Un momento della presentazione del rapporto della Fondazione “Luigi Einaudi” sulle università digitali
Mentre gli studenti protestano contro il caro affitti, piantando tende davanti alle università, cresce il numero di chi decide di iscriversi alle università telematiche, che, in dieci anni, hanno più che quadruplicato le immatricolazioni, passando dai 40mila studenti del 2012 ai 160mila del 2021 (dati Ustat, Ministero dell'Università e della Ricerca). Un focus sul mondo delle università online, vero e proprio antidoto alle “barriere naturali” - come il costo degli affitti, ma anche degli spostamenti e le difficoltà a concilare studio e lavoro - che impediscono a tanti giovani di frequentare un corso di laurea, contribuendo a fare dell'Italia la maglia nera d'Europa per numero di laureati, è stato presentato oggi in Senato dalla Fondazione “Luigi Einaudi”.
Secondo il rapporto “Le università digitali come fattore di riduzione delle disuguaglianze”, realizzato da Euromedia Research, più di un giovane su quattro (il 27,5% degli intervistati, in una fascia d'età compresa tra i 17 e i 24 anni), ritiene che le università digitali rappresentino «il simbolo del cambiamento radicale che ha investito la nostra società in modo particolare dopo il Covid» e che «il “remoto” diventerà la normalità». In generale, il 50% dei ragazzi intervistati preferirebbe studiare vicino a casa senza lasciare la famiglia e, di conseguenza, l‟89% si iscriverebbe ad un'università digitale qualora erogasse il corso di laurea preferito non presente nella propria città o zona di residenza.
Inoltre, rispetto alle università tradizionali, gli atenei digitali sono ritenuti più “sostenibili” dal 48% degli intervistati, perché non comportano costi aggiuntivi, oltre la retta annuale, come, per esempio, quelli per l'abbonamento ai mezzi di trasporto e per vitto e alloggio. È significativo, infine, il dato che evidenzia come il 73% dei genitori dei frequentanti l'università digitale ritenga che la laurea possa facilitare il cambiamento di stato sociale e l'integrazione tra i diversi strati socioeconomici che formano la società (contro il 66% dei genitori dei frequentanti l'università tradizionale).
«Il mondo cambia, importanti università pubbliche e private si attrezzano per raggiungere i propri studenti a distanza - commenta
Andrea Cangini, segretario generale della Fondazione Luigi Einaudi -. Nell'era dello smart working, la domanda crescente sta affinando e qualificando l'offerta delle università digitali, oggi più che mai intese come fattore di riduzione delle diseguaglianze territoriali e sociali».