venerdì 3 gennaio 2025
Il numero uno della Sanità statunitense chiede di avvisare i consumatori dei rischi sanitari. In Italia le critiche si incrociano col dibattito sul nuovo Codice della strada
L'etichetta sugli acolici Usa per il rischio-cancro fa discutere in Italia
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La prima polemica del 2025 sull’asse Italia-Usa si consuma sul vino, più in generale sull’assunzione di alcol, che peraltro alimenta anche le scaramucce tutte italiane legate al nuovo codice della strada, voluto (e celebrato) da Matteo Salvini.

Tutto nasce dalle dichiarazioni del Surgeon general, Vivek Murthy, ovvero il numero uno della Sanità statunitense, che ha proposto di applicare anche agli alcolici un’etichetta per avvisare i consumatori del rischio di sviluppare tumori, come già accade per le sigarette. Secondo Murthy «le avvertenze sanitarie sugli alcolici dovrebbero essere aggiornate per includere un avviso sul rischio cancro» e «anche i limiti raccomandati per il consumo di alcol dovrebbero essere rivalutati».

Il punto, come ha scritto su X, è che «solo il 45% degli adulti americani è consapevole» del fatto che «un consumo maggiore di alcol aumenta il rischio di tumori» e questo rende a suo avviso necessario lo sviluppo di «approcci consolidati ed efficaci per aumentare la consapevolezza dei rischi per la salute e promuovere cambiamenti comportamentali». Senza contare che le attuali etichette – è l’ulteriore argomento del Surgeon general – non sono state aggiornate dal 1988 e si limitano a mettere in guardia relativamente al consumo di alcol in gravidanza e all'impatto dell'alcol durante la guida o l'utilizzo di macchinari.

La proposta ha suscitato diverse reazioni anche da noi, dove, al pari della Francia, il vino è praticamente un’istituzione. Moderata la puntualizzazione di Francesco Perrone, presidente dell’Associazione italiana di oncologia medica (Aiom), che non è sembrato scandalizzato dall’idea ma ha tenuto a fare alcune precisazioni: «Io non posso che sottoscrivere che se si consumasse meno alcol, la salute sarebbe migliore mediamente, segnalo però che aiuterebbe ancora di più azzerare il fumo. Tra i maggiori fattori di rischio l'alcol non è il primo della lista perché fumo e sovrappeso sono più rilevanti».

Meno “politicamente corretto” il commento di Matteo Bassetti, infettivologo divenuto noto al grande pubblico durante il Covid: «Credo che dal punto di vista dei rischi cancerogeni degli alimenti, quindi anche dell'alcol, gli ultimi che ci possono dare lezioni sono gli americani. Prima di scrivere cose contro il vino guardino a casa loro: gli Usa hanno una popolazione per il 50% obesa, con tutto quello che significa per il rischio metabolico e neoplastico».

Nel frattempo anche in Italia si infiamma il dibattito sul nuovo Codice della strada, anche questo, in un certo senso, attinente al consumo di alcolici. Salvini ha infatti rivendicato i risultati delle nuove norme che, a suo dire, già durante questo dicembre e in occasione del Capodanno appena trascorso avrebbero portato a una drastica riduzione dei morti sulle strade. Il capo del Carroccio ha sciorinato dati secondo cui «nei primi 15 giorni di vigore del nuovo Codice i morti sono diminuiti del 25% passando dai 67 del 14-18 dicembre 2023 rispetto ai 50 dello stesso periodo di quest’anno» e anche «tra il Capodanno del 2023 e quello del 2024» ci sarebbe stato «un calo del 20%» dei sinistri stradali». Peccato che alcune associazioni non siano d’accordo, tra cui l’Asaps (Amici e sostenitori della polizia stradale) secondo cui «le dichiarazioni di Salvini appaiono fuorvianti e imprecise, in quanto i dati si riferiscono solo agli scontri mortali rilevati da Polizia Stradale e Carabinieri, che rappresentano solamente il 34% degli incidenti con lesioni rilevati in Italia».

Immancabili anche gli attacchi delle opposizioni, tra i quali si distingue per durezza quello di Matteo Renzi: «Salvini è un demagogo bugiardo, Giorgia Meloni un’abile influencer. Sfruttare i morti sulle strade per giustificare un codice della strada folle è una operazione meschina». Il ministro in serata replica: «Assurdo mettere in discussione i dati delle Forze dell’ordine».

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