«Noi abbiamo la nostra agenda sull'immigrazione e sulla Libia. È un'agenda nota in Italia. L'Italia è il Paese più impegnato a
promuovere la stabilizzazione della Libia e a far fare a questa stabilizzazione dei passi in avanti». Così il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, durante l'incontro con la stampa al fianco del presidente del Partito socialdemocratico tedesco Martin Schulz, ha risposto a una domanda sulla decisione francese di costruire hotspot in Libia.
«Inviare unità italiane lo considero un punto di svolta»
«Abbiamo salutato con favore il vertice di Parigi, speriamo che ci siano sviluppi positivi e produttivi di ulteriori risultati - premette il presidente del Consiglio -. Noi stiamo alla nostra agenda che ci impegna sul piano dell'accoglienza, piano a cui non rinunciamo e che ci vede impegnati a discutere con le Ong una serie di regole che rendano più sicuro il lavoro che portano avanti e che ci vede e ci vedrà», protagonisti «con un passo ulteriore di assistenza alle autorità libiche nel controllo del teritorio». Il premier sottolinea per esempio come l'Italia abbia donato delle motovedette in passato a Tripoli e «formato anche il personale». Il fatto di «inviare unità italiane lo considero un punto di svolta», aggiunge. Tutti gli appuntamenti per migliorare la situazione in Libia sono benvenuti, ragiona il premier, ma «deve essere chiaro che le misure sono queste, i passi sono questi. Dobbiamo rafforzare le capacità di controllo, avere la possibilità di accogliere migranti, decidere i rimpatri per quelli che sono necessari e dare asilo a chi ne ha diritto».
Schulz: «Evitare che un Paese si trovi da solo»
I dettagli della missione a sostegno delle autorità libiche sull'attività di contrasto ai trafficanti ( che sono ancora in fase di discussione) saranno presentati martedì alle Commissioni Difesa di Camera e Senato, ha aggiunto Gentiloni, dicendosi certo che «il voto del Parlamento possa essere decisivo». Così come lo è l'impegno comune dei Paesi Ue, perché la sfida migratoria non può essere sostenuta dai singoli Paesi. L'Italia non si tirerà indietro, ma «pretendiamo un atteggiamento positivo da parte dell'insieme dell'Unione Europea. Solidarietà concreta all'Italia è stata auspicata da Schulz. Bisogna «evitare di finire in una situazione nella quale un Paese che si trova di fronte a un flusso migratorio molto forte alla fine si ritrovi da solo», ha ribadito. Più in generale nell'incontro è emersa, ha detto Gentiloni la «comune convinzione» che grazie ei risultati positivi in campo economico si potranno promuovere investimenti, puntare alla dimensione sociale, rafforzare la politica monetaria e fiscale, tutto nell'ottica di «una maggiore responsabilità comune».