lunedì 4 novembre 2024
La pronuncia di Catania aumenta la tensione tra maggioranza e toghe. La premier Meloni riceve a Palazzo Chigi il vicepresidente del Csm Pinelli
Un tribunale

Un tribunale - Ansa

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«Per colpa di alcuni giudici comunisti che non applicano le leggi, il Paese insicuro ormai è l’Italia. Ma noi non ci arrendiamo». È ancora una volta la Lega, col segretario e vicepremier Matteo Salvini, a dare voce al malumore del governo per le ripetute bocciature della magistratura ai provvedimenti di trattenimento di migranti provenienti da cosiddetti “Paesi sicuri”. Stavolta il casus belli è innescato dalla decisione di un giudice di Catania, che il Carroccio critica con veemenza: «L’Egitto è una meta sempre più gettonata per le vacanze, un Paese sicuro per tutti, tranne che per i clandestini che - secondo alcuni giudici di sinistra - non possono tornarci - attacca una nota -. Pensare che, per la sinistra e l’Anm, a essere insicura dovrebbe essere l’Italia perché governata dal centrodestra. Eppure, per Pd e toghe rosse i clandestini devono rimanere tutti qui». Frasi che continuano dunque a mantenere alta la tensione fra l’esecutivo e la magistratura associata, verso la quale la Lega ha parole di scherno: «Il presidente dell’Anm, Giuseppe Santalucia, afferma che i magistrati chiedono solo di poter esercitare il loro delicatissimo ruolo - si legge nell’ennesima nota serale -. Santalucia e tanti suoi colleghi magistrati vanno rassicurati: l’unico ostacolo all’esercizio del loro delicatissimo lavoro sembra essere la tendenza a partecipare a convegni e talk show, quando sarebbe auspicabile vederli sempre di più in tribunale».

Poco prima, dal Tribunale di Bologna dove è in corso un’assemblea, proprio Santalucia aveva rivendicato ancora una volta la necessità che la politica rispetti l’autonomia delle toghe: «Chiediamo di poter esercitare il nostro ruolo delicatissimo senza subire condizionamenti di sorta». All’affollato incontro non è presente («per evitare personalizzazioni») il magistrato Marco Gattuso, presidente del collegio che aveva rinviato alla Corte di giustizia Ue il decreto legge “Paesi sicuri” bloccando il trattenimento di un 30enne del Bangladesh. Ma quando viene letta una sua missiva, l’assemblea gli riserva una standing ovation, con Santalucia che parla di «composta indignazione», perché va censurato il «tentativo di mettere insieme fatti che non c’entrano nulla, anche di vita privata, per disegnare la figura del magistrato nemico del popolo e consegnarlo all’immagine pubblica». Anche sulla pronuncia di Catania, il presidente dell’Anm fa una valutazione pacata, ritenendola «una delle possibili vie interpretative», uno dei modi indicati dal diritto dell’Unione Europea, che viene fatto «prevalere sulle normative interne». Poi ottimisticamente si augura «che non venga leggo come un atto di riottosità della magistratura», ma la bagarre è già in atto.

Oltre ai vertici dell’Anm, nell’aula sono presenti alcuni consiglieri del Csm, in rappresentanza dell’organo di autogoverno della magistratura, giunti da Roma dove si è consumata l’ennesima frattura in seno a Palazzo dei Marescialli. I componenti togati infatti (con l’esclusione di tre membri, su sette, di Magistratura Indipendente, corrente di area conservatrice che si è spaccata) hanno depositato la richiesta di apertura di una pratica a tutela dell’indipendenza e dell’autonomia dei magistrati del collegio giudicante del Tribunale di Bologna, lamentando che, dopo le «dichiarazioni fortemente polemiche di titolari di altissime cariche istituzionali», la situazione «determina una inaccettabile pressione sui giudici», nonché un «obiettivo condizionamento per quelli che in futuro si dovranno occupare delle medesime questioni». Insomma, ancora una volta si «vulnera l’indipendenza dell’intera magistratura».

Da Palazzo Chigi, non arrivano controrepliche espliciteì, ma un segnale sì, visto che la premier Giorgia Meloni fa sapere di aver ricevuto il vicepresidente del Csm Fabio Pinelli. Gli affondi verbali vengono lasciati alla Lega, che sul punto (con Salvini a processo a Palermo sul caso Open Arms) ha il dente avvelenato. Di certo, fonti di maggioranza confermano l’intenzione di andare avanti sulla linea dei trasferimenti nei centri in Albania e dei “Paesi sicuri”, nonostante le pronunce dei magistrati e i due esposti di M5s e Iv presentati alla Corte dei Conti per presunto danno erariale.

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