Posto che il complotto di Big Pharma per colonizzare il Pianeta grazie ai vaccini (rendendoci tutti degli automi) e la probabile, imminente invasione degli alieni (anche attraverso le scie chimiche e il 5G) sono tesi palesemente inconfutabili sul piano della scienza, può essere utile – a due giorni dall’entrata in vigore dell’obbligo di Green pass per andare a lavorare – tornare a guardare i dati reali. Ieri l’Aifa ne ha snocciolati di decisivi nel suo nono Rapporto di farmacovigilanza, qualora non fossero bastati quelli dell’Istituto superiore di sanità sull’efficacia dei vaccini (che, lo ricordiamo, prevengono il ricovero nel 93% dei casi e il ricovero in terapia intensiva e la morte nel 96% dei casi): questi stessi temuti e criticati vaccini sono anche molto sicuri.
Tanto da aver causato nel periodo tra il 27 dicembre 2020 e il 26 settembre 2021 appena 101.110 segnalazioni di sospette reazioni su un totale di 84.010.605 dosi somministrate: lo 0,12%. Per intendersi: meno della comune aspirina. «Si nascondono quelle gravi...» reciterebbe a questo punto il mantra di no-vax e no-pass, e invece è falso: perché in soli 16 casi (di cui due riferiti a pazienti di 76 e 80 anni con condizione di fragilità per pluripatologie e deceduti per Covid-19 dopo aver completato il ciclo vaccinale) queste reazioni sono state così gravi da portare alla morte, cioè in circa lo 0,2 casi ogni milione di dosi sommini-strate. E – va sottolineato – la correlazione di questi decessi con il vaccino è ancora tutta da dimostrare. «Non parlano dei più piccoli, li stanno avvelenando...» continua il ritornello, ma è un’altra accusa senza senso: il rapporto dell’Aifa analizza anche le segnalazioni di reazioni avverse riferite alla fascia di età compresa fra 12 e 19 anni.
Alla data del 26 settembre ne erano pervenute 1.358 su un totale di 5.623.932 dosi somministrate, con un tasso di segnalazione di 24 eventi avversi ogni 100.000 dosi somministrate. Lo 0,02% per l’esattezza. Niente di cui stupirsi visto che, è sempre il Rapporto a sottolinearlo, la quasi totalità delle reazioni si verificano tra i 20 e i 60 anni: sotto quella soglia o sopra, il vaccino è quasi del tutto innocuo. Come dimostrano anche i dati relativi alle terze dosi: solo una segnalazione di sospetta reazione avversa è stata effettuata all’Aifa a fronte di circa 46mila iniezioni eseguite finora, in prevalenza su immunodepressi e over 80. Che i vaccini, d’altronde, siano la strada per uscire definitivamente dalla pandemia e far ripartire l’economia del nostro Paese, oltre che la vita sociale e la scuola, lo dimostrano per l’ennesima giornata i numeri del Bollettino del ministero della Salute: 2.494 i positivi nelle ultime 24 ore, col tasso di positività che crolla (dopo la fisiologica fluttuazione del lunedì) allo 0,79%.
I pazienti ricoverati in terapia intensiva sono 370 (4 in meno rispetto a lunedì), i ricoverati con sintomi nei reparti ordinari 2.665 (23 in meno), i morti 49 (ma col solito ricalcolo di Campania e Sicilia, che hanno inserito nel conteggio quotidiano 12 decessi riferiti a periodi precedenti). Il Paese, insomma, è in via di guarigione e la ragione sta nell’85% di popolazione sopra i 12 anni che – finora senza obbligo alcuno – ha aderito finora alla campagna vaccinale (di cui l’80% con due dosi).
La speranza del governo è che la misura del Green pass sui luoghi di lavoro possa bastare a convincere, nel giro di un mese o due, almeno un surplus del 5% di italiani a prenotarsi per la sommini-strazione: il raggiungimento della soglia del 90% anestetizzerebbe persino quella variante Delta che tanto ci ha fatto paura negli ultimi mesi, permettendoci di fatto a guardare al Covid come a una banale influenza. Chi, a quel punto, vorrà continuare a rischiare di ammalarsi gravemente potrà farlo senza che questo danneggi tutti gli altri.