La nave della Marina militare Libra - Ansa
Si fa sempre più a ostacoli il percorso del protocollo Italia-Albania e la volontà del governo di delocalizzare le procedure d’asilo dei migranti che attraversano il Mediterraneo per raggiungere l’Italia e l’Europa. Mentre la nave Libra della Marina militare ha già preso a bordo un primo gruppo di migranti - si tratterebbe di 6-8 persone al momento - da trasferire in Albania, dal tribunale di Catania arriva l’ennesima doccia fredda: il giudice annulla cinque trattenimenti (di altrettanti richiedenti asilo) a 3 egiziani e 2 bengalesi. Si tratta del primo provvedimento dopo l’approvazione del nuovo decreto legge sui Paesi sicuri. Non solo. Una decisione simile a quella di Bologna è stata poi presa anche dal tribunale di Roma, che ha sospeso l’efficacia del diniego della richiesta di asilo di uno dei 12 migranti che erano stati trasferiti in Albania. Il nuovo decreto è stato rinviato alla Corte di giustizia europea sollecitando una risposta urgente.
Sono quattro i quesiti pregiudiziali proposti dal tribunale di Roma alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea in seguito alle modifiche apportate alla normativa dal “Dl Paesi sicuri”. I giudici della Capitale - nell’ambito di un ricorso presentato da uno dei migranti portati in Albania contro il provvedimento di diniego della sua domanda di protezione internazionale - hanno infatti deciso di inviare gli atti in Lussemburgo e di sottoporre alla Corte di Giustizia quattro questioni. La prima riguarda la possibilità o meno da parte di un legislatore - alla luce del diritto dell’Unione - di poter designare direttamente, con un atto legislativo primario, un Paese terzo come di origine sicuro. I giudici di Roma, sul punto, chiedono alla Corte di interpretare il diritto Ue come ostativo rispetto alla “possibilità che la designazione dei Paesi di origini sicuri sia affidata ad un atto normativo primario, avente forza e valore di legge”.
Per quanto riguarda invece la sentenza di Catania, i migranti, arrivati da Egitto e Bangladesh sono attualmente rinchiusi nel Cpr di Pozzallo.
In Egitto ci sono “gravi violazioni dei diritti umani, che -in contrasto con il diritto europeo - persistono in maniera generale e costante e investono non solo ampie e indefinite categorie di persone, ma anche i nucleo stesso delle libertà fondamentali che connotano un ordinamento democratico e che dovrebbero costituire la cornice di riferimento in cui si inserisce la nozione di Paese Sicuro” scrive il giudice del Tribunale di Catania che ha annullato il provvedimento di trattenimento. Come l’Egitto, evidentemente, anche il Bangladesh, come già avvenuto in precedenti valutazioni, è stato ritenuto Paese non sicuro. Intanto è già stato fatto un primo trasbordo di persone sulla nave Libra della Marina militare che si trova attualmente a sud di Lampedusa. Dopo un primo screening a bordo saranno trasferiti verso l’Albania, anche se al momento si guarda al mare e ai continui barchini in arrivo lungo la rotta del Mediterraneo centrale. Col bel tempo, infatti, al momento ci sono avvistamenti di altre barche i e nei prossimi giorni potrebbero essercene altre con prevedibili altri migranti da trasferire nei due centri realizzati a Shengjin e Gjader, dall’altra parte dell’Adriatico.
L’obiettivo infatti è quello di attendere nel caso dovessero esserci dei soggetti “eleggibili”: prima della partenza per l’Albania, per la quale “non è stata ancora ufficializzata una data” anche se si parla di almeno 30-40 migranti a bordo. Il primo trasferimento, lo scorso 16 ottobre, aveva visto a bordo in tutto 16 migranti: 4 rientrarono subito in Italia per motivi sanitari, gli altri subito dopo che il Tribunale di Roma non aveva convalidato il trattenimento). La nuova nave di migranti partirà «quando ci saranno le condizioni, quindi anche l’intercettazione di migranti in mare e il pre-screening, che individuerà le persone eleggibili per andare in Albania» ha dichiarato il ministro dell’interno Matteo Piantedosi. Stando ad alcune fonti di stampa, la nave Libra della Marina militare dovrebbe portare nuovi migranti all’hotspot di Shengjin tra mercoledì e giovedì. Dopo lo screening a bordo infatti saranno trasferiti a Shengjin per essere sottoposti alla procedura accelerata di frontiera; da lì andranno poi al centro di Gjader. Bisognerà però vedere se il tribunale di Roma convaliderà i trattenimenti.