutti di esprimersi in un processo costituente che ha messo ai voti degli iscritti qualsiasi punto programmatico e organizzativo del Movimento. Era in quella fase che era opportuno portare opinioni divergenti, non venendo qui a contestare in questo modo improduttivo e vergognoso».
Ma, certo, le immagini dei fondatori presenti sulle magliette dei contestatori pesano. Davide Casaleggio, figlio del defunto Gianroberto, non ha mancato di dire la sua: «Questa iniziativa è figlia di un fallimento elettorale dopo l’altro. Hanno pubblicato quanti sono, anzi quanti dovrebbero essere, gli iscritti: sono dimezzati rispetto a quando sono uscito, tre anni fa. Questo evento certifica la fine di un sogno. Mi sembra l’eclisse finale», dice a Omnibus su La7. Attesa, invece, per la decisione di Grillo. Ieri ci si giocava la “tripla” al Palazzo dei Congressi: viene, sfidando anche qualche fischio; non viene; o infine, terza ipotesi, non viene ma “cannoneggia” da qualche altro posto.
Conte per parte sua è convinto di non star tradendo la linea iniziale: «Gianroberto Casaleggio per primo ha individuato le potenzialità della democrazia diretta - dice -. Ma oggi stiamo andando oltre. Ciascuno di noi può decidere sul futuro del M5s, abbiamo rovesciato la piramide, è la base che è in alto e che sta decidendo...».
Assenti a parte il parterre è ricco, con il “pienone” di parlamentari, ed ex. Tanti i big presenti, dall'ex presidente della Camera Roberto Fico, attuale presidente del Comitato di garanzia del Movimento, all'ex capo politico Vito Crimi, all’ex sindaca di Torino Chiara Appendino. Spiccano, invece, le assenze dell'ex ministro dei Trasporti Danilo Toninelli e dell'ex sindaca di Roma Virginia Raggi, della quale non si esclude la presenza nella giornata di domenica. Cruciale il ruolo di Fico a fare da cerniera fra “vecchio” e “nuovo” Movimento: «Non do messaggi, Grillo è il fondatore e il Garante, questa è casa sua», dice.
Ora, raggiunto il quorum, diventa fondamentale vedere le decisioni che scaturiranno dalla consultazione, frutto di un’elaborazione a cura di “Avventura urbana”, società di gestione dei processi decisionali, che ha isolato 20 quesiti sui quali gli iscritti dovranno pronunciarsi tenendone in vita solo 12, indicati, sempre nelle opzioni degli iscritti, come i più rilevanti. Fra i temi sul tappeto c’è quello del limite dei due mandati per gli eletti. Il nuovo movimento contiano sembra orientato a toglierlo in modo da garantire alla nuova leadership il supporto di un gruppo collaudato di parlamentari. «Io penso che abbia senso modificarla perché deve essere collegata agli obiettivi politici che tu vuoi raggiungere», sostiene Fico. Anche perché se sembra acclarata ormai la scelta dell’alleanza progressista, per non essere schiacciati dal Pd nelle indicazioni dei candidati c’è bisogno di figure forti e collaudate, è il ragionamento che circola fra molti pentastellati della prima ora. Ma uno dei punti più scottanti su cui gli iscritti dovranno pronunciarsi è proprio quello del Garante, che non sarebbe più “a vita”, il che aprirebbe la strada, anche da statuto, al superamento definitivo della figura di Grillo nel nuovo Movimento, che dovrà anche decidere su nome e simbolo.