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Il cardinale Zuppi
Davanti al grande palazzo del Cnel, nel cuore di villa Borghese, Gigi De Palo, presidente della Fondazione per la Natalità e Alfonso Luzzi, presidente del Movimento cristiano lavoratori, parlano a voce bassa. «Gigi, la nostra è una società il cui motore si sta spegnendo... Saremo sempre più soli e sempre più vecchi...». De Paolo annuisce. «Vedo tante idee per dire basta a questa drammatica glaciazione demografica. Vedo proposte, vedo anche una corale volontà, ma non vedo una regia. Ecco quello che manca: la regia...». Ora è Luzzi ad annuire. «Serve un grande patto per il Paese. Istituzioni, famiglie, il privato, il sociale, le imprese e soprattutto la politica devono sostenere famiglia e natalità con idee, progetti, risorse, norme... E serve fare sintesi, sì, serve la regia». Su un grande monitor, nella sala intitolata a Marco Biagi sono fermi numeri che fanno pensare. Raccontano l'Italia del 2040. Un'Italia dove gli over 68 saranno tre milioni e seicentomila in più. Un'Italia dove le coppie con almeno un figlio con meno di 20 anni saranno oltre 5 milioni in meno. Gli occhi della politica, dell'associazionismo, della società civile, della Chiesa sono fermi su quei numeri. E da quei numeri parte un "confronto largo" che prende forma nella mattinata di studio voluta dal Movimento cristiano lavoratori e dall'attivismo di Luzzi. «È la sovrabbondanza di vita che produce vita», ripete il ministro per la Famiglia Eugenia Maria Roccella chiedendo un vero, profondo, cambiamento culturale. «È ora di riaccendere il motore sociale, il motore della crescita. E di farlo in maniera unitaria e strategica», ripete il presidente del Cnel Renato Brunetta. Le parole si legano alle idee, alle proposte. Alfonso Luzzi e Stefano Ceci del direttivo Mcl spiegano la loro: «... Riconoscere al genitore che si trovi nelle condizioni di richiedere part time volontario, la possibilità di usufruire della contribuzione figurativa commisurata a un orario di lavoro a tempo pieno, per un periodo massimo di due anni».
C'è una volontà che unisce: passare ai fatti, o almeno tentare di farlo. Sergio Gatti, direttore generale di Federcasse, si sofferma sul ruolo delle banche e su come possono tendere una mano alle famiglie. Parla di situazioni di gravi disabilità. E parla della necessità di sostenere le giovani coppie nell'acquisto di una prima casa. Ecco un grande tema ed ecco, inevitabile, l'affondo del presidente della Cei, il cardinale Matteo Zuppi: «Il problema della casa è drammatico per tutti, per gli italiani e per i nuovi italiani, che non sono mai soltanto braccia, e non vanno mai trattati solo come forza lavoro ma integrati pienamente nel nostro tessuto sociale...». Due grandi questioni si legano nel ragionamento di Zuppi. «Il discorso della casa è decisivo e quando i costi della casa sono impossibili, è impossibile guardare al futuro». L'uomo di Chiesa scuote la politica. «Senza innovazione c'è solo conservazione e l'innovazione me la vado a cercare altrove... Quanti ragazzi vanno altrove perchè li trovano la speranza e questo ci dovrebbe far sentire umiliati. Nella crisi demografica l'accoglienza è decisiva, non c'è futuro senza accoglienza». Zuppi parla di uomini e di donne che «portano speranza e che aiutano ad avere speranza... Ne abbiamo un bisogno enorme, credo che il 60 per cento delle aziende in Italia facciano fatica a trovare manodopera». Poi un appello che fa titolo: «Senza dialogo non c'è futuro»
I relatori si accavallano nella mattinata di studio targata Mcl. C'è il viceministro dell'Economia Maurizio Leo, c'é il viceministro del lavoro Maria Teresa Bellucci, c'é il presidente dell'Inps Gabriele Fava, c'è il presidente del Forum delle Famiglie Adriano Bordignon che si sofferma sul "fattore famiglia fiscale" e sul modello dello "splitting" alla tedesca uno strumento di effettiva equità fiscale che, oltre a prevedere la mancata tassazione per le spese di mantenimento e accrescimento della famiglia, introduce un livello di reddito non tassabile crescente all'aumentare del numero dei componenti della famiglia secondo una scala di equivalenza. «Riteniamo che questa soluzione possa contribuire a rendere più equa la tassazione per le famiglie più numerose e, al contempo, per quelle mono-genitoriali, caratterizzata da un basso reddito», dice Bordignon. Tante proposte, ma la regia a cui faceva riferimento De Palo? Ecco la strada: «Chiediamo un'agenzia dedicata - che chiami in causa le migliori risorse del Paese -, dotata di strumenti e fondi, che permetta di centralizzare e coordinare le politiche per la famiglia, migliorando l'efficacia degli interventi a supporto della natalità e della crescita delle nuove generazioni, garantendo al contempo autonomia e neutralità per tutelare gli interessi pubblici e privati coinvolti. I governi passano mentre la denatalità riguarda tutti: dobbiamo ragionare oggi per l’Italia del 2050. Dobbiamo darci un obiettivo di Paese e mettere insieme tutte le forze cercando di evitare questioni ideologiche». Insomma la sfida è la regia. Regia è (o può essere) l'idea di un'agenzia per la Natalità. E regia è il ruolo che Brunetta affida a Luzzi (con una telefonata all'alba di oggi) che oltre a essere il presidente del Mcl è anche nell'ufficio di presidenza del Cnel: c'è tanto materiale, tante idee bisogna preparare 10 disegni di legge che come Cnel possiamo portare in Parlamento... Luzzi è pronto.