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Fotogramma / ipa-agency.net
Un vertice per allontanare le nubi. Per archiviare le frizioni tra Matteo Salvini e Antonio Tajani. Per trovare una linea comune in vista del "summit sulla pace e la sicurezza dell'Ucraina" della "coalizione di volenterosi" a cui parteciperà domani la premier Giorgia Meloni a Parigi. Il governo conferma. Appuntamento questa mattina alle 11 e 30 a Palazzo Chigi. Ci saranno tutti. La premier, i due vice (Tajani sarà in videocollegamento dal Friuli Venezia Giulia), il ministro della Difesa Guido Crosetto. Sono ore decisive. Meloni continuerà a spiegare che il rapporto forte con il presidente Trump non mette assolutamente in dubbio la sua spinta europeista. Anzi il ruolo che la premier immagina per se stessa è quello di pontiere: avvicinare Europa e Stati Uniti è una sfida complicatissima ma decisiva. E con la testa al summit all'Eliseo si prepara a dire quello che il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani già dice: «A Parigi ribadiremo che l'alleanza atlantica è fondamentale, che la pace è possibile perché abbiamo difeso l'Ucraina, obbligando la Russia a uno stallo militare». La strada è ancora da costruire ma l'Italia (inizialmente criticato l'accelerazione anglo-tedesca) ha sempre ribadito una sua disponibilità di massima a partecipare a una missione che sia sotto l'ombrello dell'Onu, circostanza che ormai non pare in discussione. Ed è anche di questo che si preparano a discutere a palazzo Chigi: il governo italiano, infatti, intende ribadire il suo totale sostegno al processo di pace purché non ci avventuri in iniziative unilaterali che, peraltro, la Russia sarebbe la prima a non accettare.
Si guarda a Parigi dove la premier italiana arriverà già questa sera. Si guarda al summit dedicato alla costruzione di una coalizione di volonterosi per l'Ucraina organizzato dal presidente francese Emmanuel Macron. Trentuno delegazioni, tutte rappresentate a livello di "leader". Con una sola assenza di peso: la Cina, perché si tratta di una coalizione di "sostegno all'Ucraina". A Parigi sono ben consapevoli che in Italia c'è un «dibattito di politica interna molto vivace» sull'argomento, ma fonti dell'Eliseo sottolineano che, «quale che sia il vigore di questo dibattito, la presidente del Consiglio ha partecipato a ciascuna delle riunioni precedenti... E gli italiani sono stati presenti a tutte le riunioni tecniche tenutesi a Parigi e Londra». Si aspetta l'esito del vertice a Palazzo Chigi. Ma una cosa è certa: Meloni è certa che non ci potranno essere due linee. E una conferma arriva da Ciriani: «La maggioranza e il governo hanno una sola voce, quella di Giorgia Meloni. La mozione è stata votata da tutti i partiti della maggioranza. Il governo ha una voce, le opposizioni ne hanno sei. In una situazione complessa invito a ragionare evitando banalizzazioni e slogan».