Zo5paiJrRKI;430;242
Boato e fiamma alta. Le 'anomalie' si susseguono negli anni. Nel 2008, il 18 novembre, la gente sente il «solito fortissimo boato», vede «la fiamma delle torce alta decine di metri e olio nebulizzato (fenomeno che si definisce 'sfiaccolata', ndr) ». L’impianto viene evacuato. l’Eni spiega che è normale funzionamento. Più o meno lo stesso accade il 2 febbraio 2009, l’azienda fa sapere che la 'sfiaccolata' è stata causata da un abbassamento della tensione elettrica. Come un terremoto. Fiammata e boato anche il 18 novembre 2009. Il giorno dopo l’Arpab registra lo sforamento dei limiti di legge per l’anidride solforosa. Il 19 luglio 2011 i cittadini avvertono «scosse simili a quelle di un terremoto, fiamme altissime, grande puzza», alcuni sporgono denuncia. Il 14 maggio 2012, preceduto da puzza pungente, suona l’allarme del Centro. Il 26 maggio l’allarme suona nuovamente, la puzza è fortissima. I valori rilevati dall’Arpab sono molto alti. Il 30 aprile 2013 l’Eni dà notizia del superamento dei valori di emissione dell’anidride solforosa. Il 12 maggio vengono chiuse alcune linee dell’impianto per un guasto all’area zolfo, valori dell’anidride solforosa alti. Cassa integrazione.Sono intanto «in corso di consegna le lettere di sospensione contrattuale e degli ordini di lavoro con i fornitori del Centro Olio», fa sapere l’Eni. Che sta anche avviando le procedure per la cassa integrazione dei 354 addetti del Centro Olio di Viggiano, come ieri ha fatto sapere un comunicato sindacale. Per i segretari Cgil, Cisl e Uil è necessaria «la salvaguardia di tutti i livelli occupazionali, diretti e indiretti, attivando gli strumenti già utilizzati da Eni in altre occasioni», come pure «un rapido accertamento delle responsabilità » e lo «sblocco in tempi brevi degli impianti» sequestrati.
Estrazioni nella provincia di Potenza, le denunce dei cittadini. Pino Ciociola, inviato
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