martedì 9 luglio 2024
Si compone la nuova “famiglia” della destra radicale voluta da Orbán. Con 84 eurodeputati di 12 Paesi è il terzo del Parlamento Europeo, superando i Conservatori. Ma la compagine si divide sull’Ucrain
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Mentre la Francia evita il terremoto dell’estrema destra, è il Parlamento Europeo al centro di un movimento tellurico. Ieri, dopo giorni di attesa, è ufficialmente nato il nuovo gruppo dell’estrema destra euroscettica dei “Patrioti per l’Europa”, lanciato dal premier ungherese Viktor Orbán. Gruppo che, grazie ai suoi 84 eurodeputati di ben 12 Paesi, diventa il terzo del Parlamento Europeo (dietro Popolari e Socialisti), scavalcando così i Conservatori di cui fa parte FdI di Giorgia Meloni, mentre i liberali-macroniani di Renew scendono al quinto posto. Decisiva l’adesione del Rassemblement National (Rn) di Marine Le Pen, forte di 30 eurodeputati, passato il ballottaggio in Francia. «Giornata importantissima oggi per l'Italia e per la Lega – afferma il leader del Carroccio Matteo Salvini in un videomessaggio - perché nasce a Bruxelles il terzo gruppo all'Europarlamento, per contrastare ogni inciucio coi socialisti, i filo-islamici, i filo-cinesi, gli estremisti del Green deal, delle auto elettriche a ogni costo, per difendere il lavoro, la famiglia, il futuro dei nostri giovani e la sicurezza dei cittadini italiani ed europei».

Un gruppo che in realtà è anzitutto un “rebranding, un nuovo nome a un vecchio prodotto: ai “Patrioti per l’Europa” aderiscono in sostanza tutti i membri del vecchio Id (Identità e democrazia) allargandosi però ad altri Paesi: gli 84 eurodeputati provengono da Italia, Francia, Ungheria, Austria, Olanda, Spagna, Portogallo, Repubblica Ceca, Danimarca, Grecia, Belgio, Lettonia. Spiccano il Rn di Le Pen, la Lega, Fidesz di Orbán, i liberalnazionali austriaci dell’Fpö, i portoghesi di Chega, gli spagnoli di Vox transfughi dai Conservatori, i cechi di Ano dell’ex premier Andrej Babiš, gli olandesi del Vvd di Geert Wilders trionfatore alle elezioni nazionali.

Presidente del gruppo sarà l’ex candidato premier francese lepeniano Jordan Bardella. Tra i sei vicepresidenti figura il generale leghista Roberto Vannacci. «I Patrioti per l'Europa – commenta in una nota Bardella (assente a Bruxelles) - rappresentano la speranza per le decine di milioni di cittadini delle nazioni europee che apprezzano la loro identità, la loro sovranità e la loro libertà. Come forze patriottiche, lavoreremo insieme per riprendere le nostre istituzioni e riorientare le politiche per servire le nostre nazioni e i nostri popoli». I Conservatori, dopo la fuga di Vox, sono scesi a 78 membri. Gli spagnoli smentiscono tensioni con la premier italiana. «È una menzogna – ha dichiarato l’eurodeputato di Vox Jorge Buxadé Villalba -, Meloni non si sente tradita da noi. La cooperazione con lei continua forte come prima». Con Meloni, sottolinea l’eurodeputato di Rn Jean-Paul Garraud, «non significa che i ponti sono tagliati, le cose evolvono nella giusta direzione».

In quanto terzo gruppo, in base alle norme del Parlamento Europeo, i Patrioti potrebbero ambire a importanti cariche parlamentari, ma rimane la prassi del “cordone sanitario” degli altri partiti contro l’estrema destra. Non a caso il vicepremier Antonio Tajani, leader di Fi e componente del Ppe, dice: «Il gruppo dei Patrioti sarà ininfluente. Anch’io sono patriota, patriota europeo...». «Quelli che ci fanno la morale - risponde Garraud - adottano questa misura antidemocratica. Ma rappresentiamo milioni di elettori».

Il gruppo, in realtà, non è compatto, a cominciare dall’Ucraina. Mentre l’austriaco Harald Vilimsky elogia il viaggio di Orbán a Mosca, l’olandese Sebastiaan Stoteler di Vvd avverte che i Paesi Bassi «sosterranno l’Ucraina finché c’è la guerra». «Condanniamo l’attacco della Russia all’Ucraina – dice ecumenico Garraud – ma siamo per la pace, non per un’escalation bellica che metta al rischio il pianeta».

© riproduzione riservata

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