giovedì 8 ottobre 2015
​Il primo cittadino di Roma: restituisco 20mila euro ma vado avanti. Cresce il pressing sulle dimissioni.
Le spese del sindaco sotto la lente della Procura
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Ignazio Marino pagherà di tasca sua tutte le spese sostenute con la carta di credito del Comune di Roma e rinuncerà anche alla carta stessa. Alla fine dell’ennesima giornata di polemiche a colpi di scontrini e dichiarazioni di ristoratori e presunti commensali, che smentivano la versione del sindaco della Capitale, lo stesso Marino scrive in una nota di aver speso «meno di 20mila euro per rappresentanza », di averlo fatto «nell’interesse della città» e che alla città ha deciso di «regalarli». Dei problemi dei romani, prosegue, «mi sono occupato anche oggi, ma non è mia abitudine eludere i problemi e sono stufo di tutte queste polemiche», si sfoga, promettendo di «continuare sulla strada del cambiamento » rimettendosi al giudizio dei cittadini. L’apertura di un fascicolo della procura di Roma (che è nella fase della verifiche, in attesa dell’acquisizione degli atti) è stato, infatti, solo l’antipasto delle polemiche. Che ieri hanno ripreso vigore per le smentite incassate dal sindaco riguardo agli scontrini e ai commensali delle cene finite nel mirino. La prima è arrivata dalla Comunità di Sant’Egidio che precisa come «alla ormai 'famosa' cena del 26 ottobre 2013 nel ristorante romano 'Sapore di Mare' non è stato invitato né ha partecipato alcun responsabile di Sant’Egidio». Inoltre, ricorda la nota, da allora «fino ad oggi, non sono mai stati offerti pranzi o cene, a spese del sindaco Marino, a responsabili della comunità ». Pochi mesi prima, in luglio, Marino ha mangiato in un altro ristorante della Capitale, 'La Taverna degli Amici'. Qui - intervistato da la Repubblica - il ristoratore dice di aver tenuto a mente la bottiglia di vino da 55 euro ordinata. E di ricordare che Marino era con la moglie, non con il rappresentante dell’Organizzazione mondiale della sanità citato nel giustificativo. Anche il gestore del Girarrosto toscano, sempre a Roma, parla di «cena familiare» per Santo Stefano 2013. Infine, don Damiano Modena, ultimo segretario del cardinale Carlo Maria Martini, dichiara al Corriere.it di non aver cenato con Marino a Torino nel maggio scorso, dopo aver presentato un libro ad Alessandria, da dove dice di non essersi mosso.  La situazione del sindaco si fa, dunque, sempre più difficile. Agli attacchi delle opposizioni ieri si sono, infatti, aggiunte le aperte perplessità di esponenti dello stesso Pd. Mentre Beppe Grillo e i suoi chiedono le dimissioni e scaldano i motori (ai possibili candidati, oltre ad Alessandro Di Battista, si è iscritta anche Roberta Lombardi), il renziano Michele Anzaldi ha chiesto al partito di aprire una riflessione. «Roma merita questo stillicidio?», ha detto, riferendosi alle polemiche che, a suo dire, bloccano l’attività amministrativa. «La partita è aperta», hanno fatto sapere in serata fonti parlamentari del Pd.
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