Le "Ottantasette Stelle" di Giovanni Ozzola - © Courtesy Archivio Dynamo Camp - Giulia Virgara
"Seconda stella a destra, questo è il cammino. E poi dritto fino al mattino. Poi la strada la trovi da te, porta all’isola che non c’è". Se Edoardo Bennato canta così la sua favola di Peter Pan, in Triennale a Milano ci sono Ottantasette Stelle a guidare il cammino dei visitatori in un’opera "spaziale" che Giovanni Ozzola ha disegnato proprio con altrettanti bambini ospiti del Dynamo Camp a Limestre (Pistoia) all’interno dei progetti della Dynamo Art Factory. Stelle, pianeti e satelliti da esplorare, alla ricerca dell’isola che c’è, per quanto incredibile possa sembrare. Dove bambini - persino con patologie gravi - con un pennello, una matita, i colori, ma anche con i materiali più disparati, dalla vernice alla liquirizia ai tappeti ricamati, possono realizzare grandiose opere d’arte. Perché "se l’ha fatto Leonardo posso farlo anch’io". Ed ecco ventotto "Gioconde" diverse, come i bambini che le hanno dipinte insieme all’artista Marco Neri. E se Emilio Isgrò lo scorso anno con i ragazzi del city camp a Milano ha realizzato le Cancellature Dynamiche sulle tavole di Harry Potter, Michelangelo Pistoletto compone Il Terzo Paradiso con le famiglie dei bambini, lì "dove non ci sono limiti". Frammenti di un percorso artistico straordinario e assolutamente inedito che regala la mostra "L’arte è wow!".
Il laboratorio con Manuel Felisi - © Courtesy Archivio Dynamo Camp - Giulia Virgara
A cura di Diva Moriani e Marco Bazzini, aperta fino al 26 marzo in Triennale (l’ingresso è gratuito), l’esposizione racconta l’approccio unico all’arte contemporanea promosso dal 2009 all’interno del progetto di Dynamo Art Factory. Partendo dalla convinzione dell’importanza del ruolo sociale dell’arte, le attività di Art Factory seguono lo spirito della Terapia Ricreativa Dynamo e sono guidate da artisti affermati del panorama contemporaneo, che trascorrono un periodo di residenza a Dynamo Camp per realizzare con bambini e adolescenti con patologie gravi o croniche e le loro famiglie un progetto concepito ad hoc sulla base dei propri canoni stilistici, aiutando i partecipanti a liberare la propria espressività. "Dynamo Camp è inclusione, e anche l’arte a Dynamo segue lo stesso schema - dice Diva Moriani, ideatrice del progetto Dynamo Art Factory, cofondatore di Dynamo Campe manager fra le più affermate in Italia -. I ragazzi, gli artisti, lo staff diventano una cosa sola, sprigionando un’incredibile energia creativa per produrre opere uniche, che nessuno degli artisti potrà mai replicare individualmente". "È emozionante, allora - continua Moriani - ripercorrere quindici anni di attività e vedere quanta bellezza è stata creata. Una bellezza che ha un valore importante per Dynamo: la collezione costituirà infatti l’endowment di Fondazione Dynamo Arte, una riserva di valore a disposizione di Dynamo Camp che continuerà ad arricchirsi anche grazie a nuove interessanti iniziative che prenderanno forma nel futuro".
Le Gioconde dipinte dai bambini con Marco Neri - © Courtesy Archivio Dynamo Camp
Oltre 2.000 le opere realizzate nel tempo da più di 140 artisti d’eccellenza, e poi collaborazioni con i maggiori musei di arte contemporanea in Italia, una Dynamo Art Gallery di 1200 metri quadrati nel Camp di Dynamo a Pistoia e una galleria digitale sulla piattaforma SuperRare. Un viaggio che va dalla pittura alla scultura, dal collage alla fotografia, dalla grafica alla video arte, dalle installazioni site specific, fino all’arte digitale degli Nfts. "L’esperienza dell’arte a Dynamo Camp - spiega Marco Bazzini, storico e critico d’arte, per anni direttore del prestigioso Museo "Pecci" di Prato, e che ora collabora con Dynamo Art Factory - differisce da un più tradizionale laboratorio didattico di tipo museale o dalla curativa esperienza di arte terapia, in quanto porta il partecipante, bambino ragazzo o adulto, allo stesso pari dell’artista e quest’ultimo ad abbandonare la consueta posizione individualistica. Insieme nasce un lavoro collettivo in cui poter sperimentare nuove possibilità linguistiche". E provare a dare forma (artistica) ai sogni. Come quelli affidati agli aeroplanini di alluminio del Vento si perde a Dynamo (con Daniele Sigalot), o quelli seminati e raccolti nelle Voci nel bosco con Alessandro Papetti, fra i rami e le foglie: "Voglio diventare Spider Man", "Voglio essere una ballerina", "Vorrei far parte della Nasa", "Voglio diventare un artista di arte". All’Art Factory di Dynamo "tutti possono essere artisti". E seguire la propria stella.
Le "Cancellature Dynamiche" realizzate da Emilio Isgrò con i bambini sulle tavole di Harry Potter - © Courtesy Archivio Dynamo Camp