sabato 5 settembre 2020
La celebre Messa composta da Verdi eseguita da orchestra e coro del Teatro alla Scala. L’arcivescovo Delpini parla di «fierezza» ricordando gli«eroismi» e le forme di solidarietà durante la pandemia
Nel Duomo di Milano il Requiem eseguito dall'orchestra e dal coro del Teatro alla Scala

Nel Duomo di Milano il Requiem eseguito dall'orchestra e dal coro del Teatro alla Scala - Brescia e Amisano - Teatro alla Scala

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Gli occhi del presidente della Repubblica sono fissi sull’orchestra e sul coro del Teatro alla Scala. Il grido del “Dies irae” e la musica di Giuseppe Verdi che esplode come una tempesta riempiono il Duomo di Milano. Non sono più i giorni del terrore che il picco della pandemia rendeva palpabile, ma ancora la paura si fa sentire e la crisi economica, figlia purtroppo attesa della crisi sanitaria, si tocca con mano anche nella metropoli. Sergio Mattarella fa tappa in città per dire all’Italia che si può ripartire nonostante il coronavirus. Ma senza dimenticare la tragedia dei mesi scorsi. A cominciare dalle vittime del Covid: 35mila in tutto il Paese, di cui quasi 17mila nella sola Lombardia. E in loro onore viene eseguito il Requiem di Verdi nella «casa dei milanesi», come l’arciprete Gianantonio Borgonovo chiama la Cattedrale. È il dono che la Scala ha voluto fare all’intera regione e che segna la riapertura del massimo teatro lirico della Penisola da fine febbraio. Un dono che il sovrintendente Dominique Meyer e il direttore musicale Riccardo Chailly porteranno anche a Brescia e Bergamo.

Nel Duomo di Milano il Requiem eseguito dall'orchestra e dal coro del Teatro alla Scala

Nel Duomo di Milano il Requiem eseguito dall'orchestra e dal coro del Teatro alla Scala - Brescia e Amisano - Teatro alla Scala

È, quella di ieri, la serata delle «ferite di una terra», come le definisce l’arcivescovo di Milano, Mario Delpini, nel suo saluto. E poi degli «smarrimenti dei pensieri » o persino delle «banalità dei discorsi» e «le contrapposizioni pretestuose» che hanno accompagnato la pandemia. Però è anche la serata della «fierezza» per ricordare «gli eroismi che nei momenti drammatici si sono moltiplicati » o le «forme di solidarietà che hanno fatto tutto il possibile per non lasciare nessuno da solo». Ed è la serata della «preghiera» che viene elevata a nome di un’intera comunità, aggiunge Delpini. Tutto ciò implica «l’obbligo morale di scelte più rispettose della vita e dei suoi valori», sottolinea il sindaco Giuseppe Sala. E la necessità di «riconoscere, nei fatti e non solo a parole, la salute come bene comune e più prezioso».

Il saluto dell'arcivescovo di Milano prima del Requiem eseguito dall'orchestra e dal coro del Teatro alla Scala

Il saluto dell'arcivescovo di Milano prima del Requiem eseguito dall'orchestra e dal coro del Teatro alla Scala - Brescia e Amisano - Teatro alla Scala

Va ritenuta una partitura meneghina quella della Messa composta in memoria di Alessandro Manzoni che lo stesso Verdi aveva offerto alla città. Lo sanno bene i seicento presenti in Duomo, nel rispetto delle misure anti–contagio. Il capo dello Stato è in prima fila, ma è come se fosse in mezzo alla gente, compreso magari chi vuole testimoniare attraverso la musica il cordoglio alle famiglie che non avevano potuto dare l’ultimo saluto ai propri cari nel buio del lockdown. L’ha voluto Chailly, milanese doc, questo concerto che entra in diretta tv anche nella parrocchia di Codogno, il Comune del Lodigiano dove è stato diagnosticato il primo caso di Covid. E lui lo dirige di fronte a una novantina di orchestrali con la mascherina e altrettanti coristi, distanti due metri l’uno dell’altro intorno all’altare.

Il presidente Sergio Mattarella con il direttore musicale Riccardo Chailly

Il presidente Sergio Mattarella con il direttore musicale Riccardo Chailly - Brescia e Amisano - Teatro alla Scala

Le voci soliste sono “stelle” internazionali: il soprano Krassimira Stoyanova, il mezzosoprano Elina Garanca, il tenore Francesco Meli e il basso René Pape. Non è una musica sacra in senso pieno il Requiem di un genio “un po’ ateo”, come Verdi si considerava. Eppure resta una cattedrale musicale e un appello al cielo per superare il grido di disperazione davanti alla morte. Così quando nel finale Krassimira Stoyanova intona il “Libera me, Domine” (Liberami, o Signore, dalla morte eterna) e qualcuno si asciuga le lacrime, si può davvero dire che è la speranza a vincere e che l’Italia ce la può fare.

Nel Duomo di Milano il Requiem eseguito dall'orchestra e dal coro del Teatro alla Scala

Nel Duomo di Milano il Requiem eseguito dall'orchestra e dal coro del Teatro alla Scala - Brescia e Amisano - Teatro alla Scala

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