Raccolta dei pomodori in una foto d'archivio - Ansa
Una ong premia una multinazionale del pomodoro «per il concreto contributo contro diseguaglianza e povertà». E addirittura accade nel Foggiano, terra di grandi ghetti, di sfruttamento, di caporalato.
Non è un sogno ma una realtà che si concretizza oggi.
Il premio è promosso da Oxfam Italia ed è stato assegnato a Princes Industrie Alimentari, società inglese del gruppo giapponese Mitsubishi che dal 2012 gestisce a Foggia il più grande stabilimento in Europa per la lavorazione del pomodoro. Il premio, intitolato «Combattere la disuguaglianza, si può fare», era aperto alle aziende con un modello di business che coniuga crescita, promozione dei diritti umani e sostenibilità sociale.
La motivazione dell’assegnazione alla Princes è di aver dato «un contributo concreto al miglioramento delle condizioni lavorative di coloro che, in mancanza di alternative, possono finire nella rete di chi sfrutta la manodopera a basso costo, compreso il fenomeno del caporalato».
Si tratta del progetto "Lavoro senza frontiere", realizzato in collaborazione con la Caritas diocesana di Foggia, che ha portato all’assunzione regolare di 9 immigrati, giovani vittime di sfruttamento che vivevano nei ghetti della Capitanata e che grazie alla Caritas hanno iniziato un percorso di integrazione. E che ora in Princes hanno trovato un lavoro vero.
Oggi a Firenze Oxfam Italia consegna il riconoscimento a Princes, azienda di Foggia per la lavorazione del pomodoro
I 9 migranti sono attivi in diversi ambiti produttivi: dalla mensa al reparto agronomico, dall’etichettatura alla pelatura, e perfino nei controlli nelle aziende fornitrici del pomodoro, per il rispetto della filiera etica, dei contratti, della sicurezza sul lavoro. Un percorso lavorativo che prevede l’accompagnamento di un tutor e tappe di verifica.
Tra di loro c’è Kemo Fatty, 24 anni del Gambia, vittima due anni fa di una violenta aggressione alla periferia di Foggia che gli ha fatto perdere in parte la vista; una storia scoperta e seguita da "Avvenire". Aiutato dalla Caritas, ora è felicemente assunto e ha anche trovato una casa in affitto assieme ad altri amici.
Lavoro e casa, vera integrazione. «Questo riconoscimento è per tutti noi un grande motivo di orgoglio – sottolinea Gianmarco Laviola, amministratore delegato di Princes –: da sempre crediamo che il futuro della filiera del pomodoro sia nella direzione di una sempre maggiore equità sociale. Quando abbiamo dato vita a "Lavoro Senza Frontiere" volevamo inviare un chiaro segnale di possibilità di inclusione per la vasta comunità di immigrati che raggiunge la Capitanata, offrendo concrete possibilità non solo di lavoro equo e dignitoso ma anche di integrazione sociale». E aggiunge che è stata una grande soddisfazione «sapere che i lavoratori coinvolti hanno lasciato gli alloggi della Caritas e ora vivono in appartamenti affittati con i propri risparmi. Uno di loro ha anche formato una famiglia».
Con l’impegno a continuare su questa strada: «Come azienda che riconosce il proprio ruolo sociale ci sentiamo ulteriormente spronati a proseguire nel progetto; vogliamo inoltre essere fonte di ispirazione per altre iniziative di sviluppo socioeconomico per il bene comune».
Un ruolo riconosciuto da Oxfam col premio che, non a caso, sarà consegnato oggi a Firenze tra gli eventi del Festival nazionale dell’Economia civile. «L’impegno di ogni azienda per una società più inclusiva – spiega Marta Pieri, corporate manager di Oxfam Italia – passa in primis da un lavoro interno, dalle piccole e grandi scelte prese ogni giorno, per assicurarsi che non siano loro stesse fonti di diseguaglianze. E utilizzare quindi tutti gli spazi disponibili per migliorare il proprio impatto».